Il primo grande racconto di un'epidemia fu quello della peste di Atene del 430 a.C. descritta da Tucidide, di cui la Biblioteca di Scienze del Farmaco dell'Università di Padova conserva una traduzione inglese del 1752 allegata all'opera di Ippocrate, che comprende anche un trattato sulle epidemie. Dalla descrizione si ipotizza che la malattia potesse essere tifo petecchiale o vaiolo, anzichè peste bubbonica.

Un esempio locale si trova nell'opera di Girolamo Mercuriale De pestilentia, del 1601 (copia digitale), in cui il professore patavino descrive l'epidemia di peste di Padova e Venezia del 1575. E' curioso che, chiamato a consulto con altri medici illustri dalla città di Venezia, Mercuriale non aveva individuato l'epidemia al suo insorgere. Divulgatore di Ippocrate, l'autore attribuisce l'origine della peste alla qualità dell'aria: è la teoria classica dei miasmi, precedente a quella scientifica del contagio, e che spiegava l'origine della peste con un mutamento dell'aria nella sostanza, che comportava la putrefazione. Da qui l'uso della maschera a becco, contente una miscela di erbe aromatiche, per i medici della peste.

La Biblioteca di Scienze del Farmaco dell'Università di Padova conserva l'editto (copia digitale) con le disposizioni in caso di epidemia del 1805 dell'Imperatore d'Austria al governo e alle autorità sanitarie (il Magistrato di Sanità) deIl'Imperial Regio Governo Generale di Venezia: per garantire l'efficacia della "previdenza" (p. 15) emerge un'organizzazione capillare delle autorità sanitarie, l'istituzione di un cordone sanitario, per il controllo dei traffici e della circolazione di merci e uomini e per la prevenzione dei contagi, e l'esistenza dei lazzaretti per la contumacia dei contagiosi. Nell'editto viene descritta tutta la catena di comunicazione in caso di pestilenza, le pene in caso di resistenza o di omissione dell'allarme sanitario, gli indennizzi per gli allontanamenti e le requisizioni forzate e i premi per i "servigj estraordinarj" "sì Medici, che Politici o ad allontanamento, od estirpazione della Febbre Gialla" per cui chi si distingue onorevolmente può "assolutamente calcolare sopra uno speciale contrassegno della Superiore soddisfazione della MAESTA' SUA, com'egualmente sopra Pensioni, ed altri Benefizj le Vedove, e gli orfani di quelli, che rimanessero vittime dell'opera prestata al comune vantaggio" (p. 7).
Si prevedono pene severe, obbligo di fuoco per le sentinelle e "Carcere duro di cinque ai dieci anni" (p. 11), per chi viola il Cordone Sanitario con l'importazione abusiva di merci, fuori dai punti d'accesso e porti consentiti, "colla trascuranza di presentarsi ai destinati Uffizj di Sanità previsti" (p. 10) o la falsificazione dei documenti di trasporto e dei documenti di sanità. In caso di "evidente inavvertenza...potrà la pena essere limitata ad un più breve periodo, aggravandola a norma delle circostanze col castigo di colpi di bastone" (p. 11). Stessa pena per la fuga dai Lazzaretti e da uno a cinque anni di carcere per chi è "reo di occultazione del pericolo in materia di Pubblica Salute" (p. 13).