Con la vittoria ad Azio nel 31 a.C. e con la sua successiva nomina ad Augusto da parte del Senato nel 27 a.C., Ottaviano diede formalmente inizio all’impero. Egli si accorse ben presto che la monetazione repubblicana non era più in grado di far fronte alle nuove esigenze di un impero composto da regioni diverse. Per questo motivo nel 23 a.C. diede corso a una radicale riforma monetale: il ruolo centrale fu assegnato ancora al denario, ma l’elemento innovativo fu la creazione di un articolato insieme di nominali in oro, argento, oricalco (una lega di rame e zinco simile all’ottone) e rame, ciascuno dei quali collegato agli altri da rapporti fissi di cambio, garantiti dallo Stato e capaci di adattarsi a tutti i livelli di spesa.
Per quanto riguarda la tipologia monetale, al dritto si impose il ritratto imperiale, mentre il rovescio fu impiegato per veicolare messaggi complementari, definendo le qualità e le realizzazioni politiche, militari e monumentali dell’augusto. Proprio per questo motivo la più numerosa delle categorie tipologiche è quella pertinente alla sfera del culto, della religione e della mitologia. Sulle monete compaiono gli dei del pantheon romano e numerose personificazioni, rappresentazioni simboliche di concetti astratti in forma umana, utilizzate dagli imperatori ai fini della diffusione di indirizzi di governo e di qualità morali.
L’assetto monetario augusteo, con piccoli aggiustamenti, rimase stabile per oltre due secoli. In seguito alla profonda crisi politica e militare della seconda metà del II secolo d.C., esso entrò in un inesorabile declino aggravato da scelte monetarie spesso di breve durata, come l’introduzione di una nuova moneta d’argento, ossia l’antoniniano (emesso per la prima volta da Caracalla nel 215 d.C.), o l’estremo tentativo di salvaguardare il sistema augusteo proposto da Diocleziano. L'intervento di quest'ultimo portò alla creazione, tra altri nominali, del follis di bronzo, che pur con successive riduzioni e trasformazioni, rimase la moneta cardine di tutto il IV secolo.
A Costantino, nel 309-311, si lega la svolta finale della lunga storia della moneta di Roma: egli adottò l’oro come base per una nuova monetazione e diede vita al solido o soldo (altro nome emblematico e destinato ad una grande fortuna) che continuò a essere coniato in Occidente ben oltre la caduta dell’impero e rimase poi per molti secoli la moneta centrale del sistema bizantino; contemporaneamente diminuì il peso del follis e ridusse drasticamente l’emissione della moneta argentea. La riduzione ponderale della moneta di bronzo, destinata allo scambio minuto, fu uno degli sviluppi più caratteristici della monetazione imperiale nel IV-V secolo d.C., fino al raggiungimento di uno standard minimo di circa un grammo.
Tra III e V secolo anche le raffigurazioni monetali subirono dei cambiamenti: al dritto il ritratto divenne sempre più schematico, mentre al rovescio i tipi divennero ripetitivi e genericamente allusivi alle vittorie e alla gloria di Roma.
La serie romana imperiale, con oltre 1500 pezzi, è la più importante e consistente, della collezione Strolin. Si tratta quasi esclusivamente di esemplari in metallo vile, ma è evidente il tentativo di completare la raccolta, coprendo l’intero arco cronologico dell’impero con una rappresentatività pressoché esaustiva di tutti gli imperatori, oltre che di diversi altri membri delle varie famiglie imperiali e persino di qualche usurpatore.
Ottaviano, denario, zecca di Roma (29-27 a.C.)
D/ Testa nuda di Ottaviano a destra; dietro la testa, contromarca incisa.
R/ Tempio su basamento, con colonnato nella parte inferiore; Vittoria su globo sulla sommità del frontone e due guerrieri alle estremità laterali; sull’architrave, [IMP CAESAR].
AR; 19 mm; 3,97 g; 12 h
Augusto, quadrante, zecca di Roma (5 a.C.)
D/ SISENNA APRONIVS IIIVIR
Altare
R/ GALVS MESSALLA A A A F F
Nel campo, S C.
AE; 18 mm; 3,27 g; 7 h
Augusto, asse, zecca di Roma (11-12 d.C.)
D/ [IMP CAESAR] DIVI F AVGVSTVS IMP XX
Testa nuda di Augusto, a sinistra.
R/ PONTIF MAXIM TRIBVN POT XXXIIII
Nel campo, S C.
AE; 28 mm;11,13 g; 12 h
Tiberio, asse, zecca di Roma (15-16 d.C.)
D/ [TI CAES]AR DIVI AVG F AVGVST IM[P VII]
Testa nuda di Tiberio a destra.
R/ [PONT]IF MAXIM TRIBVN POTEST XVII
Figura femminile (Livia?), velata e drappeggiata, seduta in trono verso destra; tiene nella mano destra una patera e nella sinistra un lungo scettro; i piedi poggiano su di uno sgabello; ai lati, S - C.
AE; 27 mm; 10,54 g; 12 h
Tiberio per il Divo Augusto, asse, zecca di Roma (22/23-30 d.C.)
D/ DIVVS AVGVSTVS [PATER]
Testa radiata di Augusto a sinistra.
R/ Altare, chiuso da una doppia porta pannellata e con ornamenti incerti nella parte superiore; ai lati, S - C; in esergo, PROVIDENT.
AE; 31 mm; 10,50 g; 7 h
Claudio, sesterzio con contromarche, zecca di Roma (41-50 d.C.)
D/ [T CLAVDIVS CA]ESAR AVG [P M TR P IMP]
Testa laureata di Claudio a destra. Dietro la testa, in contromarca di forma rettangolare, PRO; sotto il mento, in altra contromarca rettangolare, IMP (tutto in nesso).
R/ [SPES AVGVSTA]
Spes, drappeggiata, avanza verso sinistra, alzandosi la veste con la mano sinistra e tenendo nella destra sollevata un fiore; in esergo, S C.
AE; 34 mm; 21,22 g; 7 h
Il fenomeno della contromarcatura consiste nell’apposizione di un marchio sul corpo della moneta dopo la sua emissione; questo poteva essere una lettera, un gruppo di lettere, un monogramma, una piccola figura. Generalmente nel mondo antico lo scopo era molteplice e andava dalla consacrazione della moneta in un santuario, alla tariffazione con un nuovo valore, all’autorizzazione alla circolazione da parte di un’autorità diversa da quella iniziale. Durante l’epoca giulio-claudia e flavia, il fenomeno era molto diffuso sia in Oriente che in Occidente, in quest’ultima area particolarmente lungo il confine gallo-germanico; aveva per lo più lo scopo di estendere la vita di esemplari molto usurati o di legittimare la circolazione di monete imitative assai diffuse in queste zone. In altre parole, servivano per rassicurare gli utilizzatori che tali esemplari possedevano ancora valore legale e potevano essere utilizzati. Le contromarche PRO (= probatum, ossia “approvato”) e IMP in monogramma (= imperator), che si ritrovano assai frequentemente su sesterzi e dupondi di Claudio, servono per indicare l’approvazione imperiale durante il regno di Nerone o, al più tardi, quello di Tito.
Nerone, asse, zecca di Roma (64-68 d.C.)
D/ NERO CAESAR AVG GERM IMP
Testa laureata di Nerone a destra.
R/ PACE P R VBIQ PARTA IANVM CLVSIT
Prospetto frontale del tempio di Giano, con finestre a grata sulla destra e con porta a due ante, chiusa, sulla sinistra; sopra la porta, una ghirlanda.
AE; 27 mm; 10,82 g; 6 h
Domiziano, asse, zecca di Roma (92-94 d.C.)
D/ IMP CAES DOMIT AVG [GERM] COS XVI CENS PER P P
Testa laureata di Domiziano a destra.
R/ VIRTVTI [AVG]VSTI
Virtus, drappeggiata, stante verso destra con il piede sinistro posato sopra un elmo, tiene nella mano destra la lancia e nella sinistra il parazonium (corta spada in dotazione agli alti ufficiali); nel campo, ai lati della figura, S - C.
AE; 27 mm; 9,85 g; 6 h
Adriano, sesterzio, zecca di Roma (121/122 d.C.)
D/ IMP CAESAR TRAIAN HADRIANVS AVG
Busto laureato, drappeggiato e corazzato di Adriano a destra.
R/ P M TR P COS III
Spes, drappeggiata, avanza verso sinistra alzandosi la veste con la mano sinistra e tenendo nella destra sollevata un fiore; nel campo, ai lati della figura, S - C.
AE; 34 mm; 28,07 g; 6 h
Marco Aurelio, sesterzio, zecca di Roma (febbraio-dicembre 168 d.C.)
D/ M ANTONINVS [AVG] ARM PARTH MAX
Testa laureata di Marco Aurelio a destra.
R/ TR POT XXII IMP V COS III
Aequitas, drappeggiata, seduta verso sinistra, tiene nella mano sinistra la cornucopia e nella destra protesa in avanti la bilancia; nel campo, ai lati della figura, S - C.
AE; 31 mm; 24,96 g; 2 h
Severo Alessandro, sesterzio, zecca di Roma (231-235 d.C.)
D/ IMP ALEXANDER PIVS AVG
Busto laureato, drappeggiato e corazzato di Severo Alessandro a destra.
R/ MARS VLTOR
Marte, elmato e in abiti militari, avanza verso destra portando la lancia nella mano destra e lo scudo sul braccio sinistro; nel campo, ai lati della figura, S - C.
AE; 31 mm; 23,10 g; 1 h
Severo Alessandro per Giulia Mamea, sesterzio, zecca di Roma (222-235 d.C.)
D/ IVLIA MAMAEA AVGVSTA
Busto diademato e drappeggiato di Giulia Mamea a destra.
R/ FELICITAS PVBLICA
Felicitas, drappeggiata, stante frontalmente con la testa volta verso sinistra e le gambe incrociate, si appoggia con il braccio sinistro ad una colonnetta e tiene nella mano destra il caduceo; nel campo, ai lati della figura, S - C.
AE; 30 mm; 21,52 g; 12 h
Filippo I per Filippo II cesare, sesterzio, zecca di Roma (244-246 d.C.)
D/ M IVL PHILIPPVS CAES
Busto drappeggiato di Filippo II a destra.
R/ PRINCIPI IVVENT
Filippo II, in abiti militari, stante verso sinistra, tiene la lancia riversa nella mano sinistra e il globo nella destra protesa in avanti; nel campo, ai lati della figura, S - C.
AE; 28 mm; 15,37 g; 12 h
Probo, antoniniano, zecca di Ticinum (276-282 d.C.)
D/ [IMP] C PROBVS AVG
Busto radiato e corazzato di Probo a destra.
R/ PROVIDEN[T] A[V]G
Providentia, drappeggiata, stante verso sinistra, tiene nella mano sinistra un lungo scettro di traverso e il globo nella destra protesa in avanti; in esergo, BXXI.
MI; 23 mm; 4,37 g; 1 h
Licinio I per Licinio II cesare, follis, zecca di Cyzicus (321-324 d.C.)
D/ D N VAL LICIN LICINIVS NOB C
Busto elmato e corazzato di Licinio II a sinistra; tiene con la mano destra la lancia appoggiata sulla spalla e lo scudo sul braccio sinistro.
R/ IOVI CONSERVATORI
Giove, nudo con clamide che gli cade dalla spalla sinistra, tiene nella mano destra una Vittoria su globo e nella sinistra uno scettro a forma di aquila; ai suoi piedi, a sinistra, aquila con corona nel becco; a destra, prigioniero seduto verso destra; nel campo, a destra, X / IIm ; in esergo, SMKB.
AE; 20 mm; 3,12 g; 12 h
Costantino I, follis, zecca di Roma (321 d.C.)
D/ CONSTANTINVS AVG
Testa laureata di Costantino I a destra.
R/ D N CONSTANTINI MAX AVG
Su tre righe, entro corona d’alloro, VOT / • / XX; in esergo, R Q.
AE; 18 mm; 2,27 g; 6 h
Costantino I per Costante cesare, follis, zecca di Thessalonica (336/337 d.C.)
D/ CONSTANS NOB CAES
Busto laureato, drappeggiato e corazzato di Costante a destra.
R/ GLORIA EXERCITVS
Due soldati, stanti uno di fronte all’altro, tengono la lancia riversa con la mano esterna e si appoggiano con l’altra su di uno scudo; tra di loro, uno stendardo; in esergo, SMTSΔ.
AE; 17 mm; 1,66 g; 7 h
Costantino II, Costanzo II e Costante per Elena, AE 3, zecca di Constantinopolis (337-340 d.C.)
D/ [FL] IVL HELENAE AVG
Busto drappeggiato, con manto ornamentale e collana di Elena a destra.
R/ PA[X] PVB[LI]CA•
Pax, drappeggiata, stante verso sinistra tiene nella mano sinistra un lungo scettro di traverso e il ramo di palma nella destra protesa in avanti; in esergo, CONSE.
AE; 15 mm; 1,56 g; 6 h
Magnenzio, AE 2, zecca di Lugdunum (350-353 d.C.)
D/ D N MAGNENTIVS P F AVG
Busto drappeggiato, corazzato e con diadema a rosette di Magnenzio a destra.
R/ FELICITAS REI PVBLICAE
Magnenzio, in abiti militari, stante verso sinistra, tiene nella mano sinistra uno stendardo con il cristogramma e una Vittoria su globo nella destra protesa in avanti; in esergo, RSLG.
AE; 22 mm; 4,82 g; 6 h
Giuliano II, AE 3, zecca di Aquileia (361-363 d.C.)
D/ D N FL CL IVLIANVS P F AVG
Busto elmato, corazzato e con diadema di perle di Giuliano II a sinistra; tiene la lancia nella mano destra e lo scudo sul braccio sinistro.
R/ Entro corona d’alloro, VOT / X / MVLT / XX; nel campo, in basso, •; in esergo, AQVILP.
AE; 20 mm; 3,19 g; 2 h
Arcadio, AE 4, zecca di Cyzicus (388-392 d.C.)
D/ D N ARCADIVS P F AVG
Busto drappeggiato, corazzato e con diadema di perle di Arcadio a destra.
R/ [SALVS RE]I PVBLICAE
Vittoria, drappeggiata, avanza verso sinistra, tenendo con la mano destra un trofeo d’armi appoggiato sulla spalla e trascinando con la sinistra un nemico a terra; nel campo, a sinistra, cristogramma; in esergo, [S]MK[-].
AE; 14 mm; 1,15 g; 12 h
Onorio, AE 3, zecca di Alexandria (395-401 d.C.)
D/ D N HONORIVS P F AVG
Busto drappeggiato, corazzato e con diadema di perle di Onorio a destra.
R/ VIRTVS EXERCITI
Onorio, in abiti militari, stante verso sinistra ma con la testa rivolta a destra, tiene nella mano destra una lancia e con la sinistra si appoggia su di uno scudo posato a terra, mentre viene incornato da una Vittoria, drappeggiata, con la corona d’alloro nella mano destra e il ramo di palma nella sinistra; in esergo, ALEA.
AE; 17 mm; 2,32 g; 5 h