Nel febbraio del 1917 a Chiuppano venne realizzata per scopi militari una nuova stazione ferroviaria. Nel corso dei lavori, ad una profondità di circa 60 cm, emersero tre tombe di epoca romana costituite da cassette in laterizio contenenti resti di individui incinerati. I materiali pertinenti alle sepolture risultano attualmente dispersi, fatta eccezione per due manufatti recuperati da Guido Cibin e conservati nella sua collezione: si tratta di un bicchiere e di un piatto in ceramica comune depurata, che testimoniano l’usanza tipica del rito funebre romano di deporre cibi e bevande accanto ai resti dei defunti al termine di libagioni e banchetti.
Del ritrovamento venne data notizia dopo una ventina d’anni grazie ad Alessio De Bon (Romanità del territorio vicentino, Vicenza 1938, p. 59): le sue brevi indicazioni sono ad oggi tra le poche disponibili sullo scavo.
Bicchiere in ceramica comune depurata
Bicchiere in ceramica comune depurata con breve orlo estroflesso, ingrossato, arrotondato, con margine leggermente pendulo. Il corpo è ovoide, fortemente rastremato verso il fondo, desinente in un piede a disco indistinto rispetto alle pareti. L’esemplare misura 8,5 cm di diametro all’orlo e 4,2 cm al fondo, mentre l’altezza è pari a 8 cm. È modellato al tornio con un impasto depurato di color arancione, tenero e polveroso. Piccoli contenitori di forma analoga sono stati rinvenuti in contesti veneti e - più genericamente - padani, sia funerari che di abitato, databili all’età romana imperiale.
Piatto in ceramica comune depurata
Piatto in ceramica comune depurata con fondo piano, basse pareti leggermente curve e orlo arrotondato, ingrossato nella parte interna, leggermente rientrante. Misura 4,7 cm di altezza e poco più di 27 cm di diametro all’orlo. Le caratteristiche tecniche sono simili a quelle dell’esemplare precedente: l’impasto è arancione, depurato, tenero e polveroso, modellato al tornio. Si tratta di una forma non particolarmente comune nel repertorio delle ceramiche comuni depurate e di difficile datazione: è possibile proporre una datazione all’età romana imperiale sulla base dell’associazione con l’esemplare precedente e dell’analogia tra i due per caratteristiche tecniche.