Durante il Fascismo

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Enrico Catellani non aderì mai al fascismo.

Il suo nome compare nell’elenco del personale antifascista di scuola e Università, documento destinato alla Segreteria particolare del duce (Italo Birocchi, Il giurista intellettuale e il regime. In I giuristi e il fascino del regime (1918-1925). A cura di Italo Birocchi e Luca Loschiavo. Roma, Roma Tre-Press, 2015, p. 9-61).

Subito dopo il pensionamento, in ambito accademico, subì le conseguenze del suo orientamento politico.
Nel 1932 Il Ministero dell'Educazione Nazionale non approvò la proposta del Consiglio accademico del 15 giugno 1931 della Regia Scuola Superiore di Commercio di Venezia (ora Università Cà Foscari) di affidare al professore la cattedra di Diritto internazionale.

A Padova invece fu negata la nomina a professore emerito. La proposta per la nomina era stata inviata il 17 dicembre 1932 dal Rettore dell'Università Carlo Anti allo stesso Ministero, che rispose con un rifiuto il 25 marzo 1933, in quanto il professore era apertamente contrario al regime fascista.

 

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Su concessione dell'Università degli Studi di Padova - Ufficio gestione documentale.
Settore Archivio di Ateneo
, archivio riservato Anti, fascicolo C/2 (cliccare sulle immagini per ingrandire).


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Su concessione dell'Università degli Studi di Padova - Ufficio gestione documentale.
Settore Archivio di Ateneo
, archivio riservato Anti, fascicolo C/2 (cliccare sulle immagini per ingrandire).


L'amarezza di Enrico Catellani che ne seguì è lampante in una lettera del 1936 indirizzata al rettore, in cui si legge: “…  credevo, dopo la mancata nomina a professore emerito e dopo l'interrotto invio dell'Annuario della R Università di non appartenere più a questa e di essere soltanto un pensionato come un agente delle imposte od un commesso postale. ...”

 

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Su concessione dell'Università degli Studi di Padova - Ufficio gestione documentale.
Settore Archivio di Ateneo
, archivio riservato Anti, fascicolo C/2 (cliccare sulle immagini per ingrandire).

 

A seguito delle leggi razziali fu espulso dall'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti con speciale decreto reale firmato da Vittorio Emanuele il 1° dicembre 1938. Una riproduzione del decreto è nel contributo di Carlo Urbani, Tra scienza e coscienza. L'Istituto Veneto di fronte alle leggi razziali, pubblicato in Giuseppe Jona, a cura di Gian Antonio Danieli, Venezia, 2015.

Fu tra i 9 Senatori del Regno ebrei nei confronti dei quali il duce, nel 1939, aveva disposto la discriminazione, come da art. 14 del Regio Decreto-Legge 17 novembre 1938, n. 1728, abrogato nel 1944 (per l'accezione del termine "discriminazione" nell'ambito dell'applicazione delle leggi razziali si veda quanto scrive Angelo Ventura in Padova, Laterza 1989, a p. 336).
Nel dicembre del 1943 fu disposto di non inviarlo in campo di concentramento perché anziano e malato.
I suoi beni furono confiscati e dati in custodia alla moglie dichiarata di “razza ariana”. A lui venne accordato il permesso di poter rimanere nella casa.
La sua morte avvenne nel periodo del Rettorato di Giuseppe Gola, pochi mesi prima della liberazione.

L'Università di Padova si occupò dei funerali, per i quali chiese il permesso alla Comunità ebraica di fare la sepoltura nel Cimitero maggiore. Questo gesto si può interpretare sicuramente come segno di stima e affetto nei confronti di Enrico Catellani, ma anche come coraggioso atto di sfida nei confronti delle autorità militari e politiche del momento, a sottolineare la Universa Universis Patavina Libertas che caratterizza da secoli L'Ateneo patavino.