Da profonde incisioni praticate sulla corteccia di Styrax benzoin Dryand., un albero originario di Thailandia e India, si ricava una resina nota come “balsamo di benzoino”, “benzoino di Sumatra” o "incenso di Giava" che si presenta in pezzi bruni con parti giallastre irregolari. Utilizzata sia internamente come antisettico polmonare che esternamente come cicatrizzante nel caso di geloni, screpolature della pelle o piccole ustioni (1), é moderatamente tossico e attualmente poco usato. La resina più pregiata è quella proveniente dalla Thailandia.
L’uso medicinale di questo prodotto è presente negli antichi testi egiziani ma se ne hanno notizie anche nella cultura cinese e, in generale, in quella di tutti i popoli asiatici. Di grande significato religioso, tanto da venir bruciato come incenso in molte cerimonie tradizionali, il benzoino veniva frequentemente utilizzato anche negli ospedali per purificare l’aria grazie alla sua azione antimicrobica e deodorante. Era un prodotto così prezioso ed importante da essere uno dei doni che, nella metà del Quattrocento, il sultano Malech El Mayoli inviò al doge Pasquale Malipiero (1392-1462) (6).