La morte

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Era il 7 gennaio del 1945 quando Enrico Catellani, all'età di 88 anni, fu trovato agonizzante nella sua casa. Trasferito subito nel nosocomio della città morì poche ore dopo, abbandonato da tutti, povero tra i poveri, come scrisse qualche mese dopo la liberazione un giornalista di un quotidiano locale.  La moglie Lina, che non lo aveva mai abbandonato durante gli anni bui del regime, si era spenta invece qualche giorno prima, il 4 gennaio.
Oscura la morte dei coniugi.
Confuse le poche testimonianze, e non si è trovata traccia della cartella clinica di Enrico Catellani. Solo una relazione medica che riporta l'arresto cardiaco come causa di morte, ma nulla si sa di quello che possa aver provocato questo evento finale.
L'Università di Padova sostenne le spese del funerale, tenutosi il 13 gennaio, dopo aver chiesto il consenso alla Comunità ebraica di seppellire i coniugi al Cimitero Maggiore.

Il Rettore Egidio Meneghetti –  che concesse i fondi alla facoltà giuridica per l’acquisizione della biblioteca Catellani - sottolineò l’importanza di non dimenticare e rendere onore a personalità illustri quali Enrico Catellani e Giulio Alessio i quali, contrari al regime fascista e spentisi durante la guerra, non ricevettero la giusta commemorazione e riconoscimento.

Così parlò ai presenti in Aula Magna, secondo quanto riportato nell’annuario per l’anno accademico 1946-1947, p. 115: “in questo solenne momento, qui, nel nostro massimo tempio, è bene unire nel ricordo, nella gratitudine, nell’amore, al nome dei gloriosi studenti caduti per la liberazione quello dei Maestri insigni che, spentisi durante il grigio periodo della tirannide, della prepotenza e della viltà imperanti, non ebbero alcuna onoranza e, come appestati o colpevoli, furono sepolti di nascosto, accompagnati alla tomba da pochissimi fidi. Chi scorra gli annuari di quegli anni, con amarezza e con vergogna s’avvede che la loro scomparsa non è neppure ricordata, sebbene la tradizione lo imponesse. Sono nomi gloriosi: Giulio Alessio ed Enrico Catellani: a tutti esempio e rimprovero. Uniamo discepoli e maestri nel ricordo e nel proponimento: il solo ricordo sarebbe vuoto rito e quasi blasfemo, se non si accompagnasse all’impegno solenne di non permettere mai più, mai più, a qualunque costo, che tanta ignominia possa ripetersi”.

Una commemorazione funebre di Enrico Catellani si tenne venerdì 16 maggio 1947 nell'aula E del "palazzo universitario centrale", in cui Anton Maria Bettanini ricordò pubblicamente il valore del maestro.