Abramo Bartolomeo Massalongo

"Se dopo d'aver dedicato i più begli anni della mia vita alla ricerca ed illustrazione delle piante vive del mio paese, ne spendessi alcuno de' più maturi a descrivere gli avanzi fossili di quella Flora tropicale, che un dì copriva le nostre terre."

— Roberto De Visiani, Piante fossili della Dalmazia, 1858.

Jdeale Landschaft aus der aelteren (oligocaenen) Tertiaerzeit

Karl Alfred Zittel, Karl Haushofer, Rappresentazione ideale dell'ambiente durante l'epoca Oligocene, tavola parietale, 1879–1901. (Fonte: Phaidra).


Durante la sua vita De Visiani apporta un grande contributo allo studio della botanica, definendo con dovizia le regole da adottare per meglio attribuire un genere e una specie alle piante viventi (De Visiani 1847a), scoprendo e nominando diverse specie, effettuando studi sulla fitopatologia, in particolare su una malattia che affligge i vigneti, e sperimentando, con successo, metodi per la fruttificazione della vaniglia.

La sua passione e il suo immenso interesse per le scienze naturali non si arrestano alla sola flora vivente, ma si espandono anche alla precedente, enigmatica e ambigua flora fossile, testimone dei tempi che furono.

La paleontologia durante l'Ottocento è una scienza molto discussa, tant'è che De Visiani inizialmente la giudica senza salde basi e principi scientifici. Durante questo secolo importanti ricercatori ed esploratori, quali Adolphe Brongniart, Kaspar Maria von Sternberg - considerati i padri della paleobotanica - e molti altri, si dilettano nello studio di esemplari fossili. Grazie a loro la paleontologia inizia a delinearsi come scienza vera e propria.

Massalongo e De Visiani

Abramo Bartolomeo Massalongo
Abramo Bartolomeo Massalongo, 1960. (Fonte: Phaidra).

De Visiani volge la sua attenzione a questa disciplina grazie all'incontro con un importante studioso veronese, Abramo Bartolomeo Massalongo.

La storia travagliata di questo studioso si intreccia con quella del botanico dalmata nel 1849. Massalongo, allora venticinquenne, si presenta innanzi a De Visiani con una lettera dell'egregio naturalista veronese Antonio Manganotti, il quale lo raccomanda affinchè egli per i suoi studi possa frequentare il corso di botanica, l'orto e la biblioteca patavina. In lui arde la sete della conoscenza, tant'è che De Visiani afferma che "tocco da sì viva cupidità di apprendere [...] ed avvisando dentro di me quanto io potessi promettermi da tanto ardore, fui lieto d'assicurarlo, ch'ei fin d'allora mi sarebbe stato e discepolo ed ospite, e che stava in lui solo il far mutare ben presto tai nomi in quelli ancor più cari di compagno e di amico" (De Visiani 1861).

Massalongo, seppur cagionevole di salute, da questo primo incontro con De Visiani inizia a lavorare su innumerevoli opere inerenti principalmente allo studio delle piante fossili e dei licheni. Nel 1850 pubblica il suo primo scritto giovanile Schizzo geognostico, il quale contiene il Preludio alla flora antica di Bolca, rappresentante il suo primo lavoro di paleontologia. Il 1851 è la volta dell'opera Sopra le piante fossili dei terreni terziarii del Vicentino, dedicata a De Visiani e primo lavoro consistente di paleobotanica italiana.

Flora dei terreni terziarii di Novale - Tavola 1
Roberto De Visiani; Abramo Bartolomeo Massalongo, Flora dei terreni terziarii di Novale, 1856. (Fonte: BEIC). Tav. 1: 1. Glossopteris apocynophyllum Vis. et Massal.; 2. Taeniopteris affinis Massal. et Vis.; 3-4. Paocites novalensis Vis. et Massal.; 5. Sphaerites excipuloides Massal. sulle foglie della Juglans pristina Ung.

L'anno seguente De Visiani redige una relazione critica sulla precedente opera di Massalongo, elogiandone l'esattezza di metodo, l'accuratezza delle descrizioni, i confronti tra specie fossili e viventi e la definizione di nuovi generi e specie nominate con criterio, evitando il "vezzo si comune a' giovani naturalisti di creare nuovi generi, o nuove specie, in cui spesso nulla v'ha di nuovo che il nome" (De Visiani 1852a).

Da questa collaborazione, nel 1856 viene alla luce la Flora de' terreni terziarii di Novale nel Vicentino, preceduta dal sunto in latino Synopsis plantarum Florae tertiariae Novalensis. L'opera, in cui la denominazione delle specie è curata da Massalongo mentre la loro descrizione e il proemio da De Visiani, è preceduta da un Prospetto di confronto con le flore terziarie d'Europa e con le viventi. In totale contiene 74 specie, di cui 30 mai descritte prima. Quest'ultime sono corredate, oltre che da una dettagliata descrizione, da tavole illustrate.

Le piante fossili della Dalmazia

Flora fossile della Dalmazia - Tavola 15
Roberto De Visiani, Piante fossili della Dalmazia, 1858. (Fonte: BEIC, CC BY 4.0). Tav. 15: 1-4. Fortisia haidingeriana Vis., la 2. è un' impronta intera riedificata idealmente ed ingrandita; 5. Blechnum braunii Ettings.; 6. Palmacites promenensis Vis.; 7. Sphenophora ettinhshauseni Vis.; 8. Fortisia lanzaeana Vis.

L'interesse crescente verso la flora fossile trasporta il pensiero dell'illustre botanico verso la sua amata terra. La Dalmazia è una terra di mezzo tra le flore e faune occidentali e quelle dell'oriente, presenta specie intermedie dovute alla variazioni climatiche tra queste regioni del globo. Mai nessuno aveva ancora finanziato studi paleontologici in questa terra.

Nel 1855 lo studio della Flora eocenica del Monte Promina di Costantin von Ettinghausen, basata sui fossili estratti dalle cave di lignite sul suddetto monte, attira l'attenzione di De Visiani. Quest'opera accresce il desiderio del botanico dalmata di possedere esemplari fossili della Dalmazia, desiderio che viene ampiamente appagato dalla donazione di una copiosa collezione di tali piante da parte del signor Schlean, dalla donazione di altri esemplari da parte del professor Lanza Francesco e dalla messa a disposizione dei fossili usati nella Flora eocenica più altri mandati dopo e non inclusi nell'opera da parte di Wilhelm Karl Ritter von Haidinger.

Date le donazioni e le esplorazioni in situ, De Visiani decide di contribuire alla scoperta della flora antica della Dalmazia con l'opera Piante fossili della Dalmazia, nel 1858. Il lavoro, corredato di tavole illustrate da Massalongo, contiene le descrizioni di 22 specie, di cui 15 nuove, le quali vengono nominate in onore di Ettinghausen, Massalongo, Haidinger, Lanza e Schlean. Considerati gli esemplari fossili presi in esame, l'opera è da intendersi come un supplemento della succitata Flora eocenica di Ettinghausen.

Le palme fossili

Latanites maximiliani
Latanites maximiliani. Fotografia, 1900. (Immagine rielaborata da: Phaidra. Ai lati della palma fossile sono esposte le fotografie dell'Iconoteca dei botanici nella loro collocazione di inizio '900).

De Visiani, nel suo viaggio tra la flora passata, sviluppa un interesse particolare per le palme, definite da lui "si nobili nelle forme da meritarsi il nome di principi delle piante" (De Visiani 1864). Nel 1852 lungo la valle del torrente Chiavon, nel vicentino, Massalongo disseppellisce la prima fronda fossile di palma, la Phoenicites italica. Nello stesso sito, De Visiani riporta alla luce altri quattro esemplari di palme fossili da cui nomina il genere Geonome. Col passare del tempo, numerosi sono i campioni fossili recuperati dalla suddetta valle, tant'è che nel 1864 De Visiani li descrive in Palmae pinnate tertiariae agri Veneti illustratae. L'opera, pubblicata interamente in latino, contiene le descrizioni e le tavole illustrate di 15 nuove specie.

Nel 1863 a Sostizzo, presso Salcedo in provincia di Vicenza, viene trovata una splendida palma fossile integra e perfettamente conservata. Consiste in un'impronta "di colore nericcio lasciata da una palma a ventaglio sopra una gran tavola di pietra calcarea terziaria cinerea" (De Visiani 1867b). Ha un'altezza di 3,05 m ed è composta da tronco, piccioli e lamine delle fronde. Quest'eccezionale esemplare è il protagonista dell'opera del 1867 Sopra una nuova specie di palma fossile. De Visiani illustra in sei punti le motivazioni per cui la palma ritrovata non appartiene alle specie nominate in precedenza. Sostiene, dunque, che questo maestoso esemplare appartiene al genere Latanites (Massal.) e alla specie L. maximiliani, in onore di S. M. Massimiliano I Imperatore del Messico.

Ultime opere

Agavites prisca Vis.
Roberto De Visiani, Di alcuni generi di piante fossili, 1875. (Fonte: Phaidra). Agavites prisca Vis.

Nel 1869 è la volta dell'opera Di due nuovi generi di piante fossili in cui De Visiani descrive brevemente due piante fossili appartenenti a due nuovi generi, ritrovate lungo la valle del torrente Chiavon. La prima è un'impronta che per somiglianza alle Agave viventi viene denominata Agavites. La seconda, meglio conservata, è molto simile all'Aloe arborescens Mill. per cui De Visiani le assegna il genere Aloites.

Nel 1875 De Visiani, con la sua opera Di alcuni generi di piante fossili, descrive la storia del genere Noeggerathia, nominato nel 1823 dal conte Gaspare Sternberg per una pianta fossile ritrovata nelle cave di carbone della Boemia (De Visiani 1875). Lo studioso dalmata fa un elenco di tutte le possibili similitudini tra la Noeggerathia e le Palme, le Felci, le Conifere, le Cicadee e le Zamiee ma questa differisce da tutte le piante viventi. De Visiani, dunque, seguendo le orme di Brongniart nel 1849, decide di nominare una nuova famiglia intermedia tra le Cicadee e le Zamiee, le Noeggerathiaceae. Nell'opera vengono descritte e illustrate 7 specie appartenenti alla nuova famiglia nominata, l'Agavites prisca e l'Aloites italica.

De Visiani, illustre studioso, con il suo occhio volto alla sistematica è riuscito ad apportare un sostanzioso contributo alla paleobotanica. L'affetto per il suo caro collega Massalongo lo ha spinto verso una scienza a cui non era avvezzo, nella quale si rivelò maestro.

Generi e specie fossili denominati da De Visiani

Nelle opere dedicate alla flora fossile, De Visani scopre e nomina numerosi generi, specie e famiglie di piante, elencati di seguito.

Flora dei terreni terziarii di Novale - Tavola 4
Roberto De Visiani; Abramo Bartolomeo Massalongo, Flora dei terreni terziarii di Novale, 1856. (Fonte: BEIC). Tav. 4: 1-2. Pinites (?) lepidostrobus Vis. et Massal.; 3. Myrica berica Vis. et Massal.; 4. Myrica aloysiaefolia Massal.; 5. Zosterites exilis Vis. et Massal.; 6. Zosterites latissima Vis. et Massal.


Palaeospathe bolcensis Vis.
Roberto De Visiani, Palmae pinnatae tertiariae agri Veneti illustratae, 1864. (Fonte: Phaidra). Palaeospathe bolcensis Vis.


Noeggerathia senoneri Vis.
Roberto De Visiani, Di alcuni generi di piante fossili, 1875. (Fonte: Phaidra). Noeggerathia senoneri Vis.


Aloites italica Vis.
Roberto De Visiani, Di alcuni generi di piante fossili, 1875. (Fonte: Phaidra). Aloites italica Vis.

Flora de' terreni terziarii di Novale nel Vicentino

  • Glossopteris apocynophyllum Vis. et Massal.
  • Taeniopteris affinis Massal. et Vis.
  • Taeniopteris crassicosta Massal. et Vis.
  • Paocites novalensis Vis. et Massal.
  • Smilacites novalensis Vis. et Massal.
  • Zosterites vicentina Vis. et Massal.
  • Zosterites latissima Vis. et Massal.
  • Zosterites exilis Vis. et Massal.
  • Pinites (?) lepidostrobus Vis. et Massal.
    Sinon. Lepidostrobus spicaeformis Vis. et Massal.
  • Myrica berica Vis. et Massal.
  • Quercus agni Vis. et Massal.
  • Ficus rhombifolia Vis. et Massal.
  • Ficus affinis Vis. et Massal.
  • Ficus infernalis Massal. et Vis.
  • Salicornia danatiana Vis. et Massal.
  • Daphnogene novalensis Vis. et Massal.
  • Dryandra chironis Vis. et Massal.
  • Dombeyopsis beggiati Vis. et Massal.
  • Dombeyopsis vitifolia Massal. et Vis.
  • Malpighiastrum rotundifoliom Vis. et Massal.
  • Malpighiastrum macrophyllum Vis. et Massal.
  • Celastrus pachyphyllus Vis. et Massal.
  • Juglans stygia Vis. et Massal.
  • Juglans novalensis Massal. et Vis.
  • Juglans cardiospermum Vis. et Massal.
  • Pyrus ambigua Vis. et Massal.
  • Pyrus coriacea Vis. et Massal.
  • Palaeolobium novalense Vis. et Massal.
  • Dalbergia caslinii Vis. et Massal.
  • Cassia dimidiata Vis. et Massal.
  • Acacia henetorum Vis. et Massal.
  • Calycites lythroides Vis. et Massal.

(Leggi in BEIC).

Piante fossili della Dalmazia

  • Nevropteris schleani Vis.
  • Fortisia Vis.
    (nuovo genere dedicato ad Alberto Fortis):
    • Fortisia haidingeriana Vis.
    • Fortisia lanzaeana Vis.
  • Lastrea polypodioidesVis.
  • Poacites lanzaeana Vis.
  • Sphenophora ettingshauseni Vis.
  • Palmacites promonensis Vis.
  • Pinites dalmatica Vis.
  • Dryandra panacifolia Vis.
  • Hesperidophyllum dalmaticum Vis.
  • Sapindus dalmaticus Vis.
  • Sapindus ephialtae Vis.
  • Coccolobites massalongiana Vis.
  • Myriophyllites (?) radicifotmis Vis.
  • Cochliocarpus Vis. :
    • Cochliocarpus scorpiuroides Vis.

(Leggi in BEIC).

Palmae pinnatae tertiariae agri Veneti illustratae

  • Phoenicites rarifolia Vis.
  • Phoenicites massalongiana Vis.
  • Phoenicites densifolia Vis.
  • Phoenicites magnipes Vis.
  • Phoenicites zignanaVis.
  • Haemiphoenicites Vis. :
    • Haemiphoenicites dantesiana Vis.
    • Haemiphoenicites wettinioides Vis.
    • Haemiphoenicites flabellarioides Vis.
    • Haemiphoenicites veronensis Vis.
  • Geonomites Vis. :
    • Geonomites saturnia Vis.
  • Palaeospathe bolcensis Vis.

(Leggi in Phaidra).

Sopra una nuova specie di palma fossile:

  • Latanites maximiliani Vis.

(Leggi in Phaidra).

Di due nuovi generi di piante fossili

  • Agavites Vis. :
    • Agavites prisca Vis.
  • Aloites Vis. :
    • Aloites italica Vis.

(Leggi in Hathi Trust).

Di alcuni generi di piante fossili

  • Noeggerathiaceae Vis.
    (nuova famiglia intermedia tra le Cicadee e le Zamiee):
    • Noeggerathia haidingeri Vis.
    • Noeggerathia senoneri Vis.
    • Noeggerathia decurrens Vis.
    • Noeggerathia triangularis Vis.
    • Noeggerathia rhomboidalis Vis.
    • Noeggerathia imbricata Vis.

(Leggi in Phaidra).