Il gesuita Claude Buffier (1661–1737), professore di filosofia e teologia a Rouen e di letteratura presso il Collegio dei Gesuiti a Parigi, scrisse anche di grammatica, storia ed educazione. Nel 1715 uscì la prima edizione della sua Géographie Universelle,fortunato testo didattico nel quale Buffier prestava grande attenzione alle tecniche di memorizzazione.
Egli in particolare promuoveva l'uso dei vers artificiels, filastrocche in rima costruite per favorire la registrazione mnemonica di eventi o toponimi, utili sia nello studio della geografia che della storia. Essi rivelano un certo grado di parentela con escamotage a noi familiari come la filastrocca, questa volta giocata sull'acronimo anziché sulle rime, usata a lungo nelle scuole elementari italiane per permettere agli alunni di ricordare la partizione delle Alpi: "Ma con gran pena le reti Antonio cala giù".
Il Museo ha ricevuto in dono la versione italiana dell'editore Desideri (1800, seconda edizione). In essa i vers artificiels sono rifiutati come "barbara poesia […] di peso alla gioventù", in polemica con chi in passato anche da noi li aveva accolti, appoggiandosi goffamente anche a reminiscenze illustri. È il caso di un'edizione veronese del 1765 che per Mantova richiamava i versi danteschi: «Là dove il Mincio trovando una lama in quella si distende e la 'mpaluda, siede Città, che Mantova si chiama». L'edizione conserva però la struttura a domande e risposte del testo originale. Anche questa rientrava tra le forme di mnemotecnica diffuse nelle scuole in vari ambiti disciplinari. In quello geografico fu riproposta almeno fino agli inizi del XX secolo, a testimoniare il protrarsi di una concezione prevalentemente descrittivo-enumerativa della disciplina.
Il volume è aperto da un trattatello sull'uso del globo terracqueo e chiuso da un'esposizione della geografia biblica.
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Pagine in viaggio: gli itinerari
Un ex libris ci rivela che il volume fece parte, nella prima metà del XIX secolo, della biblioteca privata della marchesa Giuditta Mazzaroni Passari: questo consente di localizzarlo ad Altidona in provincia di Fermo, dove si trovava la villa di famiglia.