I libri a stampa

Nota di libri stampati non registrati nel Catalogo... (ASVe, Riformatori allo Studio, b.141, 20 gennaio 1784) di Carla Lestani (BUPd)


Quanti erano i libri a stampa originariamente presenti nella biblioteca dei Canonici al momento della soppressione? Dove erano conservati e come erano ordinati? Difficile rispondere, tenuto conto della mancanza di documentazione e della grande dispersione che ha diffuso in tutta Europa e in America molti preziosi esemplari in tre secoli di vita dell'istituzione: solo 154 gli incunaboli oggi conservati in Biblioteca Universitaria (45 dei quali provenienti da S. Bartolomeo di Vicenza) e 39 quelli conservati in Biblioteca Marciana. E i libri antichi? Anticipiamo alcune osservazioni su di un settore rimasto -fin'ora- privo di indagini, in vista di uno studio più approfondito di cui si darà conto altrove.

Nota dei libri stampati non registratiUna fotografia -per dir così- aggiornata all'anno 1600, sugli stampati posseduti dalla Biblioteca di Verdara, viene proposta dal manoscritto Vat. Lat. 11282, che fa parte di quel gruppo di codici in cui sono state conservate le liste dei titoli dei libri posseduti dai religiosi dei conventi e dei monasteri italiani, acquisite dalla S. Congregazione dell'Indice dei libri proibiti dopo la pubblicazione dell'Index librorum prohibitorum da parte di papa Clemente VIII nel 1596 (Vat. Lat.11266-11326). Fra i vari elenchi di biblioteche monastiche e conventuali o dei libri in uso di singoli monaci, frati e privati, già utilmente trascritti e facilmente consultabili dal sito "Le biblioteche degli ordini regolari in Italia alla fine del secolo XVI" della Vaticana, compare infatti anche Verdara con un "ALPHABETICUS. Librorum omnium index qui in communi Canonicorum Regularium Lateranensium biblioteca inventi sunt. Pat[a]uij in monasterio diui Ioannis in Viridario" terminato il 15 marzo 1600 da Gerolamo da Modena mentre era abate Claudio Sangervasi di Brescia (Vat. Lat.11282, cc.240r-257v; fotogrammi 242-260). A questo primo elenco va aggiunta una "Lista di libri del monastero di Santo Spirito dj Bergamo che sono a Padoua in S. Gio. Verdara per uso de studenti bergamaschj" realizzata dal consegnatario che si firma in calce Bonaventura da Bergamo, il 23 marzo 1600 (cc.285r-286v, fotogrammi  287-289) oltre ad altre 29 liste più ridotte, di libri in uso a diversi canonici residenti a Verdara, compreso l'abate, realizzate fra la fine del 1599 e l'aprile del 1600 (cc.258-329; fotogrammi 260-332). Altre liste si trovano nel Vat.Lat.11286 (cc.454 e 475; fotogrammi 453 e 476-477): quella dei "Libri prohibiti dati al S. Offitio" e di quelli "sospesi e da espurgare ritrovati nella libraria così publica come privata dei Canonici Regulari Lateranensi Padoua" realizzata il 15 ottobre 1599 (16 titoli; quest'ultima non censita in RICI).

Degli 864 titoli dell'Alphabeticus, 372 sono incunaboli e 121 cinquecentine (mentre per 177 non è possibile precisare a causa delle indicazioni troppo sommarie);  tenuto conto dei libri proibiti e "da espurgare" e facendo l'ipotesi che anche tutti i volumi in uso ai 29 canonici provenissero dalla biblioteca del monastero, la somma che se ne ricava è piuttosto consistente (2860 titoli), anche se un vero riscontro potrà essere effettuato solo al termine dell'inserimento nell'OPAC del Polo padovano di tutti gli esemplari ancora oggi conservati in Biblioteca Universitaria.

184 anni dopo la redazione di quelle liste, il bibliotecario Morelli che li aveva potuti vedere di persona nel 1784, afferrma nella sua "Memoria per la libreria e Museo di S.Giovanni di Verdara" (BNM, It.XI, 323 [=7107] d): "saranno cinque o sei mille incirca quasi di ogni materia"; il censimento, condotto negli anni grazie al contributo di diversi bibliotecari, ha permesso di identificare solo un migliaio di volumi, tutti riconducibili a Verdara grazie all'ex-libris apposto da Ascanio Varese al loro interno, e anche se non è stato possibile portarlo a termine, il divario fra i due dati resta consistente: è forse possibile che non tutti i libri provenienti da Verdara fossero stati marcati col talloncino ideato da Varese?

Gli incunaboli giunti da S. Bartolomeo di Vicenza ne sono privi, mentre i volumi più recenti che lo possiedono sono stati stampati nel 1735, ma certamente ne furono comprati anche in seguito, fra il 1736 e il 1783 prima della soppressione. Al momento del passaggio da Verdara alla Biblioteca Universitaria molti libri non vennero trovati durante i controlli e altri non erano stati registrati: fra le varie note redatte da Roculini c'è infatti quella "dei libri stampati registrati nel Catalogo che effettivamente non si sono trovati" (261 titoli, ASVe, Riformatori allo Studio b.141, 20 gennaio 1784) in cui i libri sono correttamente citati in successione alfabetica di cognome dell'autore, col titolo, il luogo e la data di stampa, il formato e in molti casi delle sigle alfanumeriche che vanno intese come una collocazione a indicare verosimilmente un armadio e il relativo scaffale (A 2, H 1 etc.).

Nota n.°I con le collocazioni dei volumiIn base alle collocazioni citate si può dedurre che gli armadi dedicati agli stampati erano 18, indicati con le lettere A-V e in ciascun armadio ci dovevano essere dai 6 agli 8 scaffali numerati a partire dall'alto: al livello 1 trovano posto per lo più volumi di piccolo formato (12°, 16° 24° e raramente qualche 8°) mentre a scendere (non tutti gli armadi sembrano avere lo stesso numero di scaffali, in genere dai 6 agli 8), si trovano in genere volumi in folio e in quarto, sistema tutt'oggi in uso nei magazzini dell'Universitaria che conferisce stabilità agli armadi alleggerendone il peso nelle parti superiori. Non risultano mai citate le lettere K e Z: si noti che nell'Index del 1760 sia L che K che le combinate KL o LK identificavano le segnature di manoscritti e incunaboli. La seconda lista, quella "dei libri stampati non registrati nel catalogo che si sono effettivamente trovati", invece procede elencando i pezzi grosso modo in successione di collocazione -compaiono altre segnature doppie DE, PQ oltre a ben 22 copie della Città di Dio edizione Benvenuti- e permette di poter ravvisare una classificazione per materia: la A per esempio sembra dedicata alla Sacra Scrittura.

Al termine della nota "dei libri stampati non registrati ..." (292 titoli) si può leggere un appunto interessante che vale la pena riportare:

"Oltre a questi libri posti sopra due tavole nella stanza del Museo ..., nella stessa stanza trovansi per terra, in tre differenti monti i Libri di nessun valore e solo buoni da vendersi a peso..."

distinti per formato (42 in folio; 132 in 4°; 227 in 8° e in 12°) che sommati a quelli non trovati danno un totale di 662 opere definitivamente perdute (il fatto spiega fra l'altro come un testo di Verdara si trovi oggi presso la Biblioteca del Seminario). Ma c'è di più: lo stesso Roculini propose e ottenne dai Riformatori di selezionare fra tutto il materiale librario arrivato i libri  che "e per le loro edizioni" e per il contenuto "non sono di verun uso e così concambiare li doppj con un qualche libraio acquistando altri corpi di libri che mancano in codesta publica Libraria" fatto che può dare ragione del divario di consistenze. Nella galleria un veloce colpo d'occhio sulle legature in pergamena di alcuni volumi: la mano che ha tracciato i titoli e le decorazioni sui dorsi sembra, in molti casi, la stessa; le decorazioni floreali a penna, assomigliano ad alcune inserite nelle pagine autografe vergate da Ascanio Varese (Marc.Lat.IV 90-93 [=2104-2107]), in particolare ai frontespizi e in chiusura dei testi.

In mancanza di testimonianze che aiutino a definire con sicurezza l'originaria disposizione di queste migliaia di volumi sulle scaffalature degli armadi, si è scelto di descriverli raggruppandoli in 8 classi, derivandole dalle 5 grandi sezioni che utilizzò Jacques-Charles Brunet per la sua Table méthodique du Manuel du Libraire et de l'amateur de livres (1865): Teologia, Diritto, Scienze ed arti, Belle lettere, Storia; un vasto ed utilissimo sistema di classificazione, tradizionalmente applicato al libro antico, che verrà presentato qui con alcune varianti per poter illustrare al meglio i volumi della Biblioteca.

Nota n.° I dei libri stampati...che non si sono trovati (ASVe, Riformatori allo Studio, b.141, 20 gennaio 1784)