Il dipinto presenta due diversi momenti della storia cristologica, disposti in una raffigurazione tripartita mediante una cornice monocroma.
L'Annunciazione
Alle estremità sono rappresentati i protagonisti dell'Annunciazione: Maria a sinistra, genuflessa sull'inginocchiatoio e con le braccia incrociate al petto, è colta nel momento della preghiera quotidiana dinnanzi al libro aperto. La sua attenzione è distolta dall'improvviso sopraggiungere dell'arcangelo a destra, verso cui la donna volge lo sguardo. Gabriele fa il suo ingresso nell'ambiente con le ali spiegate e le ricche vesti damascate svolazzanti, recando alla Vergine un giglio, simbolo della sua purezza, e l'annuncio dell'Incarnazione del Verbo divino, che prende la forma della colomba dello Spirito Santo, accompagnata dal raggio di luce che entra nell'umile interno domestico dalla finestra aperta.
L'Ultima Cena
Nel riquadro centrale, molto frammentario, è riconoscibile l'episodio dell'Ultima Cena: intorno a un tavolo apparecchiato, di cui sopravvive solo un lacerto con un bicchiere e una pagnotta, gli apostoli sono rappresentati con espressioni preoccupate e sguardi interrogativi, in seguito all'annuncio da parte di Cristo del tradimento di Giuda. Quest'ultimo è individuabile nel personaggio nel margine inferiore della composizione, isolato dal gruppo e raffigurato, come di consueto, di spalle (rimane solo il suo gomito sinistro alzato). Più problematica l'individuazione degli altri apostoli, mentre del tutto scomparsa è la figura di Cristo, che si trovava al centro della scena, dove oggi è un'estesa lacuna della superficie pittorica.
La quadratura illusionistica
A unire in una struttura coerente i due episodi dell'Annunciazione e dell'Ultima Cena è una cornice illusionistica di tipo scultoreo decorata da rosette, erme, fregi a voluta, volti di cherubini alati e abitata da due angeli a figura intera che, come quinte teatrali, sembrano voler introdurre la Vergine e l'arcangelo Gabriele nell'episodio centrale.
La data
Al centro della modanatura lapidea è riportata una data frammentaria MDCX […] riemersa nel corso dell'ultimo restauro: un appiglio cronologico importante che consente di datare l'affresco tra il 1610 [MDCX] e il 1649 [MDCXLIX] e tra il 1690 [MDCXC] e il 1699 [MDCXCIX]. Considerando lo stile della pittura e che il monastero di Santa Caterina fu terminato entro il 1627, quando le monache vi presero possesso, è possibile concludere che l'affresco fu realizzato a partire da quell'anno e probabilmente entro la prima metà del XVII secolo.