Lo Stato Pontificio è l’entità statuale costituita dall’insieme dei territori su cui la Santa Sede esercitò il proprio potere temporale dal 752 al 1870 e, nella sua esistenza millenaria, fu uno degli organismi politici più influenti e prestigiosi d’Europa.
Tuttavia sembra che i papi abbiano iniziato a produrre moneta anche prima di affrancarsi dall’impero di Bisanzio cui erano inizialmente soggetti: per questo la data accertata della monetazione papale si spinge almeno fino al pontificato di papa Vitaliano (657-672). Una volta resisi indipendenti dall’Impero d’Oriente, le prime monete veramente pontificie furono battute da Adriano I, dal cui regno fino a quello di papa Giovanni XIV (984), a Roma si coniò ininterrottamente. Seguì quindi un periodo di circa tre secoli in cui il Senato di Roma emise monete a proprio nome senza riferimenti ai pontefici, fino a che, agli inizi del XIV secolo, la monetazione papale riprese ad essere prodotta e da allora tutti i papi (con l’eccezione di Leone XI, papa per sole quattro settimane nell’aprile 1605) tra Bonifacio VIII e Pio IX emisero monete a proprio nome. Dopo la conquista di Roma da parte dell’Italia nel 1870, non ci furono più emissioni fino alla creazione dello Stato Città del Vaticano nel 1929.
Fino al pontificato di Leone III (795-816), quando passò al sistema monetario carolingio, la monetazione pontificia era costituita da nominali di stampo bizantino. Anche con la ripresa delle coniazioni nel XIV secolo, i papi si limitarono alla ripresa di modelli monetari già esistenti: dapprima si basarono sul sistema fiorentino, per poi passare nel 1432 alla coniazione del ducato d’oro, sul modello della monetazione veneziana. Questo venne quindi sostituito nel 1531 dallo scudo, che divenne la moneta papale per eccellenza. Sempre nel XVI secolo si situa l’introduzione del baiocco e delle sue frazioni (1 scudo = 100 baiocchi = 500 quattrini): inizialmente esso era una moneta in argento, poi progressivamente svalutata, fino a quando, nel 1725, divenne completamente di rame. Nel 1866 Pio IX abbandonò il vecchio sistema baiocco/scudo in favore di uno uguale a quello della lira italiana, divisa in 100 centesimi.
La zecca di Roma non fu l’unica ad emettere moneta per conto dello Stato pontificio, ma anzi furono numerose quelle sparse per tutti i territori sotto il controllo del papato a poter vantare questo privilegio. Importante fu ad esempio la zecca di Bologna, creata nel 1194, sulle cui monete compare con frequenza il leone araldico simbolo della città e il motto BONONIA DOCET. Altre zecche, invece, si fregiarono spesso dell’immagine del proprio santo patrono: ecco quindi San Giorgio sulle monete di Ferrara, Sant’Ubaldo su quelle di Gubbio o Sant’Apollinare sulle emissioni di Ravenna.
Le monete papali, come si sa dalle poche notizie che si hanno sullo Strolin, erano una delle sezioni a cui il collezionista si dedicò con maggior passione. I quasi 500 esemplari giunti al comune offrono uno sguardo di tutto rispetto su oltre quattro secoli di storia della monetazione pontificia.
Paolo V (Camillo Borghese, 1605-1621), quattrino, zecca di Ferrara (1613)
D/ [+ · PAV]LVS · PP · V · [AN · P]ONT · VIII ·
Busto di Paolo V a sinistra, con camauro e mozzetta.
R/ FERRAR · PROTECTOR
San Giorgio, armato, a cavallo al galoppo verso destra, trafigge il drago con il dorso a terra e la testa rivolta verso l’alto; in esergo, 1613.
AE; 21 mm; 2,73 g; 2 h
Innocenzo X (Giovanni Battista Pamphilj, 1644-1655), quattrino, zecca di Gubbio (1648)
D/ INNOC - X · P · M · A · III ·
Stemma a targa senza cornice, sormontato da chiavi decussate e tiara; ai lati, F - G .
R/ SANCTVS PAVLUVS · AP ·
San Paolo, nimbato, in piedi di fronte, tiene con la destra il libro contro il fianco e con la sinistra lo spadone puntato a terra.
AE; 19 mm; 3,08 g; 12 h
Innocenzo X (Giovanni Battista Pamphilj, 1644-1655), mezzo baiocco, zecca di Gubbio (1654/1655)
D/ INNOC · X P · M · A · X ·
Stemma a targa sagomata, sormontato da chiavi decussate e tiara.
R/ In corona di due rami d’alloro salienti e legati in basso, su quattro righe, giglio / MEZO / BA˙I˙OC / CO.
AE; 27 mm; 7,95 g; 12 h
Innocenzo XII (Antonio Pignatelli, 1691-1700), quattrino, zecca di Bologna (1693)
D/ Nel campo, su tre righe, BONO / NIA / DOCET; in esergo, 1693.
R/ Leone rampante a sinistra, tiene fra le zampe anteriori il vessillo con banderuola, sventolante verso destra, con raffigurata la croce.
AE; 20 mm; 2,06 g; 2 h
Clemente XI (Giovanni Francesco Albani, 1700-1721), quattrino, zecca di Gubbio (1706)
D/ ✶ - CLEM · XI P · M · A · VII - ✶
Stemma ovale a fogliami, sormontato da chiavi decussate con cordone e tiara.
R/ SAN PETRVS · AP
Busto drappeggiato di San Pietro a destra, con nimbo radiato.
AE; 22 mm; 2,73 g; 6 h
Benedetto XIV, (Prospero Lorenzo Lambertini, 1740-1758) quattrino, zecca di Ravenna (senza data)
D/ Stemma sagomato, con punta a sinistra e volute irregolari.
R/ S · APOL · P · RAV ·
Sant’Apollinare, mitrato e con piviale, stante verso sinistra, tiene nella mano sinistra il pastorale obliquamente davanti al corpo e benedice con la destra una chiesa con campanile, situata in basso a sinistra, di fronte a lui.
AE; 19 mm; 1,74 g; 12 h
Pio VI (Giovanni Angelo Braschi, 1775-1799), scudo romano, zecca di Roma (1780)
D/ PIUS SEXTUS PONT · M · A · VI
Stemma ovale semplice in cornice ornata di volute, due cornucopie ricolme ai lati e conchiglia in basso; sopra, chiavi decussate a doppio cordone e tiara; in basso due ramoscelli d’olivo ai lati.
R/ AUXILIO DE SANCTO 1780
La Santa Chiesa col capo velato e raggiante, seduta frontalmente sulle nubi, tiene nella destra alzata le chiavi legate, di cui l’una eretta e l’altra pendente, e con la sinistra sorregge su nubi un tempio a cupola; sotto le nubi, stemma.
AR; 42 mm; 26,08 g; 12 h
Pio VI (Giovanni Angelo Braschi, 1775-1799), giulio, zecca di Bologna (1785)
D/ PIVS · VI P · M · 1785
Stemma ovale, in cornice a volute, sormontato da chiavi decussate con cordone e fiocco, e da tiara; in basso, ai lati, due armette ovali con la punta verso l’interno (a sinistra, quella del cardinale Boncompagni sormontata da cappello e a destra quella della città, sormontata da testa leonina); in esergo, 10.
R/ PRAESID · ET · DECVS · BONON
Mezza figura frontale della Madonna di San Luca, nimbata, coronata e velata, con il Bambino, sempre nimbato e coronato, sul braccio sinistro.
AR; 23 mm; 2,63 g; 12 h
Pio VI (Giovanni Angelo Braschi, 1775-1799), doppio carlino, zecca di Roma (1795)
D/ PIVS SEXTVS · M · A XX ⭑
Grandi chiavi decussate e legate con due cordoni intrecciati e due fiocchi pendenti, sormontate da tiara.
R/ Nel campo, su quattro righe, DVE / CARLINI / ROMANI / 1795, tutto in cartella ornata in alto da una testina frontale che soffia verso il basso tra due volute e due rami d’alloro pendenti; in basso, conchiglia.
MI; 26 mm; 5,67 g; 12 h
Pio VII (Barnaba Niccolò Maria Luigi Chiaramonti, 1800-1823), baiocco, zecca di Bologna (1816)
D/ Nel campo, sopra una linea, PIVS / SEPTIMVS / PONTIFEX / MAXIMVS; sotto, MDCCCXVI / tre teste di moro / B.
R/ PONTIFICATVS ANNO XVI
Stemma a cuore, piegato verso sinistra, poggiato su una mensola, sovrapposto a chiavi decussate e sormontato da una tiara con bende svolazzanti in basso; in esergo, BAIOCCO.
AE; 33 mm; 11,11 g; 12 h
Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1846-1878), lira, zecca di Roma (1866)
D/ PIVS IX PON · MAX · AN · XXI
Busto di Pio IX a sinistra, con berrettino, mozzetta e stola ornata da una croce raggiante fra ornati; sotto il busto, fiore a sei petali tra due volute.
R/ ⭑ STATO ⭑ PONTIFICIO ⭑
Nel campo, 1 / LIRA / 1866, tra due rami salienti annodati in basso, ciascuno con gruppi alternati di foglie di alloro e di quercia; sotto al nodo dei due rami, R.
AR; 23 mm; 4,97 g; 12 h