Copie di copie: immagini prese dal passato

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Immagine tratta da De herbarum virtutibus

 

Nel medioevo le informazioni sulle virtù delle piante venivano trasmesse oralmente o attraverso manoscritti “di segreti”, erbari e horti sanitatis, spesso rozzi, con immagini ripetitive e stilizzate.

In età umanistica si assiste ad una rinascita dell’interesse per il mondo naturale, che comporta la pubblicazione (a stampa) dei testi degli auctores (Plinio, Dioscoride...) e una loro analisi critica, ma anche uno studio delle piante da un punto di vista pratico, utilitaristico. Una delle prime opere stampate è la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio (l'editio princeps è pubblicata a Venezia nel 1469 da Giovanni da Spira).

Negli incunaboli di erbari illustrati, il testo scritto si configura ancora come un manuale di medicina medievale, con una farmacopea più o meno elaborata (generalmente in ordine alfabetico) accompagnata da una serie di segreti sull’utilizzo terapeutico delle piante.

Anche le illustrazioni si richiamano ancora alla tradizione medievale, con immagini rigide e stereotipate, poco aderenti alla realtà. Le fonti su cui si basano gli illustratori per la loro realizzazione non sono, infatti, le piante reali, ma le immagini di libri precedenti se non addirittura la sola descrizione testuale.

Opere presentate:

Pseudo Apuleio, De herbarum virtutibus

Pseudo Apuleio, Incipit Herbarium Apulei ad Marcum Agrippam


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