Noto fin dall'antichità, la prima descrizione del vaiolo che ci sia giunta è di Rhazes (864-925), in un testo conservato dalla Biblioteca di Scienze del Farmaco dell'Università di Padova (copia digitale di Richardi Mead ... opera... 3. De variolis et morbillis. Accessit Rhazis inter Arabas celeberrimi, de iisdem morbis commentarius.  Parisiis: apud Gulielmum Cavelier, 1751). La terapia proposta, di tenere il paziente al caldo per favorirne una copiosa sudorazione che ne purgasse gli umori, fu contestata solo da Syndheman (1624-1689), che, all'opposto, esortava a creare condizioni che rinfrescassero il malato dalle febbri, in ambienti areati, nello stile del rispetto del paziente che contraddistingue questo Ippocrate secondo.

Il vaiolo divenne endemico in Europa nel Quattrocento, ma la sua massima virulenza si sviluppò nel Settecento. Si è stimato che la malattia abbia ucciso circa 400.000 europei ogni anno durante il XVIII secolo e sia stato responsabile di un terzo di tutti i casi di cecità (Fenner p. 231). Negli ultimi due decenni del Settecento uccise oltre 36.000 persone a Londra, di cui il 90% al di sotto dei cinque anni: una persona su dieci moriva di vaiolo.

> Dalla variolizzazione...

... alla scoperta del vaccino