Guido Cibin

Guido Cibin (Oderzo 1860 - Schio 1947) Guido Cibin (Oderzo, 19 dicembre 1860 - Schio, 6 marzo 1947), Regio Ispettore Onorario dei Monumenti e degli Scavi per il distretto di Schio, è nome ben noto nel panorama culturale scledense tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.

Opitergino di nascita, Cibin si trasferì giovanissimo a Schio con la famiglia. Assecondando un’attitudine innata, seppe raccogliere nel tempo ogni genere di testimonianza rappresentasse ai suoi occhi un qualche valore storico-documentario. La sua vastissima e poliedrica collezione, talora davvero sorprendente per originalità e varietà di contenuti, annovera infatti reperti archeologici, cimeli della Prima Guerra Mondiale, una serie di documenti storici riguardanti Schio, il territorio vicentino e il Veneto, nonché monete e medaglie, libri, pubblicazioni varie e altro ancora.

Appassionato di archeologia fin dalla più tenera età, Cibin coltivò questo suo interesse per tutta la vita, occupandosi dei principali ritrovamenti archeologici dell’epoca riguardanti Schio, Magrè, Santorso, Piovene e altre località della zona. Nel 1908 partecipò in prima persona, assieme a don Rizieri Zanocco, alle ricerche presso la grotta di Bocca Lorenza, uno dei siti archeologici più importanti del comprensorio.

Fu forse in quell’occasione che Cibin iniziò a raccogliere i primi pezzi della sua collezione archeologica, intenzionato a preservarli dalla dispersione e mosso dall’autentico desiderio di poter contribuire attivamente alla nascita di un Museo Civico, “a decoro di Schio intellettuale e studiosa”. Cibin era infatti ben consapevole dell’importanza di questi reperti, grazie alle approfondite conoscenze in materia e alle informazioni ricavate attraverso una serie di contatti personali o epistolari allacciati con illustri archeologi del suo tempo, quali Luigi Pigorini, Paolo Orsi, Giuseppe Pellegrini, Alfonso Alfonsi e, più di recente, Alessio De Bon.

Il Museo Civico di Schio venne effettivamente costituito e aperto al pubblico nel 1912, nei locali delle Scuole tecniche al Castello, con Cibin in veste di Conservatore. La collezione museale comprendeva numerosi manufatti donati dallo stesso Cibin e da altri cittadini sensibili all'iniziativa, tra i quali il numismatico Teopisto Strolin. Di lì a poco, complice lo scoppio della Grande Guerra, il Museo venne però chiuso e non più riaperto.

Dopo alterne vicende, a partire dal 2014 la collezione costituita da Guido Cibin (ora collezione Cibin Gori) è stata affidata dagli eredi al Comune di Schio, in comodato d’uso gratuito. Nel 2016 il Comune di Schio ha stretto un accordo di collaborazione scientifica con il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova per il riordino e lo studio della raccolta archeologica e per la progettazione di idonee forme espositive.

 

Per un approfondimento sulla figura di Guido Cibin e sulla sua collezione archeologica:

P. Snichelotto, Guido Cibin e la sua raccolta, in G. Piccoli, L’arte a Magrè attraverso i secoli, a cura di P. Snichelotto, (“Quaderni di Schio”, 15), Schio 2013, pp. 70-80.

E. Ghiotto, Guido Cibin, in Targhe di Guerra dalla raccolta Cibin-Gori. La segnaletica della Grande Guerra dal Pasubio alla Valdastico, Schio 2015, pp. 6-9.

G. Fioratto, La collezione archeologica Cibin-Gori ora al Comune di Schio, in “Archeologia Veneta”, XLIII, 2020, pp. 188-201.