Gemme, avori e ritratti in cera policroma

Pier Leone Ghezzi, Scilla (Ott.lat.3106, c.189r) di Carla Lestani (BUPd)

Pier Leone Ghezzi, l'amico pittore di Ascanio Varese a Roma, ebbe modo di vedere anche la sua raccolta di gemme e cammei e di immortalarne due nel codice Ottob. Lat.3106, i cui disegni vengono presentati qui per la prima volta (ringrazio per il controllo prezioso -e insostituibile durante il blocco causato dalla pandemia- Don Giacomo Cardinali, Reference Librarian della Biblioteca Vaticana): a c.189r del suo album, rappresenta in controparte la Scilla, una corniola rossa di particolare bellezza attribuita a Hyllos, aggiungendo di suo pugno, oltre ad alcune considerazioni artistiche in un lungo testo sotto il disegno

Questo disegnio è fatto sopra l’impronta di una bellissima corneola posseduta dal Generale | Varese de Canonici Lateranensi la di cui grandezza è posta da una delle bande

Anche la placchetta eburnea coi Santi Giovanni e Paolo grazie all'abate Alessandro Giuseppe Chiappini amico di Varese (1677-1751) era stata portata a conoscenza di Anton Francesco Gori che l'aveva poi pubblicata nel terzo volume dei Thesaurus veterum Diptychorum (Traversari 1988, p.57-60; Restituzioni 2000). 

"La parte più nobile e più importante" del Museo secondo il bibliotecario Roculini e sicuramente ricchissima sia considerando gli "Inventari dei camei e gemme" (Marc. It. XI, 323-asia considerando la "Nota" di quello che negli inventari non era stato compreso, anche se molte di esse -non minuziosamente descritte- restano di difficile identificazione: le osservazioni puntuali dell'Abate Morelli nella sua "Memoria" fecero sì che insieme alle medaglie, monete e statue venissero spedite a Venezia per arricchire lo Statuario e le raccolte di "Medaglie veneziane e forestiere" che già vi si trovavano.Pier Leone Ghezzi, Gemma appartenuta ad Ascanio Varese (BAV, Ott.lat.3106, c.185r) I "cammei" sono in piccola parte antichi, e per lo più di epoca rinascimentale, di probabile produzione italiana a "imitazione" dell'antico in pietra dura (calcedonio, diaspro, quarzo) e in conchiglia; fra essi anche alcune gemme magiche (Casoria Salbego 1983, p.222; Ravegnan 2003; Nardelli 2008).

A causa della facilità con cui questi preziosi di piccole dimensioni potevano essere spostati oltre che delle dispersioni che colpirono lo Statuario marciano fra il XVIII e il XIX secolo non è spesso più possibile ritrovare tra le raccolte giunte fino a noi molte delle gemme effettivamente provenienti da Verdara; utilissimo quindi il secondo disegno cui Ghezzi accompagna un lungo testo, che rappresenta un filosofo, appoggiato ad un bastone che indica la farfalla posata sopra un teschio, a ricordare il destino immortale dell'anima umana: dal greco ψυχή termine che significa sia "anima" che "farfalla"

Questo Disegnio (!) scolpito in una antica Gemma posseduta dal Rev(eren)do Padre Varese che fu Generale | de Canonici Lateranensi, grande amatore dell'antiche cose...

Giovane donna (MBPd, cera inv.430 [250]) Giovane donna (MBPd, cera inv.432 [252]) di Valeria Vettorato (Museo Bottacin, Padova) 

 

 Documentati nella Nota di Pitture e Scolture non comprese negl’inventari del Museo (ASV., Riformatori dello Studio di Padova, filza 141) semplicemente come “ritrattini in piccola forma di cera, o di altre paste dieci otto” e giunti con ogni probabilità nelle collezioni dei Musei Civici assieme alle altre opere provenienti dalla soppressa canonica già nel 1847, i quattro piccoli ritratti in cera raffiguranti tre giovani donne e un giovane uomo risultano presenti nell’inventario del Museo Bottacin redatto nel 1876.

I piccoli ritratti in cera policroma ad alto rilievo raffigurano ignoti personaggi di profilo in abiti presumibilmente databili fra la fine del XVI secolo e l’ìnizio del XVII secolo, essi sono contenuti in  cornici lignee dorate di forma ovale con decorazioni circolari e e cimiero intagliato a fogliami. La loro particolare forma ovale e il ritratto proposto di profilo ricorda medaglioni rinascimentali e proprio per tale motivo vennero passati dalle collezioni artistiche del Museo Civico alle collezioni numismatiche del Museo Bottacin.Giovane donna (MBPd, cera inv.433 [253]) Giovane uomo (MBPd, cera inv.431 [251])

I profili dei personaggi e il loro abbigliamento è minuziosamente descritto, gli abiti risultano particolareggiati, vengono riprodotti infatti tessuti riccamente decorati e dai colori vividi riportanti bottoni e decorazioni in rilievo oltre a gioielli e pettinature tutte differenti.Una piccola curiosità risulta il cartellino cartaceo di colore verde autografo di Nicola Bottacin riportante un numero di inventariazione che non corrisponde al loro reale numero di inventario ma forse ad una prima catalogazione provvisoria.