Descrizione dell'opera

Il 29 maggio 1995 l’Università organizza una giornata dedicata alle celebrazioni del Cinquantenario della Liberazione, durante la quale intervengono personalità come Enrico Opocher, Tullia Zevi e Rita Levi Montalcini e avviene l’inaugurazione del monumento Resistenza e Liberazione di Jannis Kounellis nel Cortile Nuovo di Palazzo del Bo.

L’opera, dedicata a tre professori dell’Università di Padova legati alla causa partigiana, vede utilizzati principalmente materiali di scarto e assi di legno grigio-brune. Quest’ultime, che si accatastano le une sulle altre per poi appianarsi e ordinarsi nella parte alta dell’opera, rappresentano una metafora della distruzione e della conseguente ricostruzione a partire dalle macerie generate dalla guerra. L’osservatore, alzando lentamente lo sguardo, riesce a cogliere la differenza tra le assi rovinate e ammassate disordinatamente in basso e quelle poste in alto, meno usurate e più omogenee nel colore: un contrasto che simboleggia efficacemente un presente sereno costruito sugli sforzi e i sacrifici di chi ha lottato per la libertà.

Seguendo la lettura dell’opera del critico d’arte Giorgio Segato, le assi di legno si legano all’ispirazione della Cattedra di Galileo, ma ripetono anche, utilizzando un linguaggio “povero” e concettuale, il percorso degli affreschi di Campigli a Palazzo Liviano, dove viene espresso in immagini il legame tra la memoria del passato e la volontà progettuale del futuro, che viene restituito tramite l’insegnamento.

Il legno recuperato fa in modo che il vissuto e la storia intrinseca delle assi possano essere espressi in un’ottica anti-monumentale evocando, nell’osservatore, il ricordo e la memoria. Le vecchie tavole sono naturalmente soggette allo scorrere del tempo, svolgono un inesorabile processo di trasformazione che conferisce al monumento un aspetto quasi umano; una vitalità che ammette, con il tempo, l’eventualità della scomparsa. Scrive in merito Giorgio Segato: “Il materiale è scarnificato, ma vivo, di quotidiana esperienza e ricco di memoria d’uso, speculare alla materia povera con cui si potè fare la Resistenza: eroicità del quotidiano, del pensiero come scelta che interviene momento per momento a modificare, risistemare le strutture (scuola, società, vita) per riordinarle verso un futuro di unità e di partecipazione coerente” (Giorgio Segato, A me piace Kounellis, in "Il Gazzettino", 2 luglio 1995).

 

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