I libri antichi e storici del professor Pecile

di Paola Mario

Nell'estate del 2012 sono stata chiamata ad occuparmi di un fondo librario storico presso la biblioteca di Storia della scienza del polo di Scienze.

Si tratta della parte antica e storica del lascito librario del professor Cesare Pecile di cui faceva parte anche un gruppo di testi moderni da tempo immessi nella biblioteca di chimica senza distinzione dagli altri volumi. Ogni volume della biblioteca personale del professore porta un timbro rettangolare con sottoscrizione autografa dal valore di ex libris a marcarne l'originaria proprietà: Cesare Pecile ex libris Università di Padova Facoltà di Scienze.

La parte storica consta di 59 opere in 93 volumi fisici. Un volume fisico può contenere una o più opere legate assieme. Essi son conservati discretamente e solo 8 volumi sono risultati mutili di alcune tavole illustrate e di un ritratto, alcuni son ricoperti da una copertina plastica mentre uno risultava sfascicolato. Posti in un armadio chiuso li ho divisi per formato e in ordine cronologico di stampa e ho legato con una fettuccia e con carta alga, adatta alla conservazione, il testo sfascicolato. Questi volumi presentano moltissimi segni del possessore oltre all'ex libris: note manoscritte, ricevute e pratiche relative all'acquisto, ritagli di articoli e cataloghi dove compare l'edizione, fogli volanti e addirittura Post-it colorati a marcare i passi significativi. Ho deciso di mantenere questi interventi del Pecile anche se per una conservazione corretta avrei dovuto allontanare questo materiale estraneo, ma questo in fondo tale non è. Infatti ci racconta qualcosa sulla storia della collezione e sulla personalità che l'ha prodotta.

I volumi son stati catalogati in SBN e localizzati usando il gestionale d'ateneo Aleph, legati al possessore Cesare Pecile, corredati di note sull'esemplare trattato e di un campo BAS "fondopecile" per marcare la collezione e permettere il recupero dell'intero fondo da Opac. Son stati inventariati con procedura Dono, nella serie inventariale corrente valorizzandoli secondo la tabella adottata dai catalogatori del libro antico dell'ateneo. La collocazione porta la sigla PEC seguita dal numero progressivo di catena, accompagnato dal numero del volume se opera in più volumi o da una lettera se opera legata assieme in un unico volume fisico. L'inventario e la collocazione son riportati a matita sul recto della prima carta di guardia. A cura della biblioteca di chimica con l'aiuto di una volontaria del servizio civile e di altre biblioteche che possiedono le stesse opere si è curato il legame dalla descrizione dell'opera nel catalogo d'ateneo ad una versione elettronica ad accesso pubblico. In questa maniera 41 su 80 testi antichi e 8 su 13 ottocenteschi son consultabili comodamente e da remoto.

Quantitativamente il fondo si compone di 93 pezzi fisici, 80 libri antichi e 13 moderni, cioè stampati oltre il 1830; essi sono edizioni di 59 opere, 51 edizioni antiche e 8 moderne. Considerando i secoli e i luoghi di stampa, dominano il sec. XVIII e Venezia e tale considerazione rispecchia un luogo e un momento di grande produzione libraria anche se il numero dei volumi considerati è troppo esiguo per dare proiezioni significative relative alla storia del libro.

Fra gli editori del '500 son presenti i Nicolini da Sabbio, i Comin da Trino e Roberto Meietti di Venezia, invece per il '600 lo stampatore padovano Paolo Frambotto. Il '700 è il secolo più rappresentato e da nomi interessanti: Giovan Battista Pasquali, i Remondini, gli Zatta, l'Occhi da Venezia; Lelio dalla Volpe di Bologna; Tomaso Bettinelli, Giovanni Manfrè, il Seminario, Giuseppe Comino da Padova; Durand di Parigi e Perachon di Ginevra. Fra le poche edizioni dell'800 possedute alcune sono Sonzogno di Milano, Le Monnier di Firenze ed Hachette e Fortin di Parigi.

Le note o le ricevute nei volumi ci testimoniano la storia degli stessi ma anche il modo in cui la raccolta Pecile si è formata. Fra i precedenti possessori testimoniati nei volumi vediamo la Biblioteca reale di Navarra, la Bodleian Library di Oxford, la Biblioteca Braidense di Milano. Il Pecile acquistò 3 opere da Carl Ewald Rappaport, antiquario formatosi in Germania, a Lipsia e a Monaco, sito dal 1906 a Roma in via Sistina 23. A sua volta il Rappaport aveva comperato un'opera da Menno Hertzberger, storico ed importante antiquario di Amsterdam che nel 1947 fondò l'ILAB, l'associazione internazionale dei librai antiquari. Due opere vengono invece da Alberto Govi di Modena mentre un'opera venne acquistata rispettivamente dalla libreria Montanini di Parma e dalla Luigi Gonnelli e figli, casa fondata nel 1875 a Firenze.

Gli interventi di Pecile sulla raccolta sono stati di conservazione e, per così dire, d'uso. Testimoniano il profondo legame con questi volumi, con una raccolta fortemente voluta, amata e vissuta. Le lettere della corrispondenza con gli antiquari e le ricevute di pagamento sono a volte conservate nel volume, secondo un uso che a volte ho trovato nelle raccolte storiche delle biblioteche. Sei volumi riportano l'etichetta del laboratorio di restauro dell'Abbazia benedettina di Santa Giustina di Padova.

Ma ciò che è veramente interessante e che ci permette di conoscere quasi di persona il Pecile è proprio quel che sarebbe più pesante per il libro: note, appunti, materiale bibliografico sull'edizione o sull'opera, addirittura Post-it colorati per evidenziare punti nel testo. Questi interventi esprimono lo studio e la partecipazione appassionata di Pecile alla lettura. Per esempio il coinvolgimento di fronte all'elogio di Sarpi, all'analisi della pedagogia dei gesuiti, alla storia dell'interdetto a Venezia nei volumi di Sarpi editi dal Moroni negli anni 1761–1768.

Quindi lo studio della composizione del fondo e della materialità dei suoi esemplari diventa anche analisi della personalità di chi l'ha raccolto e che sembra rispecchiarsi in queste opere.
Gli argomenti delle opere sono la scienza e la filosofia politica con particolare interesse per la nascita del metodo scientifico moderno da Galileo all'illuminismo settecentesco, viste anche attraverso le vicende umane esemplari di Galileo e Tartaglia. Ma i testi si rivolgono anche all'applicazione pratica delle scienze nella vita dell'uomo e a riflessioni sulla formazione del pensiero civile. Infatti per quanto riguarda il primo argomento troviamo volumi che riportano fondamenti teorici e applicazioni pratiche nei campi dell'elettricità, dell'idraulica, della meccanica, della mineralogia, della metallurgia e dell'agricoltura.

Gli autori sono significativi: Galileo e l'Accademia del cimento, che aveva come motto il Provando e riprovando, Tartaglia, che attraverso le matematiche vuol arrivare alla filosofia, la Royal Society di Londra, il Vallisneri, il Lorgna, il Poleni, il Magalotti, il conte Maffei, il Dandolo, il Nollet, il Boerhaave, il Lavoisier, madame du Chatelet fino al Liebig. Senza dimenticare il Biringuccio della Pirotechnia dedicata alle miniere, ai minerali e all'arte della fusione.

Un aspetto interessante delle scelte del professore è l'attenzione ad autori che si son molto soffermati sui temi del metodo e dell'insegnamento come l'Accademia del cimento, il Sigaud de Lafond dei laboratori di chimica e l'Algarotti del newtonianesimo per le dame.

I testi di Paruta e Sarpi, così "attivamente" letti da Pecile con l'ausilio di note e segnalini, fan vedere la passione per una riflessione sulla storia e sull'agire dell'uomo e l'interesse per questi autori dove il fare politico si configura come un'attività positiva che richiede necessariamente dei principi morali.

Il recupero catalografico di questa piccola raccolta ci permette di consegnarla ad una fruizione più vasta, anche da remoto, di conservare meglio il patrimonio d'ateneo, e promuove specialmente l'ulteriore conoscenza della personalità di Pecile che anche da questo fondo si dimostra uomo di scienza non solo teorica ma riversata nella vita pratica, professore impegnato nell'insegnamento e uomo di cultura amante del libro, in una parola "umanista".