I classici
print this pageCirca trecento i classici in tutto il fondo Marsili, almeno a tener fede all'Inventario: edizioni rarissime d'antiquariato e altre più recenti con le ultime novità della critica o commentati da eminenti filologi, dalle bodoniane di lusso ai commenti e alle traduzioni di amici e colleghi, dagli storici e tragici ai matematici e scienziati in giusto equilibrio fra greci e latini quando anche in lingua greca con la traduzione a fronte in latino. I libri scelti per l'esposizione si caratterizzano per il loro formato tascabile che ne facilitava il trasporto e la consultazione, ma anche per la qualità e peculiarità dell'edizione.
INDICE DELLA PAGINA
- P. Ouidij Nasonis Fastorum libri (1527)
- Q. Curtii Rufi Historiarum libri (1656)
- L. Annaeus Florus (1657)
- P. Virgilii Maronis Opera (1677)
- Orphei Argonautica Hymni et de lapidibus (1689)
P. Ouidij Nasonis Fastorum libri (1527)
Famoso per aver "inventato" le edizioni in 24°, per aver dato alle stampe per la prima volta il Corano e aver pubblicato il maestro della letteratura maccheronica Teofilo Folengo, lo stampatore Alessandro Paganino, trasferitosi da Venezia a Toscolano sulle rive del lago di Garda, pubblicò nel 1527 – l'anno terribile del Sacco di Roma – i Fastorum libri di Ovidio, commentati dagli umanisti Antonio Costanzi (1436–1490) e Paolo Marso (1440–1484).
Un'opera rara e molto bella, con il frontespizio incorniciato da un motivo xilografico, il testo latino circondato dal commento su due colonne – secondo lo stile del libro giuridico – e 6 altre xilografie all'inizio di ciascuno dei 6 libri, che Marsili non fa mancare alla sua biblioteca.
Q. Curtii Rufi Historiarum libri (1656)
Le Historiae di Curzio Rufo in formato tascabile, un'elzeviriana del 1656 con il commento di Johan Locken (1598–1677) fondatore degli studi giuridici svedesi, storico e studioso del diritto marittimo. Accanto al frontespizio inciso col ritratto di Alessandro e alla carta geografica ripiegata con il percorso della sua spedizione, sulla controguardia anteriore si conserva l'ex-libris di Francis Blomefield: il volume fu probabilmente acquistato a Londra dove la biblioteca del proprietario venne messa in vendita nel 1752, al momento della morte.
P. L. Annaeus Florus (1657)
Un'altra elzeviriana, la riedizione dell'Anneo Floro, esemplata sulla precedente di Leida del 1638 curata da Claude de Saumaise, di cui ripropone il frontespizio inciso, mutando la lettera dedicatoria. Proprio su sollecitazione dell'umanista francese che aveva trovato un manoscritto nella biblioteca di François Juret, per la prima volta veniva pubblicato anche il Liber memorialis di Ampelio, una raccolta di notizie di astronomia, geografia, mitologia e storia raccolte in rubriche, a scopo didattico.
P. Virgilii Maronis Opera (1677)
Un classico per eccellenza, il Virgilio, nell'edizione curata da Farnaby che Wetstein realizza nel 1677 dedicandola al medico Bernhard Verzascha (1627–1680); l'esemplare purtroppo mutilo del frontespizio, reca però la dedica calcografica dell'editore e tutte le 23 incisioni che illustrano Bucoliche, Georgiche ed Eneide ed è interessante perché appartenne a Sebastiano Marsili uno dei due fratelli di Giovanni, che vi lasciò la sua nota di possesso.
Orphei Argonautica Hymni et de lapidibus (1689)
Argonautica Hymni et de lapidibus attribuiti al mitico poeta Orfeo che uno dei commentatori Andreas Christian Eschembach teologo e filosofo (1662–1772) identifica con un personaggio realmente esistito e vissuto a Crotone ben distinto dall'Orfeo del mito, autore di una Cosmogonia e di una Teogonia. Il frontespizio è stato inciso da Jan van den Aveele mentre L'edizione riprodotta è quella di Charles Estienne.