Gaetano Pietra (Castiglione delle Stiviere 1879 - Villanova dello Iudrio, Udine, 1961)
Professore ordinario di Statistica all'Università di Padova e all'Università di Ferrara, durante la sua vita rivestì molti ruoli importanti: membro dell'Istituto internazionale di statistica, socio dell'Istituto veneto di scienze lettere ed arti, presidente della Camera di commercio di Udine e Direttore dell'Istituto di Statistica nella Scuola superiore di commercio a Venezia.
Nel 1939, in conseguenza delle leggi razziali, divenne a Padova preside della Facoltà di Scienze Politiche in sostituzione di Donato Donati. Nello stesso anno fondò la Società italiana di statistica (SIS) che riunì gli statistici della scuola di Corrado Gini.
Eletto senatore per il collegio di Cividale del Friuli nelle file della Democrazia cristiana nel 1948, fece parte prima della Commissione esteri e poi della Commissione finanze e tesoro del Senato.
Nel suo libro, Gli esodi in Italia durante la guerra mondiale (1915-1918), Pietra affronta lo studio dei flussi dei profughi italiani che si verificarono lungo l'intero fronte bellico dal Trentino all'Isonzo, con un analisi più approfondita dell'esodo del Friuli nell'ottobre del 1917.
Punto di partenza sono i dati del Censimento dei profughi di guerra : Ottobre 1918, ai termini del Regio Decreto 14 Settembre 1918, a cura del Ministero per le terre Liberate. Ufficio censimento Roma, Tip. Ministero dell’Interno, 1919.
A pag. 8 si legge: "... Del Censimento, eseguito per schede individuali e per fogli di famiglia, furono pubblicate soltanto due tabelle riassuntive, l'una indicante il numero dei profughi distinti secondo la dimora di profuganza (provincie e comuni) l'altra secondo il domicilio originario (circondario o distretto). .... Tutte le altre notizie che avevano formato oggetto di rilevazione, o non sono state elaborate o in ogni modo non furono rese di pubblica ragione."
Pietra però riesce ad analizzare le schede originarie del Censimento relative ai fogli di famiglia, all'epoca conservate presso l'Istituto di Statistica dell'Università di Padova e ad elaborarne i dati allo scopo di ricostruire la fisionomia di quella parte della popolazione italiana che era stata profuga di guerra.
Interessanti le conclusioni a cui Pietra giunge nel suo libro:
- gli esodi in Italia si possono distinguere in evacuazioni parziali o in massa di un territorio disposte dalle autorità militari o civili, come quelle degli Altipiani del Vicentino nel 1916, dei territori rivieraschi del Piave nel 1917 e dei grandi centri di Venezia e Padova, e abbandoni spontanei delle proprie dimore da parte della popolazione davanti all'invasione nemica, come nel caso del Friuli e del Bellunese nell'ottobre del 1917.
- nel caso degli esodi disposti dalle autorità, i nuclei operai furono trasferiti nei grandi centri industriali dell'Italia settentrionale mentre i grossi nuclei contadini si allontanarono il meno possibile dalle loro terre.
- Nel caso degli esodi spontanei friulani circa un quinto della popolazione abbandona le proprie terre. Tra i profughi prevalgono le giovani donne, i vecchi e i bambini, ma a spostarsi è sempre il nucleo famigliare in tutto o in parte. Si spostano lungo le linee ferroviarie o le grandi reti stradali verso l'interno del Regno.