Veni puer! Disce sapere. Con questa esortazione, Jan Amos Comenius apre la sua opera, Orbis sensualium pictus, la prima enciclopedia illustrata per l'infanzia, forse il primo sussidiario didattico di tipo moderno. L'autore pedagogo si prefiggeva di avvicinare i fanciulli al sapere utilizzando l'esperienza sensibile, prima fra tutte quella visiva, poiché, precisava nella sua "Prefazione dell'Autore", "Ora si sa, non darsi niente nell'Intendimento, che premieramente non sia stata nel senso, e che, per conseguenza, l'esercitare assiduamente i Sensi a ben concepire le differenze delle Cose sia un ponere il Fondamento di ogni Sapienza, di ogni Eloquenza, e di ogni giusta, e prudente Azione" (Comenius, op. cit.).
L'opera, fin dalla prima edizione del 1658, fu pubblicata bilingue con testo a fronte: latino e tedesco, poiché l'autore non solo si preoccupava che i fanciulli "...non vedano Cosa, che non sappiano nominare, né nominino cosa, che non possano mostrare" (Comenius, op. cit.), ma altresì auspicava che lo facessero utilizzando sia la lingua madre, sia il latino, lingua internazionale dell'epoca, allora utilizzata per la veicolazione del sapere.
Orbis sensualium pictus fu un vero best seller e fu tradotto in molte lingue nazionali.
Le edizioni multilingui furono 53 dal 1658 al 1700, 89 dal 1701 al 1800, 77 dal 1801 al 1900. La prima edizione quadrilingue, comprensiva della versione italiana, è del 1666 (G. Crupi, Dare la parola all'immagine, in Nuovi annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari, a. 31, 2017, p.117).
Nella "Prefazione dell'Autore", Comenius scriveva: "Il medesimo libro servirà anco per le scuole delle lingue, a fin d'imparare a fondo le dette volgari (Tedesca, Italiana, Francese &c.) per ciocchè nelle sopraccennate Descrizioni si trovano con bellissimo ordine i Vocaboli, e le Frasi più principali di tutti li detti Linguaggi" (Comenius, op. cit.).
L'edizione posseduta da Pecile è quella quadrilingue comprendente la lingua italiana, pubblicata nel 1777, versione a cura di Carl Coutelle. All'interno del volume, a differenza di altri casi, non sono stati ritrovati appunti di Pecile, né bollettini o ricevute di pagamento che possano suggerirci quando e per quale motivo lo avesse acquistato. Si tratta di un libro per l'infanzia, scritto per discepoli ben più giovani degli studenti universitari e tuttavia la sua presenza all'interno della collezione non stona, al contrario, testimonia l'interesse di Pecile per lo sviluppo della metodologia didattica basata sull’esperienza.