Il Novecento: dall'educandato all'università

La prima metà del Novecento

Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento alcuni cambiamenti intervennero a modificare l'assetto dei Pii Conservatori. In primo luogo, gli istituti – inizialmente qualificati come "Opera di redenzione alla gioventù" – progressivamente attenuarono questo carattere per divenire semplici collegi, aperti all'accoglienza di giovani educande e finalizzati alla loro istruzione per tutto l'arco delle scuole elementari, piuttosto che al loro "recupero morale".

Monsignor Luigi Pelizzo Il vescovo Luigi Pellizzo (da Dizionario biografico dei friulani)

Secondariamente, durante l'episcopato di mons. Luigi Pellizzo (1906–1923) la comunità delle Terziarie Collegiali del De Foretti, ormai ridotta a pochi elementi, fu incorporata alla congregazione di suore fondata nel 1828 da Elisabetta Vendramini con il nome di Terziarie Francescane Elisabettine. Esse passarono a reggere i Pii Conservatori tra il 3 novembre 1910, momento in cui cinque di esse assunsero la direzione e la responsabilità della sezione del Soccorso, e il 9 settembre 1911, quando la loro azione venne estesa anche a Santa Caterina, e vi rimasero per la maggior parte del XX secolo, fino al loro scioglimento nell'agosto del 1985.
Infine, mons. Pellizzo si occupò anche della sistemazione amministrativa degli istituti, con la definizione del loro Statuto, che pur mantenendone di fatto la natura di enti ecclesiastici, ne regolò i rapporti con l'autorità civile. Questo fu approvato con Regio Decreto il 6 settembre 1914 e stabiliva che il Consiglio di Amministrazione dei Pii Conservatori dovesse essere formato da:

  • un rappresentante del comune
  • un rappresentante della provincia
  • due rappresentanti del vescovo
  • un presidente, sacerdote delegato del vescovo.

Nonostante il trauma causato dalla Prima Guerra Mondiale, negli anni '20 i Pii Conservatori riuscirono a mantenere le loro proprietà e a trarre un buon rendimento da esse, tanto che nel 1927 potevano dare accoglienza e istruzione a 130 giovani, 50 alloggiate al Soccorso e 80 a Santa Caterina. Di queste, quelle di Santa Caterina frequentavano la scuola elementare interna, la scuola materna e la scuola di lavoro; quelle del Soccorso (più grandi d'età) erano invece impegnate nella scuola di sartoria e ricamo, di maglieria, ecc… un avviamento professionale alternato a qualche ora di studio (Tomiet 1994, p. 13).

L'ora di ricreazione delle allieve delle elementari L'ora di ricreazione delle allieve delle elementari (da Un'opera di redenzione, 1931)

Le allieve più grandi lavorano all'aperto Le allieve più grandi lavorano all'aperto (da Un'opera di redenzione, 1931)

Alla fine del terzo decennio del Novecento, due ulteriori novità intervennero inoltre nella storia degli enti:

  • nel 1926, con Regio Decreto del 5 dicembre, ad essi fu annesso l'ex Istituto Zitelle e da quel momento il loro nome fu modificato in Pii Conservatori Santa Caterina, Soccorso e Gasparini;
  • nel 1927 fu istituita la Casa del Dopo-Collegio in un'abitazione adiacente al Soccorso e destinata a ospitare 15 adulte che, dopo il periodo del collegio, non potendo essere riconsegnate ai genitori o affidate a qualche altra famiglia, fossero lì ospitate oltre il termine fissato in attesa di collocamento lavorativo stabile.

La seconda metà del Novecento: IRPEA e l'università

La vita dei Pii Conservatori continuò così strutturata per la maggior parte del Novecento: le suore Elisabettine costituivano una numerosa comunità educativa che viveva all'interno dell'istituto, in uno spazio riservato rispetto agli altri ambienti dislocati nel grande stabile, dove si svolgevano le attività quotidiane delle giovani ospiti del collegio.

Negli anni tra il 1975 e il 1983, anche sulla spinta della riforma dell'assistenza sanitaria e sociale attuata dallo stato italiano, prese avvio un radicale ripensamento dell'assetto dei Pii Conservatori, con un tentativo di decentramento del loro servizio educativo-assistenziale. Progressivamente, il grande complesso di Santa Caterina fu abbandonato dalle sue abitanti, che costituirono gruppi-famiglia di minori al di fuori della struttura: il gruppo Luciana in via C. Moro, di breve durata, seguito dalle comunità Elisabetta (poco lontano da Santa Caterina) e Primavera.

In seguito a ciò, e dopo il decreto della Regione Veneto del 24 aprile 1985, con cui venne dichiarata la fondazione di IRPEA (Istituti Riuniti Padovani di Educazione e Assistenza), dalla fusione dei Conservatori Santa Caterina, Soccorso, Gasparini con il Vanzo e il Santa Rosa e il Camerini-Rossi, nell'agosto di quello stesso 1985 la comunità di suore Elisabettine di Santa Caterina fu sciolta per mantenere la sola fisionomia comunitaria dei due gruppi-famiglia.

Il grande edificio rimase inutilizzato fino alla fine degli anni '90 quando, in seguito a interventi di restauro e adattamento degli spazi, fu concesso all'università, che ne fece la sede del Dipartimento e della Biblioteca di Scienze Statistiche.

 

[Quest'ultimo paragrafo è stato elaborato sulla base del testo di Lenarduzzi, De Costanzo, 2002].