Nel noto dialogo immaginato da Antoine de Saint-Exupery, il Geografo incontrato dal Piccolo Principe gli presenta la Geografia come la scienza che descrive "cose eterne", quasi una disciplina della fissità. Diversamente dal vecchio “geografo da tavolino”, però, proprio come il piccolo esploratore protagonista del racconto, chi pratica la geografia sul terreno fa continua esperienza della mobilità del proprio oggetto di studio. Le forme apparentemente immobili sono anch’esse in movimento, seppur la velocità della trasformazione risulta difficilmente visibile all’occhio umano, muovendosi su scale temporali più lunghe. Ne consegue la necessità di aggiornare e “muovere” continuamente i dati presenti sulle carte: dalle novità introdotte dai viaggi di esplorazione alla correzione di errori di rilevamento, dagli interventi umani sul territorio fino ai cambiamenti di confine dettati da guerre e trattati, sono moltissime le cause che nel tempo hanno indotto i cartografi a correggere vecchie rappresentazioni, gli incisori a raschiare le loro matrici, gli editori a introdurre in catalogo nuove edizioni.
I concetti di mappa e di mobilità si accordano naturalmente: la mappa nasce come strumento per orientarsi nello spazio da percorrere per ritornare all’acqua, alle aree più ricche di cibo o alle comunità vicine. Come ci ricorda Calvino, la mappa è Odissea, il cardine di ogni viaggio, l’architettura di un racconto in movimento.
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per scoprire alcuni esempi di carte “in movimento”: