110 le edizioni di autori classici e di patristica: più latini che greci (100 a 22) -molti commentati- nel solco ben tracciato dello studio delle fonti antiche che fin dal Duecento vide Padova in prima fila per restituirne i testi attraverso lo sviluppo di un sempre più raffinato metodo critico filologico-letterario: da Lovato Lovati scopritore delle presunte spoglie di Antenore, a Albertino Mussato ispirato da Seneca per le sue tragedie in lingua latina, senza dimenticare Pietro d’Abano, Rolando da Piazzola, Geremia da Montagnone e il magister fra tutti, Francesco Petrarca.
28 gli incunaboli; Cicerone è decisamente l'auctor più presente sia con le opere retoriche che quelle filosofiche, passando per l’epistolario (lettere Ad Attico, Bruto e Quinto, familiari) e le orazioni in diverse edizioni: per esempio quella in tre volumi stampata da Giunta a Lione nel 1537 o da Paolo Manuzio a Venezia nel 1542. Ma nella biblioteca si potevano leggere anche i trattati morali di Seneca; le descrizioni di paesi meravigliosi raccontate dal geografo Pomponio Mela; studiare la storia attraverso i Commentarii di Cesare, le Decadi del padovano Livio o l’epitome di Giustino e De viris illustribus di Aurelio Vittore.
Avvicinare i maestri dell’antichità era anche la strada migliore per conoscerne vita, costumi, istituzioni attraverso opere come le Antiquitates di Dionigi di Alicarnasso o le Notti Attiche di Gellio, e ovviamente approfondire la conoscenza della lingua latina affinando le proprie doti retoriche grazie ai consigli dei grammatici, tratti per esempio dalla Compendiosa doctrina di Nonio Marcello o le Institutiones di Prisciano, o esercitarsi sul modello di oratori come Eschine e Demostene, con le orazioni di Isocrate e le declamationes di Quintiliano.Anche nella scienza greci e latini restano le auctoritates da cui partire per nuove scoperte: Euclide nella geometria, Ippocrate per la medicina, o l'architettura di Vitruvio e la dietetica con Apicio; ma c'era materia anche per lettori in cerca di evasione che avrebbero potuto trovare tra gli scaffali i versi raffinati delle Nugae di Catullo, Tibullo "tersus atque elengans" o il Canzoniere di Properzio, ma anche l'opera omnia del cristiano Ausonio; e poi naturalmente le peripezie avventurose del romanzo greco: gli Argonautikà di Apollonio Rodio, i mirabilia di Eliano e le novelle esemplari di Esopo. Fra i testi più vicini ad Ascanio Varese anche una parodia come quella di Metamorfosi di Ovidio di Charles Coypeau D'Assoucy compositore e poeta libertino.
Molte edizioni sono pregevoli per la qualità e il livello dei commentatori che grazie alle loro ricerche di codici perduti e alle indagini sui testi contribuirono a far nascere e sviluppare il metodo filologico alla base di ogni edizione critica che si rispetti: Cristoforo Landino per Orazio; Pietro Marso per Silio Italico e il De officiis; Giorgio Valla per Cicerone, Domizio Calderini per Marziale e ancora le Commentationes a Svetonio di Filippo Beroaldo, i Commentari di Ognibene Bonisoli a Lucano. Sono anche presenti controversie filologiche di interpretazione su singoli elementi lessicali o lezioni e polemiche sul metodo critico utilizzato: per esempio quella che contrappose Giorgio Merlani al suo anziano maestro Francesco Filelfo per l'uso della forma Turcae -arum in luogo di Turci -orum; o quella sugli errori di Plinio cui prende parte Ermolao Barbaro con le Castigationes Plinianae.
Chiudiamo con una selezione di opere dei Padri della Chiesa: per cominciare le lettere di quell’infaticabile studioso, traduttore, esegeta che fu S. Gerolamo insieme ai commenti sulla Bibbia, onorato nella Biblioteca di Verdara da una scultura del Bonazza; poi l’opera completa in cinque volumi di S. Giovanni Crisostomo, quella di papa Leone Magno e le dispute su vari temi di San Tommaso d'Aquino. C'è l'edizione di Lattanzio curata da Giano Parrasio per i tipi di Giovanni Tacuino nel 1509 e l'apologetica dei padri africani Mario Mercatore allievo di S.Agostino che scrive contro i pelagiani o il racconto della persecuzione vandala tracciata da Vittore di Vita e Vigilio di Tapso e ancora l'ascesi nei trattati di Cassiano e nelle opere di Salviano di Marsiglia e Vincenzo di Lerins curate da Baluze