Raffaello Battaglia nacque a Trieste il 30 ottobre 1896. Fin da giovanissimo, frequentando il Museo Civico di Storia Naturale della città, venne in contatto con Carlo Marchesetti, impegnato nello studio dell'archeologia della Venezia Giulia e dell'Istria, ed ebbe modo di seguirne gli scavi e le ricognizioni presso numerosi siti archeologici e cavità carsiche. Si datano al 1915 le sue prime pubblicazioni scientifiche, frutto delle ricerche condotte presso i siti del Carso triestino. Negli anni del primo conflitto mondiale, ebbe modo di frequentare gli ambienti dell'Accademia delle Belle Arti di Venezia e gli Istituti di Geologia, Antropologia e Archeologia dell'Università di Padova, dove venne in contatto con Enrico Tedeschi e Giuseppe Pellegrini. Inoltre, tra il 1917 e il 1919, potè frequentare il Museo Preistorico-Etnografico di Roma, dove entrò in contatto con Luigi Pigorini e si occupò del riordino della collezione Loria, contenente oggetti etnografici dalla Papuasia orientale. Con la conclusione del confitto, Battaglia si trasferì a Trieste, dove insegnò presso il Liceo Artistico e riprese le ricerche sui siti di Carso triestino e Istria, non trascurando di pubblicarne i risultati sulle più importanti riviste paletnologiche.
Nel 1923, Battaglia ottenne la libera docenza per titolo in Paletnologia presso l'Università di Roma, sebbene - date diverse vicissitudini famigliari vissute durante il primo conflitto mondiale - egli non avesse mai conseguito una laurea. A partire dal 1828/29, fu invece titolare di piccoli incarichi di insegnamento (come ad esempio il corso di Antichità italiche) presso l'Ateneo patavino. Fu nel 1931, alla morte di Enrico Tedeschi, e quando la cattedra di Antropologia rimase vacante, che Raffaello Battaglia venne scelto per dare seguito al suo insegnamento. Assieme all'incarico di insegnamento, che Battaglia condurrà per molti anni da contrattista, si occupò a partire da questa data anche dell'annesso Istituto di Antropologia e delle sue raccolte. I suoi interessi scientifici si ampliarono, comprendendo anche studi di antropologia fisica.
Nel 1930, Raffaello Battaglia fu nominato ispettore della Regia Soprintendenza delle Antichità del Veneto, della Venezia Tridentina e della Lombardia. I suoi interessi paletnologici si spostarono quindi dalla Venezia Giulia alla Lombardia, dove si occupò dello studio dei massi incisi della Valcamonica, agli abitati di ambiente umido del Veneto, e al Trentino, dove si occupò prima dello studio di alcune statue-stele e poi dello scavo della palafitta di Molina di Ledro, a partire dal 1937.
Nella seconda metà degli anni '30, una serie di insegnamenti di genere ancora diverso venne affidata al Battaglia. Per esempio, a partire dal biennio 1936/37, si occupò del corso di Geografia ed Etnografia coloniale per la Facoltà di Scienze Politiche. All'interno del clima politico e culturale che andò generandosi dopo la promulgazione delle leggi razziali, poi, furono affidati a Battaglia gli insegnamenti del corso di Biologia delle Razze Umane, a Scienze Naturali, e di Socialogia Generale e Coloniale a Giurisprudenza. Battaglia collaborò anche alla realizzazione di una "mostra razziale" nel 1939. Nel 1940, divenne finalmente titolare della cattedra di Antropologia.
Alla guida dell'Istituto di Antropologia, Raffaello Battaglia si occupò dell'acquisizione di numerosi materiali etnografici e oggetti d'arte provenienti da Oceania, Indonesia, Cina, Giappone, Asia, America; implementò le raccolte paletnologiche con reperti dalla Venezia Giulia, dal Veneto e dal sito palafitticolo di Ledro. Nel 1955/56 l'Istituto condusse, per conto del CNR, una serie di missioni archeologiche presso il promontorio del Gargano.
Raffaello Battaglia morì a Padova il 18 marzo 1958.
Fonti: Betic 2013a; Betic, Carrara, Girelli 2013; Betic, Girelli 2013; Càssola Guida, Girelli, Tasca (a cura di) 2018.