Gli erbari secchi

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Gli erbari secchi (chiamati horti sicci per distinguerli dagli horti vivi, vale a dire gli orti botanici) sono raccolte di piante vere sottoposte ad un processo di essiccazione e poi incollate con vari metodi (colle, nastro adesivo, spilli...) su fogli che possono essere poi rilegati insieme o lasciati sciolti e raccolti in una cartellina. Dal punto di vista storico, non si conoscono erbari secchi precedenti il XVI secolo, anche se non se ne può escludere del tutto l'esistenza.

La biblioteca dell'Orto Botanico conserva venti erbari secchi rilegati in forma di codice (la maggior parte del XVIII secolo) e un erbario a fogli sciolti della seconda metà del XVIII secolo, conosciuto come Erbario Marsili.

Tre erbari sono attribuibili a Giangirolamo Zannichelli, studioso di botanica e medicina e speziale a Venezia e sono stati donati alla biblioteca nel 1902 da G. Dian e poi studiati da Pierandrea Saccardo. Si tratta di due grossi volumi in folio con piante agglutinate chiamati Erbari generali e di un erbario dedicato alle piante istriane raccolte probabilmente nel 1722, che doveva far parte di una raccolta più ampia.

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Foglio di uno degli "Erbari generali" di Zannichelli

 

Sette sono invece gli erbari opera di Bartolomeo Martini (o De Martinis), chirurgo e botanico veronese, di cui due uguali tra loro: sembra che fosse abitudine di Martini realizzare più copie dei suoi erbari per poi farne dono. Tra questi, particolarmente importante è quello realizzato nel 1707 e dedicato alle piante alpine raccolte sul Monte Baldo, che comprende 40 fogli con circa 200 esemplari di piante agglutinate, prive di nome, che rappresenta uno dei più antichi erbari dedicati al Monte Baldo.

L'erbario del gesuita Giuseppe Agosti, realizzato nel 1769 e donato alla biblioteca dal conte Andrea Gritti è suddiviso in due volumi. Comprende in totale 361 fogli con piante agglutinate raccolte nell'area bellunese.

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Foglio dell'erbario Agosti


Tra gli altri erbari vale la pena citare l'erbario Lambioi, molto simili all'erbario Agosti (di cui l'autore è stato in possesso), particolare per la presenza di una collezione di farfalle agglutinate su fogli sciolti, e l'erbario Dal Piaz, creato da Traverso e poi donato a Giorgio Dal Piaz, che comprende piante alpine raccolte durante una campagna geologica dallo stesso Dal Piaz e da D. Fabiani.

Particolarmente interessante è poi il cosiddetto Erbario di Fra' Giorgio.

 

Opere presentate:

Erbario Marsili

Erbario di Fra' Giorgio

 


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