L'Ateneo in guerra

Come già emerso dalle parole del rettore Lori, l'impegno profuso nel conflitto dalla "famiglia universitaria", come la definisce, è rilevante; un ampio numero di studenti, così come di professori ed assistenti, aderisce all'arruolamento volontario. Malgrado l'ingente partecipazione, le attività della Regia Università non cessano durante le vicende belliche. L'iter accademico, dunque, prosegue, con corsi, sessioni d'esame e di laurea, pur se con lacune dovute alla mancanza di alcuni docenti titolari; è interessante però rilevare il segno lasciato dalla guerra su tali questioni "ordinarie". A questo proposito, spogliare i papiri di laurea di quegli anni può fornire degli indizi importanti.

Si prenda per esempio il papiro di Giovanni Faggioli, dottore in Chimica-Farmacia il 31 maggio del 1915:

Papiro di Giovanni Faggioli, 31 maggio 1915

Nei versi in rima, tipici della tradizione locale dei papiri, ritroviamo formule quali La voce dei cannoni / ti chiama sui confini, che rimanda all'imminente partenza per il fronte del laureato, a combattere per la gloria della nazione e a scrivere la storia / sfidando pur la morte. Un ideale che a noi appare romantico e distante dalla realtà della guerra, ma che ben lascia trasparire quella rappresentazione di eroismo e temerarietà che verrà poi cucita sopra l'immagine dei giovani caduti.

Papiro di Antonio Graziani, maggio 1916, BC, RP

Anche nel papiro del neo-medico militare Antonio Graziani ricompaiono le medesime tematiche; laureatosi nel 1916, pare pronto a partire in soccorso dei feriti: un'alta missione umanitaria cui lo spinge il principio più nobile e glorioso.

La vita ordinaria degli studenti universitari prosegue dunque mantenendo un contatto con quella dei compagni al fronte, visibile in alcune testimonianze, come quelle appena proposte. L'impegno universitario per la difesa della nazione viene portato avanti su due versanti, che potremmo definire civile e militare; lo ribadisce il rettore Ferdinando Lori, come riporta Guido Solitro nella sua cronaca, rivolgendo un saluto

"Ai giovani fortunati che potranno servire la Patria con le armi e a quelli che con minore fortuna, ma con eguale fervore, la serviranno in opere civili […]."

La realtà studentesca e quella al fronte sembrano dunque proseguire di pari passo nel corso di questi fatidici anni, distanti eppure vicine. Una terza dimensione, o meglio, esperienza, si aggiunge a queste due, unendole nel territorio di San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine.