«Comuni all'intera Università ed osservate dallo Studio sono tre feste: san Luca, santa Caterina e san Tommaso d'Aquino. […] Anche se santa Caterina è venerata come patrona di tutti coloro che si dedicano agli studi, tuttavia questa santa vergine e martire è specialissima tutelare dell'Università degli studenti giuristi […]»
(Tomasini 1654, pp. 214-215, trad. Gallo 1999, pp. 68-69)
La prima attestazione del legame tra la chiesa di Santa Caterina e l'Università dei Giuristi risale al 1377, quando si stabilì che nel giorno della festa della santa, il 25 novembre, per ogni anno, gli studenti e i docenti svolgessero una processione solenne all'edificio religioso, scelto tra i molti di Padova proprio in virtù della sua intitolazione: Caterina era, infatti, patrona degli studenti e degli intellettuali, come ancor oggi testimonia la sua figura impressa nel sigillo dell'ateneo patavino.
Fu soprattutto a partire dal XVII secolo che la "presenza" universitaria in Santa Caterina registrò un incremento: da quel momento i giuristi cominciarono ad occuparsi attivamente delle condizioni della chiesa e ebbero a disposizione un altare al suo interno, dapprima quello laterale intitolato alla santa, quindi l'altar maggiore, dal 1677, che fecero rifabbricare e decorare, in un secondo tempo, con il dipinto di M.A. Bonaccorsi, raffigurante il Matrimonio mistico di santa Caterina. Sul coronamento del frontone dell'altare sono sistemate tre armi studentesche, rispettivamente dei due assessori alla fabbrica dell'altare e del Vicesindico in carica al momento della conclusione dell'opera. Altre arme di più piccole dimensioni, in numero di 20, dovevano trovarsi negli intercolumni laterali, ma sono state sostituite nell'Ottocento (1883) con una finta tarsia marmorea che ancor oggi si vede (Benucci 2007, pp. 317-336).
Lo stemma al centro, partito di nero e di rosso con tre rose, appartiene a Christian Langermann da Amburgo, Consigliere della nazione tedesca e Vicesindico universitario dal 20 luglio 1696. A sinistra è l'insegna dell'assessore svizzero Giovanni Stefano Ferin de Pelizora, caratterizzata da un'aquila coronata con le ali spiegate e affiancata da due gigli; a destra quella dell'assessore Francesco Fontana (di famiglia vicentina ma nato a Spalato, nell'odierna Croazia), con una fontana zampillante costituita da tre bacini sovrapposti e sorgente su terrazza.
I giuristi disposero anche di una sepoltura comune nella chiesa, destinata agli scolari deceduti lontano dalla patria o in condizioni economiche disagiate (Gallo 1999, p. 68): essa fu realizzata nel 1652 e poco dopo ornata con alcune immagini di santi, forse di mano del pittore Matteo Bissoni (Mancini 1999, p. 123).
Lo stemma si trova al centro della lastra tombale della sepoltura dei Giuristi. Presenta, a sinistra, il Cristo benedicente, che è l'antica insegna dell'Università dei Giuristi, a destra due bisce affrontate su sei fasce, arma della famiglia vicentina Bissaro, cui apparteneva il summenzionato Jacopo Bissaro. La presenza del suo stemma accanto a quello dell'Università dei Giuristi, al centro della lastra tombale, risiede nel fatto che il Bissaro era prorettore nel momento della fondazione della tomba in Santa Caterina (Benucci 2007, pp. 203-211).
Francis Povey, di origini inglesi, è ricordato come soprintendente per la realizzazione della sepoltura universitaria in S. Caterina il 16 marzo 1652: il suo stemma, ormai completamente illeggibile, presenta una banda doppiospinata accompagnata da sei rose. La medesima carica, nello stesso 1652, spettò al bresciano Tommaso Trappa: il suo stemma, anch'esso di difficile lettura, mostra un tralcio di vite posto in fascia e intrecciato con due grappoli d'uva. La qualifica dei due personaggi di soprintendenti alla sepoltura universitaria dei Giuristi rende ragione dell'apposizione delle loro armi sulla lastra tombale (Benucci 2007, pp. 211-216).