I reperti delle civiltà che vissero in Italia centrale e meridionale sono da sempre stati oggetti di attività collezionistiche e di fiorenti commerci antiquari. Per quanto noto, non risulta che Eugenio Neumann abbia praticato attività di scavo al di fuori dell'area carsica e istriana, ma un numero consistente dei manufattii della sua collezione è pertinente alle produzioni della cultura etrusca e apula: appare dunque del tutto probabile che il collezionista triestino abbia avuto contatti con commercianti di antichità quantomeno in Toscana, dato che molti dei pezzi da lui raccolti sono etichettati come "Arezzo", possibile luogo di acquisto. La provenienza dei reperti archeologici da queste regioni italiane non è però solo frutto dell'acquisto di collezioni: numerose sono le indagini che Raffaello Battaglia svolse in Puglia per il Museo di Antropologia dell'Università di Padova. Tra queste, si ricordano gli scavi del 1929 nel villaggio neolitico e dell'età del rame di Coppa Cardone, presso Vico del Gargano. A produzioni magnogreche sono riferibili la gran parte dei reperti collezionati dai coniugi Merlin all'Università di Padova: i due studiosi hanno insegnato per buona parte della loro carriera nell'Ateneo di Bari e proprio negli ambienti baresi svilupparono il loro interesse scientifico e collezionistico per le ceramiche locali daune, peucetiche, messapiche e ceramiche magnogreche diarea apula.