Amici e colleghi
print this pageMolti elementi contribuiscono a illustrare il contesto sociale e culturale in cui si è mosso e ha lavorato Giovanni Marsili: lettere da lui spedite e a lui indirizzate, prefazioni e dediche dei suoi libri, e anche le note che lui stesso appose su molti dei suoi volumi, annotando i nomi dei donatori da cui li aveva ricevuti. Fra essi diversi amici e colleghi che incontrò in diversi momenti della sua vita personale e professionale.
INDICE DELLA PAGINA
- Vincenzo Camillo Alberti (1748–1773)
- Giuseppe Bartoli (1717–1789)
- Antonio Bonato (1753–1836)
- Melchiorre Cesarotti (1730–1808)
- Antonio Cocchi (1695–1758)
- Alberto Fortis (1741–1803)
- Anton Francesco Gori (1691–1757)
- Sebastiano Marsili (1739–1783)
- Philip Miller (1691–1771)
- Girolamo Francesco Zanetti (1713–1782)
VINCENZO CAMILLO ALBERTI (1748–1773)
Nato a Bologna, figlio di Domenico Felice e Gaetana Fabbri, ricevette una prima formazione presso il Seminario Arcivescovile, proseguita in ambito letterario sotto la guida di Fernando Antonio Ghedini cui si aggiunse anche lo studio del diritto. Un incidente nel 1769 lo costrinse a letto dove passò gli ultimi anni di vita scrivendo le biografie del maestro Ghedini, di Francesco Algarotti, del Card. Antonio Andrea Galli e una raccolta di versi; morì a seguito di ulteriori complicazioni, all'età di 24 anni. Fra i suoi corrispondenti, Giovanni Marsili e Pietro Metastasio, che scrivendo a un suo corrispondente - Giuseppe Azzoni di Siena- il 31 ottobre 1771, dice: "Questo signor Alberti è un individuo ch'io non conosco che per lettere, delle quali io ho interrotto il commercio, perché faticoso ed inutile..." (cfr. P. Metastasio, Lettere, 2, Milano 1954, p. 615)
GIUSEPPE BARTOLI (1717–1789)
Scrittore fecondo di poesie d'occasione, esperto di classici e appassionato di antiquaria al punto da ottenere nel 1745 la cattedra di eloquenza e belle lettere a Torino (non senza polemiche) e diventare "regio antiquario" per Carlo Emanuele III; donò a Marsili, di cui era concittadino, la sua traduzione della Quarta Egloga di Virgilio, quella in cui si celebra l'avvento del puer e il ritorno dell'età dell'oro che Bartoli interpreta come la restaurazione dell'antica repubblica romana. In mostra un altro volume di Virgilio con l'opera completa. L'appunto che ricorda il dono è di mano dello stesso Marsili.
ANTONIO BONATO (1753–1836)
Laureato in medicina e bibliotecario prima presso la Biblioteca Universitaria poi presso l'Orto Botanico, fu incaricato di succedere a Giovanni Marsili suo maestro e mentore nel 1794 svolgendo così la sua attività di docente e Prefetto dell'Orto fino al 1834 quando ottenne il pensionamento
Nel volume Venerum Blyenburgicarum sive Horti amoris areola tertia ad seipsum (...) Dordraci Ex officina Isaaci Canini, 1600, prima edizione di una delle più importanti antologie seicentesche di poesia neolatina erotica suddivisa in cinque areole (aiuole), che contengono in più di 900 pagine 1137 poesie "amorose" di 148 poeti, dall'Alciati, al Bonnefons, da Erasmo a Marullo, Poliziano, Sannazaro e altri, si è conservato un frammento manoscritto di suo pugno con diverse notazioni bio-bibliografiche di approfondimento sull'autore dell'opera.
MELCHIORRE CESAROTTI (1730–1808)
La nota apposta dalla mano del Prefetto ricorda che il volume con la traduzione del "Prometeo legato" di Eschilo gli fu regalata proprio da quel Melchiorre Cesarotti, di nobile famiglia padovana, che fu docente di lingua greca ed ebraica dal 1768 al 1797 e poi di belle lettere presso l'Università di Padova; proprietario di una villa a Selvazzano, amico di Madame de Stael e di Ugo Foscolo, traduttore anche di Omero, Demostene, Voltaire, divenne famoso però per la traduzione dei Canti di Ossian di James McPherson; questa versione del Prometeo fu eseguita per richiesta del conte Paolo Brazolo Milizia, altro celebre protagonista della vita culturale padovana della metà Settecento.
ANTONIO COCCHI (1695–1758)
Medico a Firenze, è stato maestro e amico di Marsili e la sua vicenda umana sembra influenzare le scelte di questi.
Dopo la laurea in medicina nel 1716 a Pisa entra nell'ordine dei medici di Firenze dove insegnerà nell'Università dal 1731 e sarà direttore sanitario dell'ospedale di Santa Maria nuova dal 1742. La sua formazione e il suo impegno hanno un carattere pratico, razionalista e illuminista. Lavora e scrive con interesse sui temi della dieta e dell'igiene con testi sul vitto pitagorico, sull'uso dell'acqua tra gli antichi e sulle terme di Pisa.
Una sua caratteristica è l'interesse linguistico che lo porta alla conoscenza di lingue antiche e moderne e allo studio filologico e paleografico delle fonti antiche della medicina. Diventa membro dell'Accademia della crusca. Dal 1715 scrive un diario poliglotta, le Effemeridi, che riporta minuziosamente gli avvenimenti di tutta la sua vita.
Lavora con la comunità inglese toscana e dal 1723 al 1726 si trasferisce a Londra dove studia, esercita la professione e partecipa alla vita culturale. Questo soggiorno darà ulteriore peso al suo cosmopolitismo e anche al suo materialismo e laicismo, causandogli anche qualche problema e critica. Dal 1732 fa parte della loggia massonica inglese di Firenze.
Dal 1729 è membro della Società botanica fiorentina e raccoglie un erbario e un museo naturalistico.
Dal 1738 è nominato antiquario ducale e si occupa dell'allestimento e apertura della Biblioteca Magliabechiana.
Alla fine della sua vita possiede una biblioteca di circa 16000 volumi dove si trovano manoscritti galileiani e la raccolta libraria appartenuta a Vincenzo Viviani, assistente di Galileo.
Nella collezione di Marsili vi erano molti testi di Cocchi, di argomento medico, storico e i curiosi Del matrimonio… e Lettera ad una sposa tradotta dall'inglese da una fanciulla mugellana.
ALBERTO FORTIS (1741–1803)
Alberto Fortis venne tenuto a battesimo da Antonio Vallisneri, che poi lo seguì nella sua crescita personale ed intellettuale insieme a Melchiorre Cesarotti. Letterato, studioso di geologia, riuscì a prendere parte a diversi viaggi in Dalmazia finanziati da mecenati inglesi e dal Senato veneto, tentando invano di succedere al padrino nella cattedra di Storia Naturale a Padova.
Il volume (BOT.6.109) reca nella controguardia anteriore la sua nota di possesso manoscritta ma era già appartenuto ad un suo carissimo amico, Franz Dembscher che glielo aveva donato, come dice la nota manoscritta ai piedi del frontespizio: ex dono cl. et amicissimi viri Francisci à Dembscher Geom.(etriae) subterr.(aneae) Professoris.
ANTON FRANCESCO GORI (1691–1757)
Fiorentino e sacerdote, professore di storia sacra e profana, celebre figura di erudito, infaticabile scrittore e ricercatore di antichità, entrò in contatto con Marsili probabilmente durante il periodo toscano, fra il 1752 e il 1756.
Di lui si conservano nel Fondo la traduzione del Trattato del sublime di Dionisio Longino tradotto dal greco in toscano ... In Firenze, nella stamperia di Gaetano Albizzini, 1737 (BOT.1.181) e una copia del famoso Florilegium ex volumine VI noctium Corythanarum in quo descripta et expensa ab academicis Etruscis prisca omnigenae eruditionis monumenta Florentiae, typis Io. Paulli Ioannellii typographi Societat. Columbar. Florent., 1751. (BOT.1.149)
L'opera venne donata a Marsili che risiedeva a Firenze, dal suo stesso autore, come testimonia la nota manoscritta presente sulla controguardia: Donum Antonij Francisci Gori | Florentiae die 6 Augusti 1752.
SEBASTIANO MARSILI (1739–1783)
Uno dei tre fratelli di Giovanni (insieme a Giorgio e alla sorella Santina) avvocato, aveva una casa nella Parrocchia di S. Maria Formosa e divenne marito nel 1758 di Caterina Capretta (1738–?) protagonista in gioventù di uno scottante affaire con Giacomo Casanova. Era suo il volume con le opere di Virgilio esposto in mostra.
PHILIP MILLER (1691–1771)
Educato all'orticoltura dal padre, piccolo produttore agricolo a Deptford, diventa capo giardiniere e curatore (o "Hortolanus") del Physic Garden di Chelsea dal 1721 fino alla morte. La cura delle piante e l'introduzione di nuove specie saranno sempre al centro del suo interesse, così come il rapporto con gli altri botanici con cui scambia informazioni, semi e campioni d'erbario. Nel 1736 riceve la visita di Linneo ma Miller adotta il suo sistema di classificazione solo nel 1768 preferendo a lungo quello di Tournefort e di Ray. Al 1724 risale la prima edizione del suo Gardeners dictionary containing the methods of cultivating, che avrà gran fortuna e numerose edizioni in più lingue. Marsili conservava cinque delle opere di Miller fra cui due edizioni del Gardeners dictionary e una copia di un catalogo di piante in vendita in un vivaio presso Londra a lui dedicato da Miller. Il botanico è fellow della Royal Society nel 1730 ed è fra coloro che presentano Marsili per la stessa carica nel 1758.
GIROLAMO FRANCESCO ZANETTI (1713–1782)
Veneziano, figlio di Alessandro e Antonia Limonti; archeologo, letterato e filologo, cugino di quell'Antonio Maria, che fu artista ed intagliatore (1668–1766), e fratello dell' Antonio Maria erudito e bibliotecario della Marciana (1716–1778), da cui apprese il greco e cui tentò invano di succedere nell'incarico, perché superato dall'Abate Morelli. Fu amico di Gasparo Gozzi e Angelo Calogerà con cui pubblicò le Memorie per servire all'Istoria letteraria; fu anche animatore di diverse imprese giornalistiche e socio pensionario dell'Accademia di Padova dal 1779, città dove morì. Sulla controguardia di un libro dedicato dal Liceti alle lucerne antiche compare la sua dedica manoscritta del dono fatto nel 1763: Joh. Marsillio suo | dono dabat | Hier. Franc. Zanettius | MDCCLXIII