Il capolavoro barocco: il De monstrorum caussis, natura, et differentiis di Fortunio Liceti

print this page

Fortunio Liceti (1577-1657), docente di medicina a Padova dal 1645, amico di Galileo, versatile e curioso dalla medicina all'astronomia, dalla filosofia all'archeologia, è il riferimento per la teratologia con la sua celebre opera De monstrorum caussis, natura, et differentiis, riccamente illustrata, conservata dalla Biblioteca di Scienze del Farmaco nella seconda edizione del 1634 (copia digitale).
Liceti si dichiara seguace di Aristotele, ma se ne discosta, nei fatti, nelle teorie sulla generazione. Crede nell'esistenza di un seme femminile oltre a quello maschile, entrambi costituiti dal sangue residuo proveniente da tutte le parti del corpo di cui conservano traccia. Questa teoria, derivata da Ippocrate, Democrito e Galeno, fu usata da Liceti per spiegare lo sviluppo embrionale, in particolare per la trasmissione ereditaria dei caratteri, l'ibridismo e la produzione dei mostri, con un'impostazione di grandi conseguenze fino a Darwin (Ongaro p. 93).
Nel De monstrorum caussis, natura et differentiis la classificazione teratologica è condotta secondo criteri morfologici e la casistica è ampia, tanto che "è segnalata buona parte delle malformazioni congenite oggi conosciute" (Ongaro p. 94). Tra le cause sono indicate solo quelle naturali, come la compressione delle membrane in utero, anomalie della placenta o del liquido amniotico, malnutrizione, traumi, o malattie del feto. Non mancano alcune osservazioni morali, come la causa da cercarsi nella "Phantasia" o nelle "animi passionibus", o nella "imaginatione" dei genitori, fino ai "malos Daemones".

Le illustrazioni esprimono anche l'aspetto della curiosità e del divertimento, che travalica l'aspetto scientifico, come negli incroci di animali (p. 20 e 22) o nell'uomo con la testa di elefante (p. 191) o con ali, corna o zoccoli (p. 187), fino a vere esplosioni barocche (p. 256, 258-259).