Il senatore Giovanni "Nino" Tamassia

L’11 dicembre 1931 morì a Padova il senatore del Regno Giovanni Tamassia detto Nino, una delle personalità più significative della storia del diritto italiano.

Nato in provincia di Mantova nel 1860, iniziò la carriera accademica nell’Università di Pavia, dove si era laureato in giurisprudenza nel 1883, con una tesi in Storia del Diritto italiano, sotto la guida di Pasquale del Giudice. Poco dopo, ottenne, presso la medesima Facoltà, la libera docenza, incarico che portò avanti in concomitanza con il perfezionamento nelle materie giuridiche. Gli ottimi risultati gli permisero di vincere un premio per un soggiorno all’estero, grazie al quale si trasferì a Strasburgo, dove entrò in contatto con la scuola germanistica, che ne influenzò profondamente il metodo didattico. Si formò, inoltre, presso la Biblioteca del Senato sotto la supervisione del politico e giurista Francesco Schupfer, per poi dedicarsi totalmente all’insegnamento della Storia del Diritto Italiano, prima a Parma (1886-88), poi a Pisa (1888-95) e, infine, a Padova dove rimase in servizio fino alla morte, andando a sostituire Antonio Pertile.

Fu preside della Facoltà giuridica tra il 1910 e il 1919. Pubblicò numerose opere monografiche e articoli. Scrisse anche in ambiti estranei alla sua specializzazione, occupandosi, ad esempio, della ricostruzione del sistema famigliare tra il XV e il XVII secolo, delle spigolature dell’opera manzoniana, dell’analisi di alcuni episodi mitologici e della poesia italiana.

Nel 1922 fu incaricato di tenere l'orazione pubblica per le celebrazioni del Settimo Centenario.

Alla vigilia della Prima guerra mondiale, Tamassia sostenne la linea interventista, nel solco di una tradizione patriottica profondamente sentita dall’Ateneo padovano. L’impegno politico crebbe progressivamente sino alla nomina a senatore il 6 ottobre 1919. Il nuovo incarico si aggiunse all’intensa attività accademica, e forse proprio l’agenda, fin troppo fitta, degli impegni assunti spinse il professore a chiedere, invano, di essere dispensato dai preparativi per il Settimo Centenario dell’Università: le sue conoscenze e abilità lo rendevano una delle persone fondamentali per la riuscita dei festeggiamenti.

Fece parte di alcune commissioni per la libera docenza di Storia del Diritto italiano, Storia del Diritto Ecclesiastico e Diritto Ecclesiastico. Queste ultime due materie si erano aggiunte ai suoi insegnamenti tra il 1928 e il 1931, insieme a Istituzioni politiche dell’Evo medio e moderno (che svolse a titolo gratuito).

A distanza di un anno dalla morte di Tamassia, nel 1932, la vedova e la figlia istituirono, in accordo con l’Università di Padova, un premio a lui dedicato per la migliore tesi di Storia del Diritto Italiano.