L’obiettivo austriaco tra propaganda e verità

Il Veneto nell'Obiettivo austro-ungarico. Eugenio Bucciol (1930–2015) storico atipico profondamente radicato nel territorio che racconta, cura un volume che comprende più di 200 foto conservate perlopiù nell'Archivio di Guerra di Vienna. Protagonisti sono il Veneto e il Friuli occupati dall'esercito austro-ungarico nell'ultimo anno della Grande Guerra.

Naturalmente si tratta di foto di propaganda, che mascherano accuratamente la brutalità e il dramma connaturati al conflitto. Non si vedono cadaveri, mutilati, scontri a fuoco, facce segnate dalla fame o dalla follia, donne abusate… Le uniche rovine che vengono riprese sono quelle dei paesi occupati; immagini che hanno lo scopo di mandare un messaggio rassicurante ai cittadini dell'Impero: stiamo avanzando e li abbiamo neutralizzati. Un quadro fin troppo pacato, che ci dice più sulle intenzioni degli occupanti che sulla vita reale degli occupati. Eppure, ad uno sguardo più accorto emergono da queste immagini anche ineludibili frammenti di verità. Il soldato-fotografo non riesce a sorvegliare tutte le variabili davanti all'obiettivo: c'è sempre un'espressione, un paio di piedi scalzi, una dispensa vuota che sfuggono al suo controllo e permettono a noi (a distanza di un secolo) una sorta di partecipazione emotiva alle vicende di quei soggetti e di quei luoghi.

È questa seconda lettura, al di là della propaganda austriaca, che Bucciol ci aiuta a realizzare – attraverso le sue brevi e incisive didascalie, talvolta arricchite da statistiche terribili che stridono con l'atmosfera quasi mite delle scene rappresentate. Ed è sempre questa adesione emotiva che fa emergere decine di piccole storie riguardanti la popolazione civile e anonimi soldati semplici, costretti a mettersi in posa ma i cui corpi comunicano paura, disagio e pena.

Dalla seconda di copertina:

Ottobre 1918. L'esercito austro-ungarico è allo stremo. Il Centro fotografico, che doveva propagandarne le imprese, ha cessato di operare. La sua produzione – 80.000 foto di tutti i fronti registrate fino all'aprile 1918 – si salverà in gran parte all'Archivio di guerra di Vienna (…)

Ogni tanto qualche foto rivedrà la luce per l'illustrazione di testi monografici o libri di guerra con funzione ornamentale o sussidiaria rispetto alla testimonianza scritta. Ma in questo libro il processo viene invertito: non più la foto è usata quale supporto della parola, bensì la parola viene adeguata alla foto, ne riveste l'anonima nudità nella ricerca di un'aderenza esplicativa. La foto diventa così filo conduttore, guida attraverso dodici temi corrispondenti ad altrettanti aspetti della Grande guerra, dal fronte, ai sequestri, alla coesistenza, via via fino alla conclusione emblematica dei cimiteri.

Le riproduzioni delle foto qui selezionate sono di proprietà del Centro di documentazione storica sulla Grande Guerra del comune di S. Polo di Piave (Treviso).