Festeggiamenti

programmi_1922_Numero UnicoI festeggiamenti per il Settimo Centenario iniziarono il 14 maggio alle ore 9:30 con l'inaugurazione della Mostra degli strumenti scientifici, organizzata dalla commissione di cui Emanuele Soler era il presidente. L'esposizione rimase aperta al pubblico fino al 15 giugno.

Nel primo pomeriggio si svolse la prima adunanza dei delegati, nell'Aula Magna di Palazzo Bo. L'incontro si aprì con il dono del Comitato delle Signore: le mazze rettorali. Le originali erano state rubate in epoca austriaca e se ne erano perse le tracce; così la contessa Maria Papafava dei Carraresi diede ad Alberto Bellotto, noto scultore veneziano, la commissione di realizzarne di nuove, rispettose del modello antico.

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Successivamente, gli ospiti furono chiamati a designare gli oratori per la cerimonia solenne che si sarebbe svolta il giorno successivo. Ci fu un lungo dibattito, al termine del quale si arrivò alla decisione di eleggere 8 relatori che rappresentassero altrettanti gruppi di delegazioni.

Furono designati: Suniti Kumar Chatterjee, professore di lingue indiane presso l'Università di Calcutta, a rappresentare l'Asia; Einar Biilmann, rettore dell'Università di Copenaghen, parlò a nome dei Paesi nordici; per l'Impero britannico l'onere cadde sul professor Archibald Garrod, docente di medicina interna all'Università di Oxford; fu scelto, poi, per la Germania l'orientalista Carl H. Becker; i Paesi latini, americani ed europei, furono rappresentati dal fisiologo Charles Richet; gli Stati slavi elessero il rettore dell'Università di Praga, Bohumil Nemec, mentre gli Stati Uniti d'America furono rappresentati dal professore di lingue romanze dell'Università dell'Illinois, Kenneth McKenzie. Per l'Italia parlò il senatore Luigi Luzzatti, professore di Diritto Costituzionale all'Università di Roma.

Alla fine della riunione organizzativa, il rettore accompagnò gli ospiti nella Cucina, annessa al Teatro Anatomico, nella quale per l'occasione era stato allestito un piccolo museo di antichi cimeli dell'Università.

Alle 16:00, nella Regia Accademia di Scienze, Lettere ed Arti si tenne una «discussione» intitolata Sintesi scientifiche e scienza speculativa; metodi e finalità di queste ricerche; loro rapporti con la filosofia (a proposito delle discussioni filosofiche e scientifiche sollevate dalle nuove dottrine einsteiniane); poi Lucatello e Ballini ricevettero dalla delegazione polacca, rispettivamente, il titolo di Gran Commendatore e Commendatore della "Polonia Restituta", mentre la Francia conferì loro la carica di Ufficiale e Cavaliere della Legion d'Onore.

A conclusione della giornata si svolse il ricevimento al Casino Pedrocchi.

L'evento cruciale fu la Cerimonia Solenne del 15 maggio, tenutasi nel Salone del Palazzo della Ragione. Mentre gli studenti, le autorità militari e l'élite cittadina si accomodavano nei posti loro assegnati, il corpo accademico padovano e le delegazioni diedero vita a un corteo che da Palazzo Bo li condusse al luogo della celebrazione. Dopo gli accademici, fece il suo ingresso trionfale Vittorio Emanuele III, giunto in città proprio quella mattina, che si accomodò sul palco d'onore insieme a Lucatello, Ballini e Tamassia.

La cerimonia iniziò con i discorsi del rettore, del sindaco Milani e di Tamassia, oratore ufficiale dell'Università di Padova. Al termine dell'intervento, gli studenti eseguirono, sotto la direzione di Bertacchi, l'inno. Toccò poi ai delegati eletti il giorno precedente parlare e, infine, fu il turno del ministro dell'Istruzione Pubblica Antonino Anile.

L'Ateneo omaggiò il sovrano con un esemplare dorato della medaglia commemorativa disegnata da Eugenio Bellotto, professore dell'Istituto Selvatico, e coniata dallo stabilimento Johnson.

Il ricevimento all'Orto Botanico, organizzato dal Comitato delle Signore, iniziò alle 17:30 e terminò con una visita guidata di Giuseppe Gola, direttore dell'Orto stesso. All'evento partecipò anche il re, che se ne andò prima della conclusione; la sera, assistette al Mefistofele, in scena al Teatro Verdi, diretto da Arrigo Boito e con la partecipazione dei tenori Aurelio Pertile, Tullio Serafino e del basso Nazzareno de Angelis.1922_05_31_IlGazzettino_Lucatello consegna al re la laureaper gli studi storici

Il terzo giorno si aprì con le Onoranze per Morgagni, che si tennero sempre in Aula Magna, organizzate da una commissione presieduta da Augusto Bonome. Dopo un lungo discorso che ripercorse la vita e l'attività del famoso medico, furono consegnate ai capi delle delegazioni universitarie le lauree ad honorem. Avrebbe dovuto riceverla anche il re, che aveva tuttavia già lasciato Padova: sappiamo dai giornali dell'epoca che la laurea gli fu consegnata di lì a breve, il 31 maggio 1922, insieme ad alcuni volumi sulla storia dell'Università patavina.

A conclusione delle celebrazioni per Morgagni fu letto ad alta voce il lungo testo (scritto dal professore di Letteratura latina Vincenzo Ussani) della lapide dedicata all'illustre medico. morgagni

 

Alle 11:00, il vescovo Luigi Pellizzo accolse i delegati in vescovado, nella sala del Collegio Sacro, luogo in cui, in passato, si laureavano gli studenti patavini. Con questa visita il vescovo intese sottolineare il legame tra lo Studio e la Chiesa patavina: ricordiamo che per secoli il vescovo era stato il gran cancelliere dell'Ateneo.

Il pomeriggio fu occupato dal banchetto a Villa Pisani, allietato dalla banda locale che suonò gli inni nazionali delle delegazioni intervenute. Tornati a Padova, gli ospiti furono invitati a una cena, offerta dal sindaco, presso il Teatro del Corso, per poi spostarsi a palazzo Papafava dei Carraresi, per una grandiosa «festa settecentesca». Come dono, la Papafava offrì ai delegati due libri di argomento petrarchesco: Francisci Petrarchae laureati Poetae: Rerum senilium liber XIV. Ad magnificum Franciscum de Carraria Padue Dominum Epistola I. Qualis esse debeat qui rem publicam regit e la sua traduzione italiana: Lettera di Francesco Petrarca al Magnifico Francesco da Carrara Signore di Padova. Delle Senili. Lib. XIV. Epist. I. Sui doveri del principe.

L'ultimo giorno gli ospiti si avventurarono a Venezia. La prima tappa fu il porto di Marghera, progettato da Enrico Coen Cagli che li guidò alla scoperta di quello che sarebbe di lì a poco divenuto, alla conclusione dei lavori, un simbolo del progresso veneto e italiano. A seguire ci furono feste all'Istituto superiore di studi commerciali (Ca' Foscari) e poi a Palazzo Ducale, dove intervenne anche il sindaco Davide Giordano.