Il progetto di ricerca per la conservazione e lo studio interdisciplinare dell'affresco ha perseguito più obiettivi:
- il recupero del dipinto;
- l'attivazione di un percorso di ricerca interdisciplinare;
- la messa a punto di un nuovo iter metodologico;
- lo sviluppo di un programma di formazione a beneficio dei laureandi e dottorandi di ambiti scientifici e umanistici.
Il recupero del dipinto ha permesso di restituire alla città in forma fruibile un bene che era in uno stato di conservazione insufficiente. L'intervento è stato condotto dalla dr.ssa Elena Dal Moro e si è articolato nelle seguenti fasi:
- descialbo della lunetta, ovvero asportazione manuale di tutti gli strati di pittura sovrammessi all'affresco;
- consolidamento dell'intonaco dipinto per evitare l'ulteriore distacco di porzioni di superficie pittorica;
- eliminazione di malte e cementi applicati durante i precedenti interventi di manutenzione;
- consolidamento statico della muratura a vista;
- pulitura della superficie pittorica;
- integrazione a neutro delle lacune;
- reintegrazione pittorica con acquerelli tramite velatura o rigatino.
Il restauro è stato eseguito in concomitanza con lo svolgimento di un completo percorso di ricerca interdisciplinare, di cui ha beneficiato sia l'Università degli Studi di Padova che in generale la città di Padova.
Per prima cosa, il dipinto murale è stato oggetto di uno studio dal punto di vista storico e iconografico, che ha permesso di contestualizzare l'opera non solo all'interno del complesso architettonico di Santa Caterina, ma anche rispetto alla parte di centro storico in cui l'edificio è inserito, un'area che va dalla chiesa degli Eremitani al complesso di San Francesco.
L'affresco è stato poi analizzato dal punto di vista scientifico, attraverso un'indagine volta alla conoscenza:
- dei materiali costituenti il dipinto e, in particolare, della tavolozza pittorica e degli intonaci;
- della tecnica esecutiva dell'artista;
- dei fattori di degrado;
che fosse di supporto alla fase operativa del restauro e attraverso la quale si sono apprese nuove informazioni sulle maestranze artistiche attive a Padova nel XVII secolo.
La coesistenza, all'interno del progetto di ricerca, degli approcci storico e scientifico è risultata essere l'occasione per l'applicazione di un iter metodologico che sempre dovrebbe essere applicato in campo conservativo e che troppo frequentemente si risolve nella sola fase d'intervento in senso stretto.
Per gli studi e le indagini scientifiche si è ricorso alle risorse interne all'Ateneo, con il coinvolgimento dei dipartimenti di Storia delle Arti visive e della Musica, di Scienze Chimiche e di Ingegneria dell'Informazione (Guido Cortelazzo); per alcune indagini ottiche si è fatto affidamento alla ditta Arcadia Ricerche di Venezia.
Tale percorso ha portato alla promozione dell'attività formativa degli studenti dell'Università degli Studi di Padova, quali laureandi, dottorandi e giovani ricercatori afferenti al gruppo di ricerca di Chimica dei Beni Culturali presso il Dipartimento di Scienze Chimiche, arricchendo il loro percorso culturale mediante l'introduzione all'attività di ricerca accademica e, contemporaneamente, l'inserimento nel contesto lavorativo caratteristico del cantiere di restauro. Infatti, dal progetto sono state ricavate due tesi di laurea magistrale, afferenti al corso in Scienze e Tecnologie per i Beni Archeologici e Artistici, e una tesi di dottorato in ambito di Chimica dei Beni Culturali.
L'esecuzione del progetto è risultata anche da stimolo per gli studenti di Storia dell'Arte, che hanno potuto confrontarsi con un'opera "da scoprire" dal punto di vista storico-iconografico. Inoltre, sono state eseguite visite guidate all'interno del cantiere per gli studenti dei corsi di laurea triennale in Scienze e Tecnologie per i Beni Culturali e di laurea magistrale in Scienze e Tecnologie per i Beni Archeologici e Artistici.