Luigi Lucatello, il Rettore

Luigi Lucatello morì improvvisamente il 20 settembre 1926, mentre era ancora in carica come rettore dell’Università di Padova. Dell'unanime cordoglio si fece interprete il successore Emilio Bodrero, che si adoperò per la realizzazione di un busto e di un'epigrafe, tuttora visibili in aula Guella a Palazzo Bo.

Lucatello nacque il 30 luglio 1863 a Treviso: si trasferì poi a Genova, dove completò gli studi liceali e dove, nel 1887, conseguì la laurea in medicina e in chirurgiacon il massimo dei voti e la lode. Grazie a una borsa di studio frequentò a Zurigo l'istituto del patologo Erwin Klebs.

Rientrato a Genova, fu promosso aiuto professore, diventando poi assistente volontario nella clinica di Edoardo Maragliano, ideatore e realizzatore della prima vaccinazione antitubercolare. Nel 1890 ottenne l’incarico di libero docente di Patologia speciale medica, in particolare di microscopia e batteriologia applicata alla clinica, ruolo che ricoprì per nove anni, fino al 1892, insieme a quello di responsabile delle esercitazioni di anatomia patologica.

Nel 1899 ebbe la cattedra di straordinario di Patologia speciale medica presso l'Università di Padova; nel 1902 divenne ordinario e nel 1916 assunse la direzione della cattedra e dell'Istituto di clinica medica. Preside della Facoltà di Medicina dal 1916 al 1919, negli anni del primo conflitto mondiale ebbe un ruolo determinante nella direzione dei corsi accelerati per gli studenti di medicina arruolati (università castrense). Nel 1919 fu eletto rettore e come tale si occupò nel 1922 delle celebrazioni per il Settimo Centenario di cui volle come segretario generale Ambrogio Ballini, che gli rimase sempre legato da stima e affettuosa gratitudine.

Nel corso della sua lunga carriera abbinò costantemente la pratica clinica alla ricerca, approfondendo in particolare il settore delle malattie infettive. Tra i suoi studi va ricordata l’osservazione della polmonite atipica, poi denominata polmonite di Lucatello. Continuò anche le sue ricerche sul tifo e, nel 1900, scrisse su questa malattia nel Trattato italiano di patologia e terapia medica.

Durante la Grande Guerra fu attivamente impegnato, come già accennato, nell’organizzazione dei corsi castrensi di medicina e, in particolare dopo la disfatta di Caporetto, nell’assistenza ai soldati e ai profughi. Nell’aprile del 1927, fu insignito della Croce di Guerra per il servizio svolto in quegli anni.

Nonostante nel 1924 l’Università di Genova gli avesse proposto una cattedra, preferì rimanere a Padova, circondato dalla stima e dalla gratitudine del corpo accademico, come testimoniano la medaglia e la pergamena di cui fu omaggiato il 22 giugno 1925 per i servigi resi allo Studio. L’Amministrazione comunale gli intitolò invece una strada nel 1937.