La medicina domestica di William Buchan
print this pageI libri dei segreti riproducevano a stampa le tradizioni di cura, finchè la medicina domestica non si emancipò a branca ufficiale della medicina, in un certo senso assorbendoli e purgandoli dagli errori scientifici. William Buchan (1729-1805) è considerato il capostipite di questa disciplina, con la sua Domestic medicine del 1769, di cui la Biblioteca di Scienze del Farmaco dell'Università di Padova conserva un'edizione in traduzione italiana del 1789 (copia digitale). Pubblicazione di grande fortuna, era scritta in uno stile comprensibile e divulgativo, con l'obiettivo di rendere autonome le famiglie nella diagnosi e nella cura quotidiana, in supporto all'eventuale intervento del medico: "abbiamo bisogno d'una guida continua, che ci conduca con sicurezza dietro i giorni di nostra vita, e d'istruzioni per discernere lo stato attuale della salute nostra" (vol. 1, p. VI).
Un intento illuminista di diffusione del sapere, per "preservarsi dagli effetti distruggitori dell'ignoranza, della superstizione, dell'astutezza, e della ciurmeria" (vol. 1, p. LI). Già Tissot, non a caso estimatore di Buchan, aveva impostato quest'orientamento divulgativo, ma nella Medicina Domestica il destinatario era più vasto. "E' vero, che tra le mani di tutti ne vanno degli altri [libri]: ma è vero altresì, che questo si estende a cose maggiori. Poichè, oltre le regole utili a far fronte ai mali brevi e impetuosi, porge eziandio l'istruzioni necessarie per domare i mali lunghi e lenti; dirige e ammaestra gli uomini d'ogni classe sulla condotta più salubre per preservarsi dalle moleste conseguenze delle loro occupazioni e mestieri" (vol. 1, p. VI). Medicina preventiva e medicina del lavoro, nel filone che si stava sviluppando in quel periodo, ad esempio nell'opera di Ramazzini.
La prima parte, infatti, si concentra sull'igiene come pratica preventiva, compresa la dieta, il sonno, l'esercizio, gli abiti, le "evacuazioni" e la "politezza", intesa anche come igiene morale, contro l'"intemperanza" dettata dalle passioni, "particolarmente della collera, del Timore, dello Spavento, della Tristezza, dell'Amore, della Melanconia Religiosa" (vol. 1, p. 321).
Le parti che seguono sono un manuale sistematico per l'autodiagnosi e la cura, perchè "La Medicina non è fondata, che sopra l'osservazione e l'esperienza" (vol. 2, p. 394). Si parte sempre dal sintomo per spiegare la malattia e la cura. Sono trattate le febbri e le diverse patologie connesse, il vaiolo, le malattie esantematiche, "l'infreddatura", "l'infiammazione di stomaco", il colera, il diabete, i calcoli, le emorragie, i "differenti mali di testa", il "dolore dei denti", il "dolore d'orecchio", l'itterizia, l'idropisia, la gotta, i reumatismi, lo scorbuto, l'asma, l'apoplessia, i "vapori e malattie dei nervi", compresa la "lassezza morbosa" cioè l'astenia da stress e affaticamento, il "canchero", l'avvelenamento, il "morbo venereo", le "malattie delle femmine", le "malattie dei fanciulli", fino a questioni più semplici come il colpo di sole o i calli. Si descrivono gli interventi di chirurgia più comuni, come quelli per gli ascessi, le fratture o le ulcere.
Conclude il manuale una tavola generale degli argomenti, in ordine alfabetico, che fa da quick reference e da rinvio alle pagine in cui l'argomento è trattato più distesamente.