Cesare Pecile: la vita

Ricordo di Cesare Pecile del prof. Renato Bozio

(commemorazione  presentata nella primavera 2019 all'Accademia Galileiana di Scienze Lettere ed Arti in Padova)


Cesare Pecile (Padova, 20 luglio 1931 - Padova, 25 gennaio 2011) è stato professore emerito di Chimica Fisica dell'Università di Padova. Ma la storia personale ed accademica di Cesare Pecile va ben oltre l'ambito del settore disciplinare in cui ha svolto la sua attività di ricerca e traccia il profilo dell'Università di Padova, dell'istituzione universitaria in Italia, oltre che del lavoro culturale in relazione al ruolo che lui ha svolto nei diversi contesti. Testimonianza del generale apprezzamento che la sua opera ha ricevuto sono le medaglie e i riconoscimenti che gli sono stati assegnati: Medaglia d'oro dell'Università di Padova nel 1983; Medaglia d'oro "G.B. Bonino" della Divisione di Chimica Fisica della Società Chimica Italiana nel 2006; Premio del Ministro per i beni e le attività culturali per la Chimica assegnato dall'Accademia dei Lincei nel 2006; Socio effettivo dell'Accademia Galileiana in Padova; Socio effettivo corrispondente dell'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti di Venezia.

Permettetemi di cominciare questo ricordo di Cesare Pecile con una nota che riguarda Pecile come persona. Credo che sia la cifra con cui si possono leggere molte delle scelte, sempre coraggiose, di un uomo non comune. Pecile amava chiudere le sue lettere, e più di recente i messaggi di posta elettronica, con un motto per il quale aveva scelto il dialetto friulano, forse in ricordo delle sue origini familiari e dei periodi dell'infanzia trascorsi a Fagagna, un bel borgo nei pressi di Udine. Il motto suona cosi:
"No val vivi si alc no val plui de vite"
(non vale vivere se qualcosa non vale più della vita)
In esso si legge l'idealità, il coraggio e la lungimiranza che sono il filo rosso che percorre tutta la sua vita.

La biografa più prettamente scientifica di Cesare Pecile è esemplificativa dell'evoluzione che la ricerca chimica in Italia ha mostrato nei decenni tra i '50 e gli '80 del secolo scorso. Si è trattato della omologazione dei canoni del lavoro scientifico a quelli dei paesi più avanzati e, per conseguenza, dell'apertura a un confronto internazionale ricco di stimoli.
All'inizio della sua carriera scientifica Pecile accolse un invito da parte del titolare di chimica fisica, Giovanni Semerano, che durante una lezione fece sapere della disponibilità di uno strumento da attivare in spettroscopia infrarossa. Questo strumento era arrivato nell'istituto da lui diretto come contributo alla ricostruzione postbellica nell'ambito del cosiddetto "Piano Marshall" che nel 1948 aveva stanziato circa quattro milioni di dollari «destinati agli Istituti Superiori di ricerca e laboratori sperimentali» italiani. Inizialmente Semerano aveva inserito nel prospetto delle sue richieste lo «spettrofotometro registratore per l'infrarosso completo di accessori» della Baird Associates Inc. di Cambridge (Massachusett, USA), mentre l'apparecchio poi fornito risultò essere il diffuso spettrometro Perkin Elmer 12 C.
Le tematiche del periodo iniziale furono quelle di origine chimica abbordabili mediante la spettroscopia vibrazionale nell'infrarosso, applicata alla individuazione di assorbimenti caratteristici della presenza di particolari strutture molecolari (le cosiddette frequenze di gruppo tipo C−H, C=O e altre), alle correlazioni tra frequenza e intensità di assorbimento di gruppo e alle variazioni di struttura o di effetto di solvente mentre era ancora lontana la possibilità di mettere in relazione gli assorbimenti osservati con i diversi modi di vibrazione. Nonostante questo, in un lavoro in collaborazione con Aldo Turco pubblicato in Nature, Cesare Pecile riportò la prima evidenza dell'isomerismo di legame dello ione tiocianato nei complessi con il palladio e con il platino (1).

Nel maggio 1960 Pecile colse l'opportunità, prima ancora di divenire assistente di ruolo, di entrare come Research associate nel Department of Chemistry dell'Università della California a Berkeley dove fu aggregato al gruppo di George Claude Pimentel.
Il progetto che lo vide impegnato consisteva nella individuazione della struttura di specie molecolari labili mediante spettroscopia vibrazionale in matrice rigida a bassa temperatura, una tecnica laboriosa che – con le tecnologie criogeniche disponibili all'epoca – prevedeva la solidificazione della miscela gassosa su una finestra raffreddata a basse temperature, fino a 20° K, in un processo che poteva durare anche molte ore.

Il ritorno dagli USA segnò una fase nuova negli studi di spettroscopia vibrazionale condotti da Pecile e dai suoi collaboratori: quella in cui dati sperimentali derivanti da spettri polarizzati di campioni cristallini orientati combinati con calcoli vibrazionali semi-empirici consentiva una descrizione dei singoli modi di vibrazione di una molecola. Questo nuovo approccio ha dato il via ad una stagione felice in cui le interazioni tra gradi di libertà elettronici e vibrazioni molecolari sono diventate il filo conduttore per un programma di ricerca che ha riguardato la molteplicità dei fenomeni esibiti da materiali organici a trasferimento di carica, inclusi i conduttori quasi monodimensionali e i superconduttori organici. L'anello di congiunzione è stato lo studio del comportamento vibrazionale di radicali ioni stabili che formano i costituenti molecolari di quei materiali solidi.

I rilevanti risultati conseguiti con il lavoro di ricerca, ricordati sopra in estrema sintesi, hanno ricevuto ampio riconoscimento internazionale ma non bastano a rendere giustizia alla dimensione professionale, culturale e umana di Cesare Pecile. Come pochi altri, con la sua azione egli ha contribuito ad alcuni momenti salienti dell'Università di Padova e dell'istituzione universitaria in Italia, lasciando tracce durature.
Tutto questo è avvenuto intersecandosi con le trasformazioni che, negli Stati Uniti e in Europa, avvenivano nelle accademie e nei rapporti sociali in senso più lato fino sfociare nei movimenti politici che hanno preceduto e si sono manifestati nel '68 e negli accadimenti che sono seguiti nei decenni successivi. Queste vicende hanno fatto parte del vissuto di Cesare Pecile, testimone acuto e capace di valutare criticamente i diversi aspetti di quanto stava accadendo.
Il richiamo all'esperienza di Berkeley e a quanto da essa aveva assorbito e rielaborato ha dato lo stimolo iniziale all'impegno verso l'ammodernamento delle strutture accademiche cui Pecile ha dedicato molte delle sue energie nel corso della sua lunga carriera.
Sono stati anni ricchi di eventi, alcuni dei quali marcavano una positiva evoluzione di un sistema universitario ormai vecchio e inadeguato, altri contrassegnati da dolorosi episodi fino agli "anni di piombo". E Cesare Pecile li ha attraversati a modo suo, dando di sé stesso la definizione di "cane sciolto", mai ingabbiato in schemi ideologici tanto che dagli altri veniva definito "un illuminista".

 

Cesare Pecile nel suo studio. 1976Cesare Pecile nel suo studio. 1976

Dal 1967 al '70 fu presidente della sezione padovana e vice-presidente nazionale dell'ANPUI (Associazione Nazionale dei Professori Universitari Incaricati) presto trasformatasi nell'ANDS (Associazione Nazionale Docenti Subalterni), un movimento che ebbe vita breve ma che fu portatore di istanze di avanguardia relative ai temi della riforma universitaria; tra queste la proposta del "docente unico" ispirata dal modello delle università anglosassoni, contrapposta ad una situazione in cui l'organico dei docenti-ricercatori contemplava ben 13 stati giuridici. Ben presto, tuttavia, le spinte di marca microsindacale verso le promozioni "ope legis" favorite di fatto dal centralismo ministeriale azzerarono la vivacità dell'iniziativa.
Non per questo Pecile ridusse il suo impegno nella politica accademica, nel governo dell'Ateneo, per lo sviluppo delle strutture scientifiche e didattiche. Egli fu membro del Consiglio di Amministrazione dell'Ateneo dal 1967 al 1968, negli anni del Rettore Guido Ferro. Con lo stesso spirito ma con un'autorevolezza che gli è sempre stata riconosciuta da tutti, sostenitori e oppositori, condusse una battaglia personale per un ampio coinvolgimento del corpo docente nell'esercizio dell'autonomia e della responsabilità che, seppure con forti limitazioni, cominciava ad essere riconosciuta agli Atenei. In questa chiave, la presentazione della sua candidatura nell'occasione di due successive elezioni rettorali va intesa, in realtà, come presenza di una voce critica per stimolare il più ampio dibattito sulle problematiche e sui programmi di governo dell'Ateneo. Episodi rilevanti di questa battaglia furono la pubblicazione di pamphlet ("Contro il portar la toga", "Per il portar la toga" e "Habeas mentem") e la presentazione della sua candidatura nell'occasione di due successive elezioni rettorali.

Parallelamente e negli anni successivi, Cesare Pecile sviluppò la sua azione per la costituzione del Sistema Bibliotecario di Ateneo a partire dalla lunga esperienza nella Biblioteca Centrale di Chimica. Promosse l'elaborazione ed edizione del primo Catalogo di tutti i periodici scientifico-tecnici delle biblioteche dell'Ateneo e gettò le basi per una rapida informatizzazione elettronica dell'intero sistema. Dal 1985 al 1987 fu Presidente e riformatore della Commissione di Ateneo per le Biblioteche (C.A.B.). Oggi, in ricordo del ruolo da lui svolto, il Dipartimento di Scienze Chimiche ospita la "Biblioteca Cesare Pecile" e si progetta di intitolare a lui la costituenda biblioteca centralizzata dell'area di Scienze.

Dopo un ulteriore biennio (1982 – 1983) di impegno nel Consiglio di Amministrazione, Cesare Pecile inizia il suo lungo e proficuo incarico di 38° Preside della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. Si tratta di nove anni, dal 1990 al 1999, di grande impegno per l'attuazione di un processo verso forme di autonomia di sede a seguito di una parziale riduzione del centralismo ministeriale e di riforme delle strutture didattiche. I principi guida della sua azione di Preside sono stati: il fermo riferimento alla comune base culturale della Facoltà e l'esercizio del principio di responsabilità collegiale; il superamento della dicotomia Facoltà – Dipartimenti (il sistema binario Facoltà - didattica / Dipartimenti - ricerca e dottorati) che aveva luogo nel Consiglio di Presidenza della Facoltà che tra i suoi membri aveva i direttori dei Dipartimenti associati alla Facoltà. La coesione delle aree disciplinari (Matematica, Fisica, Chimica, Biologia, Geologia) venne rafforzata attraverso una programmazione poliennale formulata dalla Presidenza che si avvaleva di un'efficace Commissione Risorse e Sviluppo. Venne così realizzato un modello che, allora, non aveva equivalenti in altre Facoltà ma che poi si diffuse in molte aree dell'Ateneo. Parallelamente, l'offerta didattica venne riesaminata e vennero istituite le lauree in Scienza dei Materiali e in Biotecnologie.

 

Cesare Pecile, Preside della Facoltà di Scienze MM, FF e NN, Palazzo del Bo, maggio 1999Cesare Pecile, Preside della Facoltà di Scienze MM, FF e NN, Palazzo del Bo, maggio 1999

La spinta innovatrice che Pecile impresse all'organizzazione e al modo di operare della Facoltà fu radicale e foriera di grandi successi che si concretarono nel riconoscimento della Facoltà padovana come la prima a livello nazionale per prestigio e valenza scientifica e didattica (rilevazioni annuali curate da La Repubblica).
Oggi, dopo la riforma universitaria della L. 240/10, le Facoltà non esistono più e le competenze didattiche sono trasferite ai Dipartimenti, realizzando quella unità ricerca-didattica che è il connotato fondamentale della formazione universitaria. Tuttavia, viene in questo modo a mancare una sede di dibattito e confronto che coinvolga tutto il corpo docente e le rappresentanze studentesche delle aree scientifiche. Una discussione su temi generali – per citarne uno per tutti, quello di una crescente sfiducia del pubblico verso un approccio scientifico ai problemi globali – risulterebbe inadeguata se svolta in ambiti settoriali quali sono i Dipartimenti.
Ancora nella veste di Preside, in occasione del suo impegno diretto per le celebrazioni Galileiane del 1992 e con il sostegno pieno dell'allora rettore Mario Bonsembiante, Cesare Pecile ottenne dal ministro in carica, Antonio Ruberti, l'istituzione della "Cattedra Galileiana di Storia della Scienza" presso la Facoltà di Scienze. Si tratta di uno dei risultati, forse il maggiore, del suo incessante impegno a favore della promozione culturale con particolare riguardo a quella di carattere storico e di storia dell'Ateneo e della Facoltà in particolare.

Assieme al collega Guido Galiazzo e per delega di tutti i rettori che si sono succeduti dal 1993 al 2009, Cesare Pecile curò la progettazione e realizzazione delle oselle natalizie in bronzo, finanziate dall'Associazione Amici dell'Università, che nella loro serie completa costituiscono una piccola storia in metallo dell'Ateneo. Si tratta di un risultato del suo costante impegno per il progresso della cultura e, cosa che gli stava molto a cuore, per la cultura della memoria.

Sempre aperto al confronto e al dibattito con i colleghi, spesso, con innata eleganza, affidava l'espressione del suo dissenso ad una battuta sagace. A tratti, emerge anche un carattere complesso della sua personalità, che non può sorprendere ma che Pecile ampiamente compensava con il suo coraggio e la sua onestà.

Ora, con tutto l'impegno nelle attività che sono state ricordate sinteticamente e in modo parziale, si potrebbe immaginare che a Pecile non restasse il tempo per mantenere la disponibilità e curare i rapporti con gli allievi, i collaboratori e gli studenti. Nulla di più lontano dal vero. La sua disponibilità nei confronti di tutti e, in particolare l'attenzione alle esigenze dei giovani sono sempre state ammirevoli e denotavano una grandissima sensibilità. Mai invadente ma sempre disponibile e generoso del suo tempo e della sua attenzione. Per chi gli è vissuto vicino nel lavoro scientifico e nel rapporto umano, la generosità mai esibita o rimarcata è stata il suo tratto più distintivo.

 

Università di Padova: Dipartimento di Chimica Fisica: Gruppo di Chimica Fisica dello Stato Solido e Spettroscopia Ottica, giugno 1992 Università di Padova: Dipartimento di Chimica Fisica: Gruppo di Chimica Fisica dello Stato Solido e Spettroscopia Ottica, giugno 1992

 

Nel gruppo di ricerca i compleanni dei collaboratori, che non scordava mai, erano l'occasione, o il pretesto, per condividere la scoperta di un nuovo libro, specie di quelli che stimolavano nuove curiosità culturali. In questo rivelava la freschezza di un'intelligenza e di una curiosità sempre giovani che ha mantenuto fino ai suoi ultimi giorni.
Forse lui ne era consapevole e noi ce ne rendiamo conto solo ora, ma questo era il suo modo di rendere vivo il suo motto:
"No val vivi si alc no val plui de vite!".

Il Rettore Giuseppe Zaccaria, rompendo una consuetudine che non prevedeva l'intervento del rettore durante il rito accademico dell'alza bara al Bo', volle esprimere il suo sentimento di gratitudine profonda per quanto Cesare Pecile ha dato all'Ateneo. Riferendosi al suo operato nel corso di moltissimi anni, disse:

"Lo faceva perché amava questo ateneo come pochi. Perché per lui l'Università di Padova veniva prima di ogni altra cosa, prima delle persone stesse che la costituivano nella concretezza di un preciso momento storico. Lo faceva perché per lui l'università come istituzione era ciò che di più sacro esisteva al mondo, e nulla meritava più rispetto e più sacrificio che l'obiettivo di rendere un servizio alla 'sua' università."

Quando era preside della Facoltà di Scienze Cesare Pecile promosse l'iniziativa della pubblicazione di una serie di volumi destinata a descrivere lo sviluppo della Facoltà attraverso la testimonianza viva di alcuni dei suoi membri più rappresentativi. In questo modo, egli intendeva promuovere e mantenere viva presso i membri della Facoltà la consapevolezza del clima culturale e scientifico che aveva favorito lo sviluppo delle diverse aree disciplinari. La sua scomparsa agli inizi del 2011 non gli concesse il tempo necessario per la redazione autografa di un volume a lui dedicato. Per fortuna, in coerenza con il suo culto della memoria, egli ha lasciato una documentazione imponente tanto dei numerosissimi rapporti epistolari quanto delle sue personali riflessioni. A questa documentazione, Angelo Bassani ha potuto attingere a piene mani con il risultato di arricchire il volume «Una vita per l'Università. La testimonianza - postuma - di Cesare Pecile» di una quantità enorme di dettagli, molti dei quali affidati and una ricca serie di appendici.

1) A. Turco and C. Pecile, Coordination of the thiocyanate group in inorganic compounds.
«Nature», 191 (1961), pp. 66-67.

 

Foto tratte da Album 1 e 2 del Fondo Pecile Cartaceo, Dipartimento di Scienze Chimiche