Bartolomeo Fabris

ASPd, Fogli di famiglia (1806-13) (di Carla Lestani, BUPD). 

Nella bibliografia ottocentesca, anche a causa di una documentazione povera, spesso dispersa o ambigua per la consuetudine di assegnare ai nuovi nati nomi simili in memoria dei parenti defunti, rendendo così complicata la loro esatta identificazione, si determinò uno scambio fra i due Bartolomeo -zio e nipote- custodi in successione del Museo di Storia Naturale. Di seguito i dati biografici significativi utili ad identificarli univocamente: 

GIOVANNI BATTISTA FABRIS (Bovolenta; 29 maggio 1723-8 ottobre 1778), farmacista e dal 6 agosto 1763 all’8 ottobre 1778. aiutante del prof. Antonio Vallisneri jr, con obbligo di «custodire il Museo»; l’8 agosto 1778 presentò richiesta ufficiale di essere sostituito nel servizio dal figlio Bartolomeo -che portava lo stesso nome del nonno (1°)- e già da alcuni mesi gli stava dando un aiuto anche nella redazione dell’Inventario de’ Corpi esistenti nel Pubblico Museo e del Catalogo Sistematico e Ragionato.

BARTOLOMEO FABRIS (2°; Padova, 3 settembre 1753 -1 febbraio 1813)
Figlio di Giovanni Battista e di Anna Perissutti, secondo di almeno quattro tra fratelli e sorella (Giovanni Maria, Alberto, Antonio e Anna); si addottorò «in philosophia et medicina» in Collegio Veneto il 4 dicembre 1771. Amico di Vallisneri jr e presente fra i testimoni delle sue ultime volontà, fu incaricato di portare a termine l’Inventario dei Generi presenti nel Museo e del Catalogo Ragionato da lui stesso suggeriti al docente e però commissionati al padre Giovanni Battista: il 15 novembre 1778 inviò ai Riformatori solo una parte dell’Indice Sistematico de’ Corpi esistenti nel Pubblico Museo di Storia Naturale completato per «il solo Regno vegetale» perché dovendo affiancare il padre malato, non aveva potuto terminarlo: l’elenco comprendeva «le Radici, i Legni, le Cortecie, le Foglie, le Sommità, i Fiori, i Semi ed i Frutti, nonché le Gomme, le Gomme Resine, le Resine solide, e liquide, ed i Balsami…ordinati e disposti secondo il sistema del celebre Dr. Linneo». Dopo la morte del padre -comunicata ai Riformatori con lettera del 9 ottobre 1778- chiese di poterlo sostituire nell’incarico di custode del Museo, rinnovando la richiesta il 15 novembre successivo quando, oltre al Catalogo presentò la nota-spese per gli anni 1777-1778 e ottenne l’incarico il 20 novembre 1778. Giambattista Ronconi lo dichiara «provisorio Direttore» del Museo dal 1779 al 1806 quando gli subentrò il prof. Renier, che chiese per lui al reggente dell’Università Pier Luigi Mabil l’incarico di «Ripetitore», descrivendolo come «uomo di probità somma, di savissima condotta e di matura età, … cose… per le quali sembrami doversi sorpassare a una qualche sua indisposizione di salute». Morì all’età di 60 anni, il 1 febbraio 1813, nello stesso anno del prof. Leopoldo Marcantonio Caldani.

BARTOLOMEO FABRIS (3°; Padova, 10 aprile 1790-18 settembre 1855)132
Figlio di Alberto e Caterina Ferrari, accompagnò lo zio Bartolomeo 2° negli ultimi anni di lavoro al Museo; anche Renier ne conferma l’anno di nascita: in una lettera del 25 febbraio 1813, lo dice di 23 anni, «età…la migliore e più adattata per essere attivo e capace alla laboriosa ordinazione del Gabinetto…è nativo ed abita colla famiglia in Padova; con tutti della famiglia gode la miglior opinione morale e politica; ha avuta una civil educazione, ha avuto sempre un ottima condotta, ed ha un indole tranquillissima e sommessa»133; è proprio lui che Renier aveva raccomandato al Reggente dell’Università pochi giorni prima nella lettera del 2 febbraio 1813, riferendo «che nel tempo di quest’ultima di lui malatia ha supplito in di Lui vece [di Bartolomeo 2°, lo zio]; che ha dimostrata molta attitudine a tutto ciò che riguarda quest’ispezione di custode; che ha molta disposizione a divenire bravo preparatore di Animali, avendo da poco tempo cominciato ad adestrarsi, che per essere Farmacista approvato ed esercitato è dotato delle cognizioni e della destrezza necessaria a un custode del Gabinetto; che sotto di me ha fatto con buona riuscita il corso intiero di Storia Naturale; che nutre come il Zio una premura per questo Stabilimento, tanto più che il Zio e l’Avo stesso [idest Giovanni Battista], sono stati custodi, e quasi direi per eredità nutrono un affezione per questo Stabilimento; che Lui, e la di Lui famiglia è di tutta probità, pontualità ed esattezza, e che perciò non saprei proporre persona più opportuna né più atta di questa», chiedendo che provvisoriamente sopraintenda anche alla movimentazione dei reperti «nel Teatro e alle dimostrazioni nelle lezioni». Bartolomeo 3° nel 1819 ricevette un premio insieme al padovano Luigi Sette e al taxidermista Carlo Francesco Bonomi di Milano per aver messo a punto un nuovo metodo di «imbalsamatura o conservazione dei corpi animali» che ne salvaguardava l’aspetto esteriore. Coletti afferma che rimase custode del Museo e assistente fino al 1825, quando gli sarebbe subentrato il Dott. Francesco Salani. Sempre nella lettera del 25 febbraio 1813, Renier al Rettore che chiedeva maggiori notizie sul giovane, scriveva: «il suo stato è discreto, mentre ha in comune col Padre [Alberto] e fratelli [Giovanni, Girolamo e Agostino] un ben sortito e molto accreditato negozio di farmacia, una estesa casa domenicale, dei beni altri stabili e qualche fondo».

Origine della confusione lo scritto di [Giambattista Ronconi], LXI-1831-1832 Cenni storici del Museo di Storia Naturale dell'I. R. Università di Padova e de' suoi in Prospetto degli scritti publicati da Tomaso Antonio Catullo ... compilato da un suo amico e discepolo..., Padova 1857, in cui a p.124 l'autore definisce Bartolomeo (2°) nipote di Giovanni Battista -mentre ne era figlio- e lo confonde quindi con Bartolomeo 3° -con cui verosimilmente aveva parlato- che effettivamente era nipote due volte, visto che Giovanni Battista era suo nonno per via del padre Alberto, e Bartolomeo 2° suo zio, per lo stesso motivo: a conferma, se ce ne fosse bisogno, il dato biografico di Giovanni Battista Ronconi (1812-1886) confrontato con l’anno di morte di Bartolomeo 2°, il 1813; forse basandosi su Ronconi, anche F. Coletti, Ricordi storici della Cattedra e del Gabinetto di Materia Medica nell’Università di Padova…, Padova 1871, p. 13, correggendo -senza motivare- il dato documentale che pure cita alla lettera.

(Per approfondimenti e i riferimenti documentari si rimanda a C. Lestani, Il Dr. Fabris, Verdara e il "Liocorno in Bollettino del Museo Civico di Padova, 2019, nn.108-109, pp.59-124).