La vita

I primi studi e il trasferimento a Padova

Veduta di Sebenico dalla fortezza
Sebenico dalla fortezza. Fotocromia, tra il1890 e il 1900 (Fonte: Library of Congress).

Roberto De Visiani nasce nella parrocchia di Santa Trinità a Sebenico il 9 aprile 1800 dal medico Giovanni Battista Costantino e da Maddalena Drasich.

Dopo i primi studi in Dalmazia si trasferisce a Padova nel 1817 dove frequenta la facoltà di medicina e nel 1822 si laurea col massimo dei voti.

Nello stesso anno vince il concorso come assistente alla cattedra di botanica dell'allora prefetto Giuseppe Antonio Bonato, carica che mantiene per i canonici due anni con un rinnovo di ulteriori due anni.

Durante gli anni come assistente compie i primi studi sulla botanica e analizza l'erbario e i documenti della biblioteca di Bonato.

Nel 1823 prosegue il suo studio della botanica, in particolare sulle piante del Monte Baldo da lui visitato; nel 1824 cura la traduzione, ampliata con tavole illustrate, dell'opera Introduzione allo studio dei vegetabili di Nicolò Giuseppe de Jacquin, libro scelto dalle università come testo didattico.

In seguito inizia i primi studi sulla flora, ai tempi poco conosciuta, della Dalmazia, pubblicando Stirpium dalmaticarum specimen (1826).

Medico in Dalmazia

Veduta di Cattaro
Cattaro dal Nord. Fotocromia, tra il1890 e il 1900 (Fonte: Library of Congress).

Impossibilitato secondo le leggi del tempo a ricoprire ulteriormente la carica di assistente alla cattedra di botanica, torna in patria dove tra il 1827 e il 1835 presta servizio come medico interinale e delle carceri a Cattaro (1829), medico stabile (condotto) a Dernis (1830), medico distrettuale a Budua (1835), Scardona, Zara e a Stretto.

Durante il periodo che trascorre in patria prosegue gli studi sulla flora locale scrivendo Plantae rariores in Dalmatia recens detectae (1829) pubblicato sul Giornale botanico di Ratisbona "Flora" come anche Plantae dalmaticae nunc primum editae (1830).

Professore e prefetto di botanica

Particolare di una fotografia del prefetto dell'Orto Roberto De Visiani
Particolare di una fotografia del prefetto dell'Orto Roberto De Visiani. Anni '50 dell'Ottocento (Fonte: Phaidra).

Nel 1835 intraprende un viaggio a Vienna per sostenere gli esami per la cattedra di botanica, rimasta vacante all'Università di Padova, e il 14 gennaio 1836 è nominato prefetto supplente dell'Orto botanico di Padova e professore supplente di botanica al posto di Giuseppe Antonio Bonato.

Il 4 marzo 1837 gli vengono confermati la cattedra di botanica e l'incarico di prefetto dell'Orto botanico in seguito alla morte di Bonato. Nello stesso anno viene iscritto al collegio dei Medici dell'Università di Padova.

Una delle attività svolte da De Visiani come prefetto è l'organizzazione del fondo librario lasciato da Bonato. Quest'ultimo, a differenza degli altri prefetti, dona all'Università la sua biblioteca personale, collezione libraria di particolare importanza nella quale era confluita anche quella del suo predecessore Giovanni Marsili, grande bibliofilo.

De Visiani organizza il fondo librario come una nuova biblioteca aperta agli studiosi facendo in modo che diventi luogo di studio e condivisione del progredire della scienza botanica.

De Visiani spinto dalla passione per la scienza botanica, oltre a studiare la parte teorica su testi e manuali, compie numerosi viaggi, durante tutta la vita, per raccogliere e erborizzare piante, per partecipare a congressi e per visitare i maggiori orti botanici di tutta Europa.

Lavori all'Orto botanico

Dal 1836 prende parte attivamente alle attività di manutenzione dell'Orto botanico curando le piante e ripristinando le strutture danneggiate a causa del nubifragio che colpì Padova nel 1834.

Il nuovo prefetto inizia la sua carriera con una ricerca storica in merito all'orto botanico stesso pubblicando nel 1839 Della origine ed anzianità dell'Orto botanico de Padova e poi prosegue nel 1842 con la pubblicazione di L'Orto botanico di Padova nell'anno 1842, in cui fa un excursus sulla storia dell'orto e dei suoi prefetti corredato da un catalogo delle piante possedute dall'Orto.

Tra le molte migliorie e arricchimenti che effettua per l'Orto botanico si menzionano la creazione di serre sotterranee, nel 1840, e la costruzione, nel 1842, dell'"Aula Emiciclo" destinata all'insegnamento della botanica che fino a quel momento si teneva presso altre sedi dell'Università.

Ingresso all'Orto Botanico - Incisione di A. Tosini dalla Guida all'Imp. Regio Orto botanico di Padova di A. Ceni
Ingresso all'Orto Botanico. Incisione di A. Tosini dalla Guida all'Imp. Regio Orto botanico di Padova di A. Ceni, 1854 (Fonte: Phaidra).
Tavola illustrata di due specie di Centaurea presenti nella Flora Dalmatica
Tavola illustrata di due specie del genere Centaurea presente in Flora Dalmatica, 1842 (Fonte: Phaidra).

Opere sulla botanica

La Flora Dalmatica, è sicuramente l'opera più celebre di De Visiani , il quale vanta il primato di aver studiato e classificato in maniera approfondita la flora della Dalmazia. Quest'opera si compone di tre volumi (1842, 1847, 1850) con due successivi supplementi, il secondo dei quali suddiviso in due parti e pubblicato postumo (1872, 1877, 1881).

Due lettere di ringraziamento del Re di Sassonia Federico Augusto per l'invio dei primi due volumi della Flora Dalmatica, ricevute rispettivamente il 20 aprile 1843 e il 23 marzo 1848, testimoniano l'importanza e il riconoscimento che quest'opera ottiene anche all'estero.

Degni di menzione sono anche i suoi studi sulle piante esotiche ed indigene, come la Revisio plantarum minus cognitarum quas hortus patavinus colit (1840–1862).

Lui stesso introduce nell'Orto un gran numero di piante, molte delle quali sconosciute in Europa. Un esempio è la Freesia refracta introdotta nel 1842. Le ventotto edizioni dell'Index seminum ideato per lo scambio di semi, comprovano le innumerevoli nuove specie vegetali introdotte nell'Orto botanico.

Attività di studioso e promotore della botanica

Documento associativo della Società Promotrice del Giardinaggio, organizzatrice delle Esposizioni delle piante e dei fiori
Documento associativo della Società Promotrice del Giardinaggio, organizzatrice delle Esposizioni delle piante e dei fiori, 1846 (Fonte: Phaidra).

Durante la sua carriera accademica partecipa come relatore a numerosi congressi e riunioni sia italiani che internazionali.

Nel 1842 viene eletto segretario generale del Quarto Congresso degli Scienziati Italiani svoltosi a Padova nelle sale del caffè Pedrocchi. In questa riunione partecipa come relatore alla commissione per l'istituzione del Giornale Botanico Italiano , il cui progetto sarà redatto nel 1843.

Nel 1845, in occasione del tricentenario della fondazione dell'Orto patavino, De Visiani organizza una pregevole celebrazione che prende il nome di Festa dei fiori; in questa occasione viene eretto un busto in onore del fondatore dell'Orto botanico di Padova, Francesco Bonafede.

A questa festa seguono negli anni 1846, 1847, 1854 e 1868 altri quattro eventi detti Esposizione delle piante e dei fiori.

Scoperte di De Visiani

Tra i suoi lavori più importanti si distingue quello sulla fecondazione della vaniglia, pianta sudamericana che difficilmente fruttificava al di fuori del proprio ambiente a causa dell'assenza del suo insetto impollinatore. Nel 1845 pubblica Del metodo e delle avvertenze che si usano nell'Orto botanico di Padova per la fecondazione e fruttificazione della vaniglia, che gli vale la grande medaglia d'oro della Società di Orticoltura di Vienna.

Tavola illustrata della vaniglia e delle sue parti
Tavola illustrata della vaniglia e delle sue parti, fine Ottocento-primi Novecento (Fonte: Phaidra).
Tavola illustrata del grappolo dell'uva e delle sue parti
Tavola illustrata del grappolo dell'uva e delle sue parti, fine Ottocento-primi Novecento (Fonte: Phaidra).

Dal 1852 si occupa dello studio delle piante fossili, fino ad allora poco conosciute, e nel 1854 pubblica assieme ad Abramo Bartolomeo Massalongo la Synopsis plantarum Florae tertiariae Novalensis. A quest'opera seguono numerosi altri scritti sull'argomento come Sopra una nuova specie di palma fossile (1867) in cui descrive la Latanites Maximiliani Vis. dedicata all'appassionato di botanica Massimiliano I del Messico, deceduto in quello stesso anno, col quale De Visiani stringe rapporti scientifici.

Roberto De Visiani dà anche il suo importante contributo allo studio di una malattia che affliggeva i vigneti. Durante le adunanze dell'Istituto Veneto, che aveva istituito appositamente la Commissione intorno la malattia dell' uva, De Visiani presenta la Relazione intorno alla malattia dell'uva o bianco dei grappoli (1853), la Seconda relazione intorno alla malattia dell'uva (1854) e la Terza relazione intorno alla malattia dell'uva (1855) .

Nel 1854 prosegue i suoi studi storici con l'opera sulla storia della botanica in Veneto intitolata Delle benemerenze de' Veneti nella Botanica riprendendo uno scritto di Bonato mai pubblicato.

Nel 1858 De Visiani diventa Decano della Facoltà Medica.

Uomo di lettere

Miniatura da un manoscritto del Tesoro di Brunetto Latini
Miniatura da un manoscritto del "Tesoro" di Brunetto Latini, XIV sec. (Fonte: Bodleian Library).

Roberto De Visiani non si limita solo agli studi scientifici ma si interessa anche di argomenti letterari; sia in età giovanile che successivamente compone numerose poesie, sonetti e scritti. Coniuga la sua passione per la botanica e la letteratura con vari studi che presenta spesso durante le adunanze dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arte; tra questi citiamo: Sopra l'Acanto degli scrittori greci e latini (1858), Di un nuovo codice del Tesoro di Brunetto Latini volgarizzato da Bono Giamboni (1860) cui seguì nel 1869 Del Tesoro volgarizzato di Brunetto Latini.

Egli compie ricerche sulla presenza di citazioni botaniche anche nelle opere di Dante Alighieri come si vede in Accenni alle scienze botaniche nella Divina Commedia del 1865.

Donazioni

De Visiani oltre ad essere un grande studioso sia di scienze che di lettere è anche un benefattore. Dona nel 1863 un'ingente somma di denaro per l'ampliamento dell'Ospedale di Sebenico fondato da suo padre nel 1807 cui seguirono altri lasciti; inoltre alla sua morte lascia in eredità parte del suo patrimonio all'Orto botanico.

Fotografia all'albumina dell'ospedale di Sebenico

Ospedale di Sebenico, fotografia all'albumina, 1865 (Fonte: Phaidra).

 

All'Orto dona anche la sua vastissima collezione di piante fossili e il suo ricco erbario.

Parte della biblioteca personale e dell'archivio con le opere di carattere letterario viene lasciata alla Biblioteca Civica di Padova nel 1872.

Gli ultimi anni

Nel 1869 partecipa, assieme a Filippo Parlatore, all'Esposizione Internazionale Orticola di San Pietroburgo e nello stesso anno pubblica Catalogo delle piante vascolari del Veneto e di quelle più estesamente coltivate che scrive assieme a Pier Andrea Saccardo, giovane assistente che gli succederà alla guida dell'Orto patavino.

Fotografia all'albumina di Filippo Parlatore (1816–1877)
Filippo Parlatore (1816–1877), fotografia all'albumina, anni '50 dell'Ottocento (Fonte: Phaidra).
P.A. Saccardo
Pier Andrea Saccardo, albumina, [1866] (Fonte: Phaidra).

Il Re d'Italia Vittorio Emanuele II nel 1873 conferma la cattedra di Botanica del Professor Roberto De Visiani presso l'Università di Padova con lo stipendio di 6.600 Lire.

Nel 1874 De Visiani incarica la costruzione di una nuova serra per la famosa palma (Chamaerops humilis L.) ricordata da Goethe nel suo Viaggio in Italia.

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Fotografia della Palma di Goethe nel 1895 (Fonte: Phaidra).

Nel 1877, viste le sue precarie condizioni di salute dovute a problemi ai polmoni, decide di fare richiesta di collocamento a riposo, richiesta che venne subito accolta. Poco dopo gli viene concessa la pensione e, nello stesso anno, riceve la nomina a professore emerito.

L'archivio conserva quello che a detta di Pier Andrea Saccardo, suo assistente al tempo, è l'ultimo scritto di De Visiani, datato il 3 maggio 1878, proprio il giorno precedente al suo decesso avvenuto a Padova il 4 maggio 1878.

Tomba di Roberto De Visiani al cimitero di Sebenico
Tomba di Roberto De Visiani al cimitero di Sebenico (Fonte: Wikipedia).

Roberto De Visiani, come da ultima volontà espressa nel testamento, riposa nel cimitero di Sebenico.

La sua fama come illustre professore, direttore e botanico valicò i confini italiani come testimoniano gli innumerevoli corrispondenti provenienti da tutto il mondo.

La sua dedizione allo studio della botanica gli valse molti premi, riconoscimenti, medaglie ed onorificenze internazionali anche da parte di sovrani. Fu socio corrispondente e membro effettivo di numerose accademie.

Colleghi e amici per dimostrare la loro stima gli dedicarono numerosi nomi di piante sia viventi che fossili e la città di Padova gli dedicò il nome di una sua via.