2. ARMANDO MORBIATO

Tre fratelli Albino Danilo Adriana nel 1942
Armando Morbiato con i fratelli minori Danilo e Adriana nel 1942

I beni in mostra sono stati donati al Museo da Armando Morbiato, le cui collezioni cartografiche sono il frutto di un’irrefrenabile passione e di una vita avventurosa che lo ha condotto ai quattro angoli del mondo, dall’Europa all’Australia, dall’Africa alle Americhe.

Nato a Padova nel 1933, primogenito di sette fratelli, Armando Morbiato cresce nel piccolo paese di Camin, in una zona agricola alle porte della città. Nel 1944, finite le scuole elementari, com'era consuetudine per i ragazzi del tempo, viene indirizzato nella bottega di un artigiano per imparare il mestiere; due anni dopo entra come apprendista nella falegnameria Cacco, dove rimane fino al 1957. Armando però, a differenza degli altri ragazzi, porta con sé un istinto diverso, quello del viaggiatore: una propensione alla scoperta, alla novità, alla ricerca di nuovi orizzonti.

È attraverso il grande Atlante De Agostini dell'amico Elia che inizia a scoprire il mondo e ne rimane affascinato. Lo consulta e lo ammira ogni volta che gli è possibile, tracciando itinerari da giovane "sognatore". Finché a Villa Giovanelli, dove si è recato con padron Cacco per riparare antichi mobili, ha un incontro segnante: poggiato su un leggio, al centro della biblioteca dei facoltosi proprietari, è l'Atlante novissimo di Antonio Zatta stampato a Venezia nel 1785, aperto su una carta geografica che rappresenta la parte orientale dell'America del nord. Armando rimane folgorato, travolto da un'emozione che resterà indelebile. Èattraverso quell'incontro che affiora in lui una nuova consapevolezza: “la voglia di mondo”, come la chiamerà lui nei suoi racconti.

immagine colonie nord america

Antonio Zatta, Il Canadà, le Colonie Inglesi con la Luigiana e Florida, 1778

Incapace di accettare una vita rassicurante nella piccola Camin, Armando decide così di assecondare il suo istinto all'erranza, proiettato nella realizzazione dell'io attraverso la conoscenza e l'avventura. È il luglio 1957. Parte con l'unico mezzo che ha a disposizione, il più prezioso: il suo lavoro. Parte come emigrante alla volta dell'Australia. Ma è un emigrante atipico, che abbina alla necessità di migliorare la sua posizione economica la curiosità dell'esploratore, appunto, di chi studia gli itinerari, cerca nuove terre da conoscere e nuove persone da incontrare, arricchendo così il suo bagaglio interiore.

Morbiato a Trieste
Armando a Trieste nel 1954. Sullo sfondo l’incrociatore “Duca degli Abruzzi”

Il nostro viaggiatore salpa con la nave Aurelia dal porto di Genova il 4 luglio 1957. Il suo viaggio lo porta dapprima a intravedere l'Africa, una visione che gli suscita un'emozione intensa di cui lascia traccia nelle sue lettere:

Alle 7:20 una leggera striscia di terra appare a sud: è l'Africa, lo so e fa una certa impressione. Per anni l'ho considerata quasi un mito, ora ci sono.

Attraversato l'Oceano Indiano, giunge infine a Sidney. Questa è in realtà la prima tappa di un itinerario quasi ininterrotto che lo condurrà a scoprire gran parte del pianeta. Rimane infatti in Australia fino al giugno 1961, quando inizia un lungo viaggio di ritorno che lo porta, attraverso il sud-est asiatico, il Giappone e la Siberia, a rientrare in Italia nel successivo mese di ottobre. Dal 1962 al 1964 lavora in Germania ed in Svizzera. L’8 dicembre 1964, con il fratello Francesco, parte da Camin alla volta di Cape Town a bordo di una Fiat 600.

Si parte alle 7.30. Papà con la mano sul tetto della Seicento, quasi un ultimo tentativo di trattenerci, ci accompagna fino alla fine di strada Liguria, a Camin. Facciamo una fatica enorme a trattenere il groppo dentro di noi. 

Dopo 66 giorni di viaggio, l’11 febbraio 1965 i due giungono a Cape Town. Rientrato con Francesco nel giugno 1966, Armando in agosto è già a Londra e, in ottobre,  raggiunge il Canada; attraversa quindi le Americhe da Nord a Sud, concludendo questo decennio di viaggi a Buenos Aires. Rientra poi definitivamente in Italia nel giugno 1967.

Armando Morbiato con la carta di Venezia
Armando nel suo studio nel 2021

Tornato nel paese natio, Armando riprende a lavorare in fabbrica. Se la stagione da instancabile viaggiatore può dirsi conclusa, la mai sopita passione per la cartografia nata da bambino sta però per irrompere con forza nella sua vita, inaugurandone un nuovo, importante capitolo. Le carte saranno quegli oggetti che gli consentiranno di continuare a viaggiare. Alla fine degli anni Settanta lo porta a frequentare con regolarità la libreria antiquaria Perini a Verona, dove per 50 o 100 lire acquista dal cassetto degli "scarti" fogli sciolti o pagine di volumi datati tra il XV e il XIX secolo che salva, letteralmente, da un potenziale destino da rifiuto ed eleva a "pezzi" della sua personale collezione, che inizia così a comporsi ed arricchirsi di oggetti via via più importanti. Tra il 1977 ed il 1979 la collezione si fa sempre più cospicua, così, nel 1979, incentivato da un amico, prende parte per la prima volta da venditore al mercatino di Brugine, che diventa per lui una tappa fissa fino al 1981, anno in cui prende la licenza e trasforma, infine, la passione in un lavoro. Armando Morbiato, il sognatore, il viaggiatore, l’esploratore, il collezionista, il mercante. Inizia così a frequentare vari mercati italiani, da Asolo, a Venezia, Mantova, Città di Castello, Fano fino a Sorrento, specializzandosi nella riparazione di antichi fogli lacerati o rovinati, a cui dona una nuova vita. Diventato un professionista, un collezionista e un esperto mercante riconosciuto anche a livello internazionale e presente alle principali fiere europee del settore, Armando arriva a possedere una cospicua e pregiata collezione. L’amore per gli atlanti e le carte raccolte, la consapevolezza del loro valore non solo materiale ma anche come patrimonio di conoscenza geografica del mondo, lo porta, nel 2021, a donare una parte di questa collezione al Museo di Geografia dell'Università di Padova, perché ne faccia un patrimonio accessibile a tutti coloro che condividono, o condivideranno, la sua stessa passione. Armando Morbiato è, così, per tutte e tutti noi, anche il donatore.