Lo schioppo pneumatico

Uno strumento "scientifico" di Verdara, trovato dietro ad un armadio -come racconta Paolo Roculini in un'informativa ai Riformatori del 16 aprile 1784- venne sicuramente consegnato al Prof. Stratico: si trattava di uno schioppo pneumatico, o fucile a vento, un'arma vera e propria che sfruttava la forza elastica dell'aria per sparare fino a 20 proiettili a ripetizione, funzionando efficacemente come deterrente per malintenzionati, l'antesignano del fucile ad aria compressa.

Inventato nel 1779 dall'armaiolo Bartolomeo Girardoni (ma anche Gilardoni o Girandoni; 1729-1799), era costituito da una pompa ad aria che poteva essere opportunamente caricata; premendo il grilletto, l'aria compressa fino a sette/otto atmosfere e più ancora, veniva immediatamente liberata, spingendo il proiettile eventualmente inserito con la stessa forza di uno schioppo a polvere. Era possibile sparare più colpi ma riducendosi la quantità di aria utile nel serbatoio, l'efficacia dello stesso diminuiva progressivamente.

Lo schioppo di Verdara non è arrivato fino a noi, ma doveva assomigliare molto al quello che si conserva oggi presso il Museo di Castel Sant'Angelo di Roma e che Vi proponiamo nelle immagini; sul suo funzionamento discute Luigi Pacinotti nel suo Pneumatologia industriale, ovvero Applicazioni delle dottrine de' fluidi aeriformi e teoria delle macchine relative più specialmente del vapor d'acqua e delle macchine a vapore (1854).