Il Trattato de merauigliosi secreti di Joshua Ferro

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Se è vero che i libri dei segreti erano sostanzialmente dei ricettari, in senso pratico, è vero anche che il termine segreto mantenne a lungo il senso forte di una rivelazione di arcani: sia col valore della divulgazione, cioè di svelare una conoscenza riservata ai dotti, sia col valore esoterico di ingresso nelle forze oscure della natura. Esplicativo il sottotitolo dell'opera di Joshua Ferro del 1602 conservata dalla Biblioteca di Scienze del Farmaco dell'Università di Padova: Trattato de merauigliosi secreti... La notitia de molti de' quali, nissun hà hauuto sin'al dì d'hoggi, nè li hà potuti scriuere come fa l'Autore, che li hà veduti, & conosciuti, come egli ben dimostra in tutto quel che si tratta, si come il Lettore di ciò si chiarirà (copia digitale). Nella dedica al Cl.mo Sig.r Emilio Campolongo, professore di medicina a Padova e medico all'ospedale di San Francesco, e nel prologo ai lettori, l'autore informa che "sono Secreti, aquistati per propria isperienza, pelegrinando per varie, & diuerse Regioni con infinita fatica" (c. A3v), che si sente in dovere di divulgare "se ben in stilo vn poco humile, e grosso" (c. A5r), ora che è "mortal, carico d'anni, e di malatie" (ivi), "sapendo, che le cose, che narrarò non poteuano esser palesi ad vn'altro in molti anni" (c. A4v).

Tra i Paesi visitati in viaggio e in guerra, l'autore cita il Perù, Panama, la Giamaica, Cuba, l'Africa e le Indie. Viaggi reali o millantati? Dell'autore si sa solo che fu console degli ebrei ponentini e levantini a Venezia nel 1607.

Gli argomenti del libro sono alcuni semplici esotici: l'ambra grigia e la sua discussa origine dalle balene, il bezoar e la sua formazione nello stomaco degli animali, le perle e come si generano, si pescano, si distinguono e si usano, i metalli preziosi e l'alchimia: "Tratterò dell'errore che alcuni fanno dicendo, che crescono i metalli d'oro, e d'argento e pietre pretiose, & ogni sorte di metalli, il che è falso" (c. A6v). Si trovano altri rimedi esotici, sempre citati per esperienza di cura per gli incidenti legati alle numerose avventure occorse durante i viaggi dell'autore, come la "figheriglia dell'inferno chiamata Mirasol", la "Pietra di Buga Santa", la "Radice della China", la "Salsa Pariglia dell'Indie" e "ciò che hò potuto ritrarre dell'animal, chiamato la Gran Bestia, & della sua vgna". Infine, si descrive il "cacaù" e il "Ciocolate" (c. 114v), di recentissima importazione in Europa.

In chiusura, l'autore propone la vendita, anche ai "Clariss. Signori sopra la Sanità", cioè a quelli che ora chiameremmo gli ufficiali sanitari di Venezia, di una sua personale "Triaca": una teriaca, cioè un farmaco dall'"effetto mirabile", preparato con "sei cose ò simplici materiali" introvabili in Europa e importati da lui.