Lo Studio patavino
print this pageINDICE DELLA PAGINA
- La nascita dello Studio Patavino
- Lo Studio medievale
- La Signoria Carrarese e la Repubblica di Venezia
- Il Settecento
La nascita dello Studio Patavino
"1222. Messer Giovanni Rusca da Como podestà de Padoa. In questo tempo fu transferito il Studio di Bologna in Padoa" (dagli Annali di Padova).
A inizio XIII secolo parte degli studenti di diritto della scuola bolognese (nata nel 1088), che venivano un po' da tutta Europa, si spostano da Bologna verso altre città che sembrano garantire condizioni migliori e una maggiore libertà rispetto al controllo da parte del Comune. Tra queste città vediamo in primo luogo Vicenza (1205), dove però l'esperienza universitaria si esaurisce nel giro di pochi anni, e poi Padova, che vede invece una tradizione ininterrotta fino ai giorni attuali.
L'Università di Padova nasce, quindi, nel 1222 senza un vero e proprio atto di fondazione e senza l'intervento papale o imperiale, ma per volontà degli stessi studenti e docenti, attirati dalla maggior libertà di studio ed espressione che Padova sembrava offrire.
Dopo un breve periodo problematico dovuto alla tirannide di Ezzelino III da Romano (1236–1256), sarà sempre cura del Comune di Padova fare in modo di garantire la continuità e lo sviluppo dello Studio, assicurando le migliori condizioni possibili a docenti e studenti.
Lo Studio medievale
Lo Studio medievale, così come le altre università coeve, è ben diverso dall'Università che conosciamo al giorno d'oggi, presenta un'organizzazione certamente meno strutturata e risulta composta dall'unione di tre componenti:
- Le "università" o corporazioni degli studenti: si tratta di gruppi organizzati di studenti, che si riunivano per lo più in base alla loro nazionalità: ai due grandi gruppi dei Citramontani e degli Oltremontani (o Transalpini) fanno, infatti, capo diverse nationes, cioè gruppi nazionali, tra le quali si distingue la Natio Teutonica (o Germanica), che risulta la più grande e influente.
- I collegi dei dottori: comprendono docenti e laureati, che svolgono il ruolo di commissione d'esame. A Padova esistono due distinte corporazioni dottorali: i giuristi (presenti fin da subito) e, a partire dal 1399, gli artisti e medici.
- Il cancelliere: Il cancelliere, carica in genere ricoperta dal vescovo, aveva il potere di conferire il dottorato e l'autorizzazione all'insegnamento (licentia docendi).
Già a partire dai primi decenni di attività, lo Studio patavino ospita studenti provenienti da ogni parte del mondo occidentale, in particolare dalla Germania, ma anche da Francia, Inghilterra, Spagna, Polonia, Ungheria… Alcuni di questi studenti, ritenuti particolarmente illustri, furono poi rappresentati dal pittore Gian Giacomo Dal Forno su volere del rettore Carlo Anti, dando vita a quella che viene chiamata Sala dei Quaranta.
All'inizio del Trecento, inoltre, Padova è scelta come meta da prestigiosi docenti provenienti da tutta Europa, tra i quali ad esempio il medico e filosofo Pietro d'Abano, arrivato nel 1306 dall'università di Parigi.
La Signoria Carrarese e la Repubblica di Venezia
Durante il periodo della Signoria carrarese (1338–1405) l'Ateneo continua a fiorire e vede la presenza di prestigiosi docenti, forse anche grazie all'intercessione degli stessi Da Carrara.
L'importanza dello Studio patavino è evidente nella scelta attuata dalla Repubblica Serenissima di Venezia: dal 1405 (data in cui Padova si arrende ai veneziani) al 1797 (caduta della Serenissima), quello di Padova è l'unico centro universitario del territorio veneziano.
La Serenissima lavora per il suo continuo accrescimento e per aiutare a superare la crisi che investe l'ateneo a metà del XV secolo, attraverso provvedimenti legati al suo finanziamento e tentativi di chiamate di docenti famosi.
È sempre Venezia, inoltre, a intervenire per dirimere i contrasti tra i due Collegi dottorali (Giuristi e Dottori e artisti), dimostrando il controllo esercitato dalla Repubblica ma anche la sua volontà di sostenere nel miglior modo possibile le attività dello Studio.
Nonostante alcuni periodi di crisi, il periodo tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Seicento è un periodo d'oro per lo studio patavino. Sul reclutamento dei docenti vi era terreno di scontro tra il Comune, la Serenissima e l'Università intesa come corporazioni degli studenti, ma pur nei disordini si riesce a chiamare docenti di grande prestigio come Andrea Vesalio, Gabriele Falloppio, Girolamo Fabrici d'Acquapendente, Galileo Galilei.
Anche dal punto di vista degli spazi questa è una fase particolarmente importante: nasce una sede unica dove ora sorge il Palazzo del Bo; viene fondato nel 1545 l'Horto dei semplici, ad oggi il più antico orto botanico rimasto nella sua sede originaria; attorno al 1595 si costruisce per volere di Girolamo Fabrici d'Acquapendente il primo teatro anatomico stabile; dal 1629 la Sala dei Giganti ospita la prima biblioteca universitaria d'Italia.
Il Settecento
Per lo Studio Patavino, il Settecento è un secolo che mischia continuità e rinnovamento: i Riformatori dello Studio (la carica istituita da Venezia per il controllo dell'ateneo), chiamati a riportare in auge un'università dove il numero degli iscritti risulta in diminuzione, non arrivano a stravolgere l'assetto esistente, ma le esigenze di riforma si fanno sentire fin dai primi anni del Secolo.
Dal punto di vista organizzativo viene notevolmente diminuita l'autonomia degli studenti, sempre più spesso protagonisti di episodi incresciosi, attraverso lo scioglimento delle "università" degli studenti e l'affidamento delle cariche di sindaco e prorettore a docenti anziché a studenti (1738).
Le novità più importanti si collocano nella seconda metà del secolo e riguardano l'aspetto didattico, dove prende sempre più piede il nuovo metodo scientifico sperimentale. Nonostante le immaginabili resistenze al cambiamento e i conseguenti "passi indietro" che si alternano alle novità, gli anni a partire dal 1761 vedono importanti riforme: nascono nuove cattedre (in particolare diritto pubblico, scienza agraria, alcune cliniche mediche specialistiche); vengono varati veri e propri piani di studio via via più puntuali e razionali, il tempo dedicato alla didattica aumenta e vengono introdotti esami annuali; l'italiano sostituisce ufficialmente il latino come lingua dell'insegnamento; sorgono numerosi laboratori scientifici e, sulla torre del castello carrarese, viene eretta la Specola per le osservazioni astronomiche, inaugurata nel 1777; nasce l'Accademia di Scienze Lettere ed Arti, per affiancare l'Università (1779).
Il periodo in cui Marsili è professore dello Studio patavino, quindi, è un periodo molto significativo, nel quale gli aspetti scientifici e sperimentali, così tipici della cattedra di botanica, assumono grande importanza e massima è l'attenzione ai luoghi che permettono lo studio e l'osservazione diretti: in primo luogo i laboratori scientifici ma, a modo suo, anche l'Orto botanico.