Il bozzetto che viene decretato vincitore è dunque “Pacis”, ideato dalla coppia Orsolini-Casanova e definito nel Catalogo nazionale dei beni culturali una vera e propria allegoria della vittoria; secondo la giuria, esso si distingue per sobrietà ed “austera semplicità” che ben rappresentano la forza ed il vigore dei caduti, onorandone l’eroico sacrificio. Al centro della composizione bronzea si ergono i nomi degli studenti, incisi nello spazio ricavato dai due labari sorretti dalle personificazioni del Diritto e dell’Amor Patrio. Queste sono raffigurate come due giovani possenti, immobili nello spazio e solenni, diventando così non tanto figure realistiche quanto veri e propri simboli della consacrazione eroica dei nomi da loro sorretti nella memoria collettiva della città.
Altrettanto significativa è la figura nella rosta: una Minerva in trono si stacca dallo sfondo di tralci decorativi, attraverso i quali filtra la luce. La dea reca in mano una spada ed una piccola vittoria alata, una Nike proveniente dal repertorio della classicità greca, a celebrare la vittoria appena riportata. La scelta di figure quali Minerva, la Nike e l’impostazione delle due personificazioni maschili, una armata quale cavaliere medievale e una nelle vesti di un legionario romano, come anche le aquile che ornano lo zoccolo inferiore della struttura, sembrano richiamare un linguaggio classico romano. Un lessico grandioso ed icastico, per affermare da una parte una derivazione nobile, e per dare una veste che celebrasse gli studenti, certo, ma anche la storia dell’Ateneo di Padova, con il quale il Portone doveva accordarsi. Tale innesto viene rimarcato dalla presenza dei simboli delle Facoltà che emergono dal festone antichizzante che orla gli specchi delle ante del Portone.
Proprio le figure dei due giovani offrono lo spunto per aprire un breve inserto iconografico. I loro modellati scultorei e le pose statiche di cui già si è parlato, diventeranno lo standard della rappresentazione del fante e del soldato, riverbero di una forza fisica e morale che dall'antica Roma torna a rivitalizzare i martiri padovani. Le due allegorie, esempi di un repertorio in via di consolidamento, come si può osservare nel materiale grafico e documentario dell'epoca, di cui fanno parte anche le cartoline illustrate, medium di notevole rilievo se consideriamo la loro circolazione, esaltano dunque il sacrificio dei caduti e, di conseguenza, la grandezza dell'Ateneo.
Ritroviamo in questi esempi la presenza enfatica del nudo eroico:
Il Portone verrà portato a termine dopo varie vicissitudini, dovute principalmente ad un difficile rapporto tra i due artisti, oltre che a ritardi dei pagamenti e ad una caduta dal tram dello scultore Orsolini, che rallenta i lavori. L’inaugurazione, più volte rinviata (si pensi che inizialmente era stata programmata per l’8 febbraio 1823) si tiene infine il 10 giugno.