Modifiche e restauri negli ultimi due secoli

Progetto di restauro, copertina

L'Ottocento

Non sempre è possibile conoscere l'originaria organizzazione spaziale di luoghi che sono stati abitati ininterrottamente per molti decenni: soprattutto per le epoche più antiche, le registrazioni scritte delle modifiche agli ambienti, se ve n'erano, sono andate perdute, così da rendere difficile, oggi, la ricostruzione della loro prima fisionomia.

Tale discorso vale in parte anche per il complesso di Santa Caterina: dal momento della costruzione del monastero nel Seicento alla soppressione napoleonica di due secoli successiva, nessuna fonte ci descrive gli spazi abitati dalle monache; questi, del resto, erano scarsamente accessibili dall'esterno, considerata la rigida clausura in cui viveva la comunità. Fortunatamente, nel nostro caso è possibile conoscere lo stato del luogo grazie alla minuziosa perizia di stima redatta dall'ing. Pivetta nel 1827, con lo scopo di stabilire il valore economico del complesso in vista dell'acquisto da parte del sacerdote Antonio Maluccello, che fino a quel momento lo aveva tenuto in affitto. Si tratta di una fonte preziosa, che descrive gli ambienti esattamente come li avevano lasciati le monache Illuminate: infatti Malucello, pur essendo subentrato nella gestione dello stabile da più di un decennio, non vi aveva apportato modifiche di rilievo, sicché «il locale portava ancora la sua impronta di monastero, con parlatori a grata, celle numerose al piano superiore, stanze non molto ampie, refettorio, cucina, adiacenze ed oltre i due chiostri un certo spazio di terreno ad uso orto. Vi regnava in generale l'aspetto di una grande miseria» (Un'opera di redenzione, 1931, p. 19).

Quando il complesso divenne di proprietà del De Foretti la situazione non fu diversa: il canonico si impegnò soprattutto nella costruzione del nuovo Soccorso, che collegò allo stabile di Santa Caterina, mentre quest'ultimo fu soggetto a lavori di manutenzione e piccoli restauri, che non ne modificarono la fisionomia. Inoltre nel 1844 gli fu ceduto dal Comune di Padova il giardino antistante l'ingresso della struttura.

Documenti di cessione del giardino d'ingresso da parte del Comune di Padova Documenti di cessione del giardino d'ingresso da parte del Comune di Padova

Documenti di cessione del giardino d'ingresso (Padova, Archivio Fondazione IRPEA)

Il Novecento

Con il nuovo secolo, e dopo un sopralluogo di un incaricato dell'Opera Nazionale per la protezione della Maternità e dell'Infanzia, le condizioni dei Pii Conservatori furono giudicate non adeguate a ospitare le giovani e a far fronte alle esigenze della vita quotidiana e dell'insegnamento. Si decise, così, di intervenire con un restauro massiccio degli stabili, che fu condotto per un anno e terminato nell'agosto del 1931.

Come dimostrano i numerosi progetti preparati dallo studio tecnico dell'architetto Vincenzo Bonato, incaricato della direzione dei lavori, l'operazione si svolse su due livelli. Da una parte si risistemarono i vecchi stabili: a partire dalla facciata degli istituti, si migliorarono i parlatori, le sale da teatro, i cortili, si dotarono gli ambienti di riscaldamento a termosifone, si fece una pavimentazione dei corridoi a pianterreno e un'imbiancatura generale.

Progetto per la nuova facciata dei Pii Conservatori Progetto per la nuova facciata dei Pii Conservatori (Padova, Fondazione IRPEA)

Dall'altra si costruirono due nuove ali del complesso (in rosso nella pianta sottostante), per una più adeguata distribuzione degli spazi. Questi nuovi edifici furono adibiti a refettori e a una cappella per il Soccorso al piano terra e a infermerie e dormitori al primo piano, il primo di 29 letti per le bambine di Santa Caterina, il secondo di 22 per le giovani del Soccorso.

Progetto per la costruzione di due nuove ali nei Pii Conservatori Progetto per la costruzione di due nuove ali nei Pii Conservatori (AGCPd, Amm.ne Pii Conservatori Santa Caterina, b. 955, c.e. 711/1930)

Progetto per la costruzione di due nuove ali nei Pii Conservatori, dettaglio del piano terra
Progetto per la costruzione di due nuove ali nei Pii Conservatori, dettaglio del primo piano

Progetto per la costruzione di due nuove ali nei Pii Conservatori, dettaglio del piano terra (a sinistra) e del primo piano (a destra) (AGCPd, Amm.ne Pii Conservatori Santa Caterina, b. 955, c.e. 711/1930)

Alla fine del secolo, dopo l'allontanamento della comunità delle Terziarie Elisabettine, l'immobile versava in uno stato di abbandono.

Cortile d'ingresso, 1997
Parco interno verso Ca' Lando, 1997

Parco interno verso l'attuale Sala Dati Statistici della biblioteca, 1997
Cortile verso il collegio Moschini

Relazione fotografica dello stato di fatto del complesso del 1997: cortile d'ingresso, parco interno verso Ca' Lando, parco interno verso Sala Dati Statistici della biblioteca, area parcheggio (AGCPd, Edilizia privata, c.e. 1844/1997-Università di Padova, Progetto di ristrutturazione dell'arch. Oscar Marchi)

Fu quindi deciso di sottoporre lo stabile a un generale restauro e riordino funzionale per destinarlo a nuova sede della Facoltà di Scienze Statistiche dell'Università degli Studi di Padova. In quell'occasione, il complesso di Santa Caterina non subì alterazioni sostanziali nelle quote pavimentali e nella forma degli ambienti, dei quali si modificarono in alcuni casi le dimensioni per far fronte alle esigenze didattiche.

Progetto di rifunzionalizzazione del complesso di Santa Caterina, piano terra: stato di fatto (a sinistra) e progetto (a destra)

Progetto di rifunzionalizzazione del complesso di Santa Caterina, piano terra: stato di fatto (a sinistra) e progetto (a destra) (AGCPd, Edilizia privata, c.e. 1844/1997-Università di Padova, Progetto di ristrutturazione dell'arch. Oscar Marchi)

Progetto di rifunzionalizzazione del complesso di Santa Caterina, primo piano: stato di fatto (a sinistra) e progetto (a destra)

Progetto di rifunzionalizzazione del complesso di Santa Caterina, primo piano: stato di fatto (a sinistra) e progetto (a destra) (AGCPd, Edilizia privata, c.e. 1844/1997-Università di Padova, Progetto di ristrutturazione dell'arch. Oscar Marchi)