Le spore di Claviceps purpurea (Fr.)Tul. possono parassitare i frutti di segale (Secale cereale L.) creando una struttura scura e ricurva, detta sclerozio, che sostituisce il frutto stesso. L'uso prolungato di farina contaminata, utilizzata ad esempio per fare il pane, provoca un’intossicazione che può manifestarsi in due forme:
- gangrenosa, in cui gli alcaloidi possono bloccare il flusso di sangue alle estremità del corpo (mani e piedi) determinando la morte dei tessuti e il successivo distacco degli arti
- convulsiva, che inizia con intorpidimento e formicolio degli arti per proseguire con crampi e convulsioni che possono portare alla morte (5, 7).
Chiamata generalmente “segale cornuta” per la particolare forma a cornetto dello sclerozio, contiene aminoacidi e alcaloidi tra cui ergotamina e ergometrina che in piccole dosi vengono utilizzate per stimolare le contrazioni uterine e nella cura dell'emicrania (1). La tossicità del fungo fu causa di numerose epidemie durante il Medioevo, soprattutto in Francia e Germania dov'era diffuso l'uso della segale come sostituto del grano. Dato che gli alcaloidi prodotti dal fungo sono piuttosto resistenti al calore e non vengono quindi inattivati dalle temperature dei forni per la panificazione, l'infezione si diffondeva facilmente. Tra i sintomi manifestati dalle persone colpite vi erano contorsioni, allucinazioni visive e uditive, difficoltà di parola, demenza e psicosi (8) e le vittime, che furono decine di migliaia, ebbero spesso episodi così violenti e inusuali da far pensare si fosse in presenza di veri e propri casi di stregoneria.
La malattia è nota come “ergotismo” (dal francese ergot=sperone) o “fuoco di Sant’Antonio” perché Sant’Antonio Abate (251-356) era il patrono dell’ordine religioso che per quasi sette secoli si prese cura degli intossicati.