Umberto Mattalia, insegnante, giornalista, storico, nel suo libro, racconta la Grande Guerra non solo con le battaglie, ma anche con aneddoti e storie rievocate dai protagonisti.
Dalla Prefazione:
L'opera propone al lettore una narrazione dove, accanto all'uso delle fonti di entrambi gli eserciti in lotta, viene lasciato molto spazio all'esperienza dell'uomo in guerra, utilizzando testimonianze e frammenti inediti di diari. L'esperienza della guerra in Valsugana ha una posizione centrale poiché geograficamente vicina al luogo di nascita dell'autore ma il libro sviluppa nel suo complesso una narrazione generale degli eventi salienti del conflitto: l'offensiva italiana del 1915, l'offensiva austro-ungarica del 1916, la lotta per il Pasubio, la tragedia dell'Ortigara, la rotta di Caporetto, le battaglie sul Piave ed infine il trionfo di Vittorio Veneto.
Quella interminabile colonna di civili
p. 219: "E per finire il capitolo, ecco in sintesi l'amaro bilancio delle perdite materiali ed umane prodotte dalla ritirata di Caporetto: circa 800.000 uomini, una metà dei quali fra morti e feriti e prigionieri e l'altra metà sbandati; più di [...]; migliaia di animali (cavalli, muli dell'esercito), soprattutto mucche abbandonate dai civili in fuga verso il Piave, e non dimentichiamo le migliaia di botti e bottiglie di prelibati vini veneti e friulani che rallegrarono le mense degli ufficiali austriaci e germanici più che quelle dei soldati ! E infine non dimentichiamo quella interminabile colonna di civili di circa 400.000 fra vecchi, donne e bambini che fuggendo lasciarono le loro case e i loro beni a disposizione dei saccheggiatori austro-germanici".