La botanica
print this pageUna parte considerevole della collezione libraria di Marsili è dedicata alla botanica, soprattutto intesa come lo studio degli effetti delle piante sulla salute dell'uomo, per secoli fondamento dell'arte medica.
Attraverso i libri della sua collezione è possibile cogliere lo sviluppo di questa scienza: dallo studio acritico dei grandi nomi del mondo latino e greco (Aristotele, Teofrasto, Dioscoride…) con illustrazioni prive di verosimiglianza, allo studio delle piante vive riprodotte in immagini quanto più possibile vicine al reale.
Nel '500, infatti, lo scenario diventa più complesso: si studiano le piante vive e sono queste, e non le illustrazioni presenti nei libri precedenti, ad essere riprodotte nei nuovi libri di botanica. Lo sguardo e la riflessione si rivolgono direttamente alla natura nella sua realtà. Gli stessi autori classici vengono ripresi ma in nuove versioni, studiate criticamente a partire da tutte le lezioni giunte dal passato.
Questi volumi raccontano però anche l'evoluzione del libro e delle sue illustrazioni: dal manoscritto quattrocentesco ai volumi a stampa via via sempre più simili ai libri moderni, con tecniche di stampa delle immagini sempre più precise.
La presenza di libri dedicati alle piante fossili dimostra l'interesse multidisciplinare e sempre aggiornato che Marsili ha per il mondo scientifico.
INDICE DELLA PAGINA
- Pseudoapuleio, De herbarum virtutibus (sec. XV)
- Pseudoapuleio, Incipit herbarium Apulei Platonici ad Marcum Agrippam (1481–1484)
- Otto Brunfels, Herbarum viuae eicones (1532)
- Theodor Dorsten, Botanicon (1540)
- Leonhard Fuchs, Primi de stirpium historia commentariorum tomi vivae imagines (1549)
- Rembert Dodoens, Florum, et coronariarum odoratarumque nonnullarum herbarum historia (1569)
- Cristobal Acosta, Trattato… della historia, natura, et virtù delle droghe medicinali… che vengono portati dalle Indie orientali in Europa (1585)
- Jacob Theodor Tabernaemontanus, Eicones plantarum (1590)
- Matthias de L'Obel, Icones stirpium (1591)
- Fabio Colonna, Phytobasanos (1592)
- Crispijn van de Passe (il giovane), Hortus floridus (1614)
- Giovanni Battista Ferrari, De florum cultura (1633)
- [Anonimo?], The Flower-garden display'd (1732)
- Francesco Stelluti, Trattato del legno fossile minerale nuouamente scoperto... (1637)
Pseudoapuleio, De herbarum virtutibus (secolo XV)
Erbario veneto manoscritto dove, accanto ad immagini astratte o immaginarie, come la versione leggendaria della mandragora, compaiono immagini fresche e reali delle piante medicinali. Il volume sembra oscillare tra la riproposta di immagini antiche e il fascino della realtà naturale.
Pseudoapuleio, Incipit herbarium Apulei Platonici ad Marcum Agrippam (1481–1484)
Sono gli anni dell'affermazione della stampa a caratteri mobili che, nei primi volumi prodotti, chiamati incunaboli, mantiene forme simili al codice manoscritto. Quest'opera presenta ancora illustrazioni astratte e non riconoscibili; le ricette mediche sono prive di dosi e indicazioni precise: il sapere è ancora affidato alla tradizione orale, cui il testo scritto fa solo da supporto.
Otto Brunfels, Herbarum viuae eicones (1532)
Opera di Otto Brunfels, teologo e botanico tedesco, qui in un'edizione stampata a Strasburgo nel 1532. Bellissimo il frontespizio, ricco di riferimenti mitologici, con il titolo circondato da rappresentazioni classicheggianti sia nello stile sia nei soggetti. Le illustrazioni, realizzate con la tecnica dell'incisione su legno, sono estremamente realistiche, al punto da rappresentare anche foglie rotte, appassite, rovinate dagli insetti.
Theodor Dorsten, Botanicon (1540)
Volume ricco di illustrazioni realistiche, in questa copia poi dipinte a mano.
Leonhard Fuchs, Primi de stirpium historia commentariorum tomi vivae imagines (1549)
L'opera di Fuchs, medico e botanico tedesco, è fra gli esempi più eccellenti del nuovo approccio alla botanica. Le piante sono rappresentate da xilografie (incisioni su legno) a tutta pagina accompagnate dal nome latino della specie. Le rappresentazioni sono molto realistiche, se pur con un certo grado di tipizzazione: non viene riprodotto un singolo esemplare ma si cerca di mostrare le caratteristiche comuni all'intera specie.
Rembert Dodoens, Florum, et coronariarum odoratarumque nonnullarum herbarum historia (1569)
Opera del medico e botanico fiammingo Rembert Dodoens, con illustrazioni colorate a tutta pagina. Nei primi tempi dall'invenzione della stampa, i volumi uscivano dalla bottega dell'editore interamente in bianco e nero in fascicoli pronti ad essere rilegati. L'acquirente poteva poi decidere di far dipingere a mano le figure, dando vita a copie sempre diverse l'una dall'altra.
Cristobal Acosta, Trattato… della historia, natura, et virtù delle droghe medicinali… che vengono portati dalle Indie orientali in Europa (1585)
Cristóvão da Costa (o, in spagnolo, Cristobal Acosta) fu un medico e naturalista portoghese, nato probabilmente in una colonia portoghese in Africa. Nei suoi soggiorni nelle Indie orientali, prima come prigioniero di guerra, poi come medico, ebbe modo di studiare le piante e le droghe orientali. In questo volume, corredato da grandi illustrazioni abbastanza realistiche, tratta del loro uso in farmacologia.
Jacob Theodor Tabernaemontanus, Eicones plantarum (1590)
Il volume, di particolare forma oblunga, contiene più di 2200 xilografie di piante, semi e frutti, per lo più presentate in due per pagina. Il testo è limitato a una breve introduzione e al nome latino della pianta. Questa copia presenta numerose postille manoscritte, che ne dimostrano lo studio. Il nome dell'autore (in realtà Jakob Dietrich) viene da una latinizzazione di Bergzabern, suo luogo di nascita, che in tedesco significa "taverna di montagna".
Matthias de L'Obel, Icones stirpium (1591)
Volume di forma oblunga, opera del botanico fiammingo Matthias de l'Obel o Lobellio. Contiene più di 2000 illustrazioni suddivise in due parti e un indice delle piante in sette lingue. Le immagini, realizzate con la tecnica dell'incisione su legno, vengono per lo più da opere di altri autori, come Clusio o Dodoens.
Fabio Colonna, Phytobasanos (1592)
L'opera, conosciuta anche con il titolo "Plantarum aliquot historia", presenta il titolo nel frontespizio scritto in lettere greche. L'autore, un naturalista e botanico italiano, ha realizzato illustrazioni con la tecnica dell'incisione su lastra di rame per una miglior resa descrittiva.
Crispijn van de Passe (il giovane), Hortus floridus (1614)
Le incisioni sono opera di Crispijn van de Passe il giovane, famoso incisore appartenente ad una famiglia di grandi incisori olandesi. L'opera contiene quattro sezioni, ciascuna corrispondente a una stagione. L'esemplare posseduto dal Marsili sembra incompleto: comprende solo le tavole e mancano i frontespizi relativi a inverno e primavera e tutta la seconda parte dell'opera. Insieme alle tavole sono state rilegati alcuni fogli contenenti indici manoscritti, forse opera del Marsili stesso.
Giovanni Battista Ferrari, De florum cultura (1633)
Il volume, opera del botanico italiano Giovanni Battista Ferrari, presenta incisioni disegnate da grandi artisti: Pietro da Cortona, Guido Reni, Andrea Sacchi, Anna Maria Vaiani. Anche gli incisori (Johann Friedrich Greuter e Claude Mellan) sono artisti di rilevo. Le immagini uniscono al realismo un certo gusto artistico.
[Anonimo?], The Flower-garden display'd (1732)
Il testo, attribuito a Richard Bradley, è dedicato ai fiori, suddivisi in base al loro mese di fioritura. Prima di ogni mese è presente una composizione di fiori di grande raffinatezza, che ripropone lo stile delle nature morte dell'arte contemporanea. Nel catalogo Marsili è presente la notazione "with coloured copper plates" ad indicare che le immagini sono state poi dipinte a mano.
Francesco Stelluti, Trattato del legno fossile minerale nuouamente scoperto... (1637)
Una ricerca sulle particolarità geologiche dei terreni del principe Cesi in Umbria. Marsili, attento agli sviluppi della scienza del tempo, raccoglie i primi testi dedicati ai fossili. La comunità scientifica per secoli si era interrogata su quale origine avessero questi resti o tracce naturali trovate nelle rocce e presenti nei musei di curiosità. Ci si divideva tra coloro che propendevano per un'origine inorganica e coloro che pensavano ad un'origine organica. Nel '700 si era giunti a capire l'origine dei fossili, a cercare di classificarli e di trarre indicazioni sulla storia della terra attraverso di loro.