Le ricette e la chimica: Ettmüller e Donzelli
print this pageLo sviluppo della chimica aggiunge complessità alla preparazione delle ricette e si avverte la necessità di una precisione maggiore nella descrizione delle tecniche.
Nel suo commento alla Farmacopea medico-chimica di Schröder, Michael Ettmüller (1644-1683) aggiunge un capitolo sulla stesura delle ricette, de formulis medicamentorum praescribendis (copia digitale). Per primo va dichiarato l'uso del medicamento e poi si passa alla formula, decrivendo prima gli ingredienti e poi il tipo di preparato "formulae ratio habenda" (p. 198), ad esempio emulsione, decotto, ecc. Per gli ingredienti, va esposto con la massima precisione l'ordine in cui vanno associati, la specie del semplice (operazione non banale prima della nomenclatura classificata di Linneo), la proporzione degli ingredienti, distinguendo la base, i "juvantia et corrigentia" (additivi), i "dirigentia", che dirigono il principio attivo alla parte malata, e i "conservantia" (p. 297). Infine, vanno specificate le dosi, calibrate in base all'età del paziente, alle sue forze e alla gravità della malattia.
Giuseppe Donzelli (1596-1670) nobile napoletano, medico e storico, pubblica nel 1667 il Teatro farmaceutico, dogmatico, e spagirico. La Biblioteca di Scienze del Farmaco dell'Università di Padova ne conserva l'edizione del 1737. L'opera è una sorta di riedizione divulgativa, ad uso del farmacista, dell'Antidotario napolitano, che l'autore aveva composto nel 1642, su incarico delle autorità mediche del Regno di Napoli. Ebbe grande diffusione. L'opera si apre con l'esposizione delle tecniche chimiche per la farmacia: soluzione, macerazione, putrefazione, fermentazione, circolazione, estrazione, distillazione, coobazione, rettificazione, feltrazione (sic!), decantazione, coagolazione, calcinazione, amalgamazione, precipitazione, stratificazione, fumigazione, riverberazione, clisso. Ad uso del farmacista, come premessa, Donzelli ricorda gli strumenti (vasi), i pesi (si veda la sezione della mostra su Dosi e misure) e le abbreviazioni in uso per gli elementi chimici. Segue l'elenco alfabetico dei semplici medicinali e dei loro derivati. Le tecniche sono spiegate nel dettaglio, illustrando passo passo come operare, con quali strumenti e tempistiche. Le ricette sono riportate in base al tipo di preparato, in ordine alfabetico: aceto, acqua, aromatico, balsamo, conserva, elettuario, empiastro, emulsione, essenza, estratto, fomento, gargarismo, giulebbe, laudano, licore, lozione, magisterio, oglio, oximele, pillole, polvere, pozione, quint'essenza, sale, sciroppo, spirito, tintura, trocisci, vino, unguento. In coda ad ogni ricetta sono riportate "Facoltà, ed Uso". Si trascrivono le diverse versioni trasmesse delle ricette, talvolta confrontandole con l'esperienza narrata in prima persona o con le voci e gli aneddoti di altri autori. Ad esempio, dopo la descrizione dettagliata del procedimento chimico per produrre il Laudano opiato dell'Arthmanno, si ricorda l'episodio narrato dal Quercetano (Joseph Du Chesne 1546-1609) di una "Matrona di sangue nobile... travagliata da un'effetto Isterico, o Matricale, che dir vogliamo, in modo tale, che continuamente rimaneva oppressa da dolori convulsivi" (p. 223) finchè non fu curata con il laudano. Ad esempio, si propongono tecniche alternative per ricavare l'Oglio di Legno Santo, per la cura della sifilide, un preparato che "consuma il morbo gallico con i suoi dolori, e si equipara a quanto può giovare il profumo di Mercurio, ma con più sicurezza" (p. 364): "si distilla... per il lambicco di Rame... [oppure] empiendo una storta di vetro... operando nel principio con lento fuoco di carboni, e poi si andrà crescendo.... [oppure] per descenso" tra due pignatte incastrate per l'apertura, sotterratte in terra e scaldate con il carbone (p. 264). Alcuni semplici vegetali esotici sono illustrati da xilografie rudimentali, ad esempio il balsamo, il cacao, il tamarindo. In fine, dopo gli indici analitici, Donzelli riassume il calendario di raccolta delle "Materie più necessarie per uso delle loro Eccellenti Farmaceutiche Officine" (p. 597).