Eugenio Neumann (1847-1928)

Eugenio Neumann

Eugenio Neumann nacque a Trieste il 7 giugno 1847, città in cui morì il 10 gennaio 1928. Dopo aver lavorato come farmacista in gioventù, si dedicò per tutta la vita all’ambito commerciale, in qualità di sensale. È molto probabile che, già praticando tali attività, Neumann abbia avuto modo di acquistare numerosi reperti archeologici e oggetti d’arte. Sebbene non vi sia certezza riguardo all’effettivo svolgimento dell’attività di antiquario da parte di Neumann, egli era sicuramente un collezionista ben conosciuto anche al di fuori degli ambienti triestini. Nei carteggi consultati presso l’Archivio storico dell’Università di Padova, infatti, Neumann viene definito dal prof. Dal Piaz come “(…) noto collezionista di oggetti naturali (…)” e, in un documento a firma Tedeschi, Bianchi e Dal Piaz come “(…) noto raccoglitore e proprietario di un museo (…)”. Sicuramente, la sua collezione venne notevolmente incrementata quando, a partire dal 1906 e dopo aver smesso di lavorare, egli poté dedicarsi a tempo pieno alla sua passione per la speleologia e la paleontologia, partecipando alle indagini di numerose grotte del Carso e raccogliendo presso la sua abitazione di Trieste molti reperti paleontologici, archeologici e geologici.

Neumann divenne membro della Commissione Grotte e della Società Adriatica di Scienze Naturali e venne in contatto con grandi personalità di studiosi impegnate nelle indagini sul Carso triestino come Ludwig Karl Moser, Giovanni Andrea Perko e, soprattutto, il Direttore del Museo Civico di Trieste, Carlo Marchesetti. Proprio durante le sue indagini nel Carso, Neumann venne inoltre in contatto con il giovanissimo Raffaello Battaglia, che dal 1913-14 iniziò a frequentare lo stesso ambiente.

La vasta collezione che Eugenio Neumann riuscì a costituire sia tramite l’acquisto di opere che tramite le ricerche a cui partecipò o che condusse sul Carso era composta da materiale di interesse antropologico, paletnologico, archeologico, geologico, paleontologico e mineralogico. Ad oggi non è possibile stabilire quale fosse l’esatta consistenza numerica della collezione, dal momento che molti degli elenchi originali non sono pervenuti sino a noi; tuttavia, essa doveva essere costituita da decine di migliaia di pezzi.

La presenza nella sua collezione di numerosi manufatti etichettati Etruria/Arezzo, in alcuni casi senz’altro pertinenti a produzioni di territori estranei alla cultura etrusca, induce a pensare che Neumann avesse rapporti frequenti con antiquari in Toscana, come del resto doveva essere entrato in contatto con collezionisti o antiquari francesi, come sembra suggerire un frammento di una matrice di ceramica sigillata prodotta a Lezoux (che non può che provenire da scavi in area centro-gallica).

Nel 1925, Enrico Tedeschi, Giorgio Dal Piaz e Angelo Bianchi, rispettivamente direttori degli Istituti di Antropologia, Geologia e Mineralogia dell’Università di Padova, venuti a conoscenza dell’esistenza della sua vasta collezione, ne valutarono l’effettivo interesse scientifico e si fecero promotori presso l’allora Rettore Lucatello per l’acquisto dell’intera collezione da parte dell’Ateneo. L’acquisto in toto delle collezioni, che fu effettuato alla fine del 1925, fu realizzato grazie ad una sovvenzione del Ministero della Pubblica Istruzione per la somma di Lire 50.000.

Una vola giunte a Padova, le vaste collezioni di Neumann vennero spartite tra gli istituti di Antropologia, Geologia e Mineralogia, entrando così a far parte del patrimonio dell’Ateneo patavino. Nel 1926, Carlo Anti si accordò con l’Istituto di Antropologia affinché una serie di reperti ritenuti di interesse per il Museo di Antichità fossero trasferiti nell’Istituto di Archeologia, che aveva sede nei locali di piazza Capitaniato più tardi demoliti per la costruzione del Liviano. È probabilmente in questo momento o immediatamente dopo che buona parte dei manufatti della collezione Neumann giunti ad Archeologia vennero siglati con la lettera N: tale sigla è oggi nella maggior parte dei casi l’unico documento che attesta la pertinenza alla raccolta dei reperti attualmente al Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte, variamente attribuibili a produzioni dell’antico Egitto, di ambito etrusco, apulo, greco, magnogreco e romano.

I manufatti della collezione Neumann che oggi sono conservati presso il Museo di Antropologia provengono per la maggior parte da grotte, necropoli e castellieri dell’area carsico-istriana, da alcune importanti palafitte svizzere e slovene e da varie altre località italiane ed europee. Dati i numerosi traslochi e riorganizzazioni che il materiale della collezione ha subito nel corso del tempo, la consistenza della raccolta e le esatte provenienze geografiche sono ad oggi in corso di definizione. Vi è tuttavia ragione di sostenere che una larga parte della collezione del Museo provenga proprio da questa acquisizione.

 

Fonti: Betic, Carrara, Girelli 2013; Betic, Girelli 2013; Carrara, Menegazzi, Moser 2010; Càssola Guida, Dalla Longa, Tasca 2018; Menegazzi, Carrara, Moser 2013.